Fabrizio Del Dongo
Genius
4 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il Congresso di Vienna del 1815 non riportò l'Italia al passato, ma ridisegnò i suoi confini con nuove unioni territoriali come il Regno Lombardo-Veneto.
  • L'Italia Centrale vide modifiche territoriali e dinastiche significative, con stati come il Ducato di Parma assegnati a figure legate alle dinastie europee.
  • Il Regno delle Due Sicilie unificò l'Italia meridionale e la Sicilia sotto il dominio di Ferdinando di Borbone, mantenendo la frammentazione politica della penisola.
  • L'Austria, attraverso alleanze dinastiche e militari, esercitava un controllo sulla penisola, assicurando lo "status quo" e impedendo l'unificazione italiana.
  • La politica austriaca e il sistema frammentato allontanavano la possibilità di un'Italia unita e ostacolavano lo sviluppo economico moderno.

Indice

  1. La restaurazione in Italia
  2. Modifiche territoriali e dinastiche
  3. Il regno delle Due Sicilie
  4. L'influenza austriaca in Italia

La restaurazione in Italia

Per l’Italia, come per il resto dell’Europa, la Restaurazione, voluta nel 1815 dal Congresso di Vienna, non significò un puro e semplice ritorno al passato. Il nuovo assetto territoriale ci dimostra questa affermazione. Innanzitutto, le due antichissime repubbliche marinare, come Genova e Venezia, non risorsero perché Genova fu incorporata al Regno Sabaudo mentre Venezia fu unita alla Lombardia per formare con essa il Regno Lombardo-Veneto.

Modifiche territoriali e dinastiche

Anche l’Italia Centrale, che per tradizione era divisa in una quantità di ducati e principati minori, subì notevoli modifiche territoriali e dinastiche. Infatti, il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla fu assegnato a Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone, con l’intesa che alla sua morte, esso sarebbe ritornato ai Borboni. Il Principato di Massa e Carrara andò a Maria Beatrice d’Este, con la clausola che, al decesso di quest’ultima, sarebbe entrato a far parte del Ducato di Modena e Reggio. Il Ducato di Modena e Reggio fu assegnato a Francesco IV d’ Asburgo-Este, ultimo discendente della dinastia estense e figlio di Ferdinando, arciduca d’Austria. Il Ducato di Lucca fu concesso provvisoriamente ai Borboni di Parma, nella persona di Maria Luisa di Borbone. Quando i Borboni avrebbero riacquistato il Ducato di Parma, il Ducato di Lucca sarebbe stato incorporato nel Granducato di Toscana. A questo punto, il Granducato di Toscana sarebbe ritornato agli Asburgo-Lorena con Ferdinando III, il quale avrebbe annesso anche il Principato di Piombino, un tempo governato da Elisa Baciocchi, oltre allo Stato dei Presìdi. Il resto dell’Italia centrale tornava a costituire lo Stato Pontificio, con a capo Pio VII.

Il regno delle Due Sicilie

L’Italia meridionale e la Sicilia furono riunite in un unico regno, con il nome di Regno delle Due Sicilie, governato da Ferdinando di Borbone.

L'influenza austriaca in Italia

Come si può vedere, il Congresso di Vienna mantenne il tradizionale spezzettamento della penisola se non aggravato, come se la penisola italiana fosse una scacchiera e i vari stati delle pedine da muovere a piacimento delle dinastie, tutte più o meno legate con gli Asburgo. Inoltre, il complicato gioco politico-dinastico dell’Italia centrale contribuiva sempre di più ad allontanare le dinastie dalla popolazione e viceversa. Ovviamente, un assetto così anacronistico allontanava la possibilità di sperare in tempi brevi in un’Italia unita, assorta al rango di Nazione e contrastava anche con le più elementari condizioni di vita economica di uno Stato che si sarebbe voluto moderno. Occorreva una potenza che tenesse soggiogati a sé tutti questi staterelli e tale potenza era l’Austria, proprietaria delle terre più ricche e legata da vincoli dinastici o da alleanze militari con tutti i principi italiani, i quali vedevano nel rapporto di amicizia con gli Asburgo un mezzo per conservare il trono. In pratica la politica dell’Austria era quella dello “status quo”, a tal punto che essa manteneva proprie guarnigioni militari a Piacenza, a Ferrara e a Comacchio, secondo gli accordi previsti dalla Santa Alleanza.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali modifiche territoriali in Italia dopo il Congresso di Vienna del 1815?
  2. Dopo il Congresso di Vienna, l'Italia vide significative modifiche territoriali, come l'incorporazione di Genova al Regno Sabaudo e l'unione di Venezia con la Lombardia per formare il Regno Lombardo-Veneto. Anche l'Italia centrale subì cambiamenti, con nuovi assetti per ducati e principati.

  3. Come influenzò il Congresso di Vienna la struttura politica dell'Italia centrale?
  4. Il Congresso di Vienna portò a un complesso gioco politico-dinastico in Italia centrale, con assegnazioni di ducati a diverse dinastie, come il Ducato di Parma a Maria Luisa d’Austria e il Ducato di Modena a Francesco IV d’Asburgo-Este, contribuendo a un ulteriore distacco tra dinastie e popolazione.

  5. Qual era il ruolo dell'Austria nel mantenimento dell'assetto politico italiano post-1815?
  6. L'Austria giocò un ruolo cruciale nel mantenere lo "status quo" in Italia, controllando le terre più ricche e mantenendo alleanze con i principi italiani. Essa stazionava guarnigioni militari in diverse città italiane per garantire la stabilità secondo gli accordi della Santa Alleanza.

  7. Quali furono le conseguenze del nuovo assetto territoriale per l'unità d'Italia?
  8. Il nuovo assetto territoriale post-1815 ostacolò l'unità d'Italia, mantenendo la penisola frammentata e sotto il controllo di potenze straniere, come l'Austria, rendendo difficile la formazione di uno Stato moderno e unito.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

Fabrizio Del Dongo di Mauro_105

URGENTE (321112)

Fabrizio Del Dongo di Lud_

domandina

Fabrizio Del Dongo di Samantha Petrosino