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Concetti Chiave

  • Dopo la guerra russo-giapponese, l'aumento dei prezzi in Russia ha incrementato la tensione sociale e stimolato tendenze rivoluzionarie.
  • L'industrializzazione russa era limitata a poche regioni, con condizioni di lavoro precarie, salari bassi e assenza del diritto di sciopero.
  • Il marxismo, diffuso da Georgij Plechanov, ha favorito l'organizzazione dei lavoratori russi in un regime assolutistico, portando alla nascita del Partito operario socialdemocratico russo.
  • Le due correnti del partito, bolscevica e menscevica, si separarono nel 1912, dando vita a due distinti partiti.
  • La Rivoluzione del 1905 culminò con la firma del Manifesto del 17 ottobre, che prometteva libertà politiche e l'istituzione della Duma, ma lo zar Nicola II successivamente represse le insurrezioni.

Indice

  1. Tensioni sociali post-guerra
  2. Diffusione del marxismo
  3. Divisione politica e rivoluzione
  4. Domenica di sangue e agitazioni
  5. Riforme e repressioni zariste

Tensioni sociali post-guerra

In seguito alla sconfitta riportata dalla guerra russo-giapponese, in Russia ci fu un brusco aumento dei prezzi che fece immediatamente salire la tensione sociale. Si scatenarono tendenze rivoluzionarie che compromettevano la società e che le riforme ottenute e l’avvio dell’industrializzazione non erano riuscite a placare.

L’impero russo era ancora prevalentemente contadino, l’industrializzazione era concentrata nelle regioni minerarie degli Urali, attorno Mosca e Pietroburgo. Anche le condizioni di lavoro erano differenti rispetto ad altri paesi, infatti, i salari erano molto bassi, le ore di lavoro andavano alle 10 alle 12 ore al giorno ed erano privi del diritto di sciopero.

Diffusione del marxismo

Nonostante la Russia avesse un regime assolutistico, gli operai e i lavoratori si erano organizzati.

Ciò fu possibile in quando il marxismo fu diffuso da Georgij Plechanov il quale sosteneva la necessità di organizzare una lotta politica su basi di massa. In esilio nel 1980, Plechanov entrò in contatto con i socialisti europei e curò la prima traduzione in russo del “Manifesto del partito comunista”.

Divisione politica e rivoluzione

Nel 1898 fu fondato a Minsk il Partito operario socialdemocratico russo, al cui interno si affermarono due correnti:

Bolscevica: di maggioranza, guidata da Lenin e secondo la quale bisognava costruire un partito fortemente centralizzato e che riteneva la classe operaria protagonista del processo rivoluzionario:

Menscevica: di minoranza, favorevole all’affermazione della rivoluzione democratico-borghese.

Queste due correnti si separeranno al congresso del 1912 dando vita a due partiti.

Domenica di sangue e agitazioni

Il 22 gennaio 1905 a Pietroburgo un corteo di 150.000 persone si diresse verso il Palazzo d’Inverno, residenza dello zar, guidati dal pope Gapon, per presentare una petizione, che chiedeva la convocazione di un’assemblea costituente, miglioramenti salari e la riforma agraria.

Contro i manifestanti si scatenò la reazione della guardia imperiale che portarono a 150 morti.

Da quella domenica cominciarono a diffondersi agitazioni in tutta la Russia, scioperi nelle fabbriche e le proteste raggiunsero anche le altre aree dell’Impero. In molte città si formarono i Soviet, cioè consigli popolari eletti dagli operai. In ottobre l’agitazione giunse al culmine con lo sciopero generale promosso dal Soviet di Pietroburgo. Gli apparati dello Stato non riuscivano e riprendere il controllo.

Riforme e repressioni zariste

Lo zar Nicola II corse così ai ripari sottoscrivendo Il Manifesto dell’17 ottobre 1905 nel quale si impegnava a concedere le libertà politiche e l’istituzione della Duma.

Nacque il Partito democratico-costituzionale, il cui obiettivo era di proseguire nella mobilitazione per l’istaurazione di un regime parlamentare.

Lo zar però tornò a schiacciare le insurrezioni arrestandone i protagonisti e la Duma, praticamente senza poteri, fu sciolta più volte.

A cercare di modernizzare il paese ci provò Stolypin attuando una riforma agraria andando ad eliminare le comunità rurali favorendo le proprietà individuali. Nonostante aumentarono i posti nelle industrie, andò comunque a favorire i ricchi contadini (kulaki) che avevano proprietà e aumentò l’impoverimento dei poveri contadini.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze immediate della sconfitta nella guerra russo-giapponese in Russia?
  2. La sconfitta portò a un brusco aumento dei prezzi, aumentando la tensione sociale e scatenando tendenze rivoluzionarie che le riforme e l'industrializzazione non riuscirono a placare.

  3. Quali erano le condizioni di lavoro in Russia dopo la guerra russo-giapponese?
  4. I salari erano molto bassi, le ore di lavoro andavano dalle 10 alle 12 ore al giorno e i lavoratori erano privi del diritto di sciopero.

  5. Quali furono le due correnti principali all'interno del Partito operario socialdemocratico russo?
  6. Le due correnti erano quella bolscevica, guidata da Lenin, che sosteneva un partito centralizzato e la classe operaia come protagonista rivoluzionaria, e quella menscevica, favorevole a una rivoluzione democratico-borghese.

  7. Quali furono le reazioni dello zar Nicola II alle agitazioni del 1905?
  8. Lo zar firmò il Manifesto del 17 ottobre 1905, promettendo libertà politiche e l'istituzione della Duma, ma successivamente schiacciò le insurrezioni e sciolse la Duma più volte.

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