Concetti Chiave
- Tiziano Vecellio, noto per il suo innovativo uso del colore, fu un imprenditore e pittore, collaborando con i potenti del suo tempo.
- Il dipinto "Amor sacro e Amor profano" fu commissionato nel 1514 da Niccolò Aurelio per celebrare le sue nozze.
- L'opera è un'allegoria dell'amore, ispirata al pensiero neoplatonico, con due figure femminili che rappresentano diversi gradi dell'amore.
- Le due donne simboleggiano la Venere profana e la Venere celeste, con la nudità della seconda che rappresenta verità e bellezza metafisica.
- L'amorino nel dipinto simboleggia la conciliazione degli amori, un concetto centrale della filosofia neoplatonica.
Indice
Tiziano Vecellio e la sua innovazione artistica
Artista innovatore e poliedrico, maestro con Giorgione del colore tonale,Tiziano Vecellio fu uno dei pochi pittori italiani titolari di una vera e propria azienda,accorto imprenditore della bottega oltre che della sua personale produzione,direttamente a contatto con i potenti dell’epoca,suoi maggiori committenti.Il rinnovamento della pittura di cui fu amore si basò,in alternativa al michelangiolesco “primato del disegno”,sull’uso personalissimo del colore.
Amor sacro e Amor profano: un'opera allegorica
Il cosiddetto Amor sacro e Amor profano di Tiziano fu commissionato da Niccolò Aurelio, patrizio veneziano, per celebrare le proprie nozze nel 1514.
Per un dipinto legato a un evento nuziale il tema amoroso era d’obbligo a Venezia, ai primi anni del XVI secolo: tale argomento rientrava anche nell’orbita del pensiero neoplatonico, di cui Pietro Bembo, un amico di Aurelio, era un entusiasta diffusore e in quegli anni godeva anche di grande notorietà.
E’ estremamente probabile, come lascia intendere anche il titolo, che il dipinto abbia un carattere allegorico, in virtù del quale sono state avanzate numerose interpretazioni, Tiziano contrappone infatti due figure simili, una donna vestita e una seminuda, che stanno nei pressi di un sarcofago adibito a fontana, nel quale un amorino alato (Eros) rimesta le acqua lì contenute.
Interpretazioni neoplatoniche dell'opera di Tiziano
L’interpretazione più seguita è quella di Panofsky, che legge l’opera di Tiziano come un manifesto della concezione neoplatonica dell’Eros.Le donne sedute alle estremità del sarcofago sono le due veneri e simboleggiano i due gradi dell’amore.Quella a sinistra indossa un bellissimo abito di raso e ha la testa incoronata da un serto di mirto, mentre quella a destra è nuda e regge un braciere. La prima è la Venere terrena, profana; la seconda è l’amor sacro, la Venere celeste. Quest’ultima si trova in una posizione più elevata ed incarna il principio metafisico della bellezza: la sua nudità è simbolo di pudicizia e verità filosofica. Questo tipo di rappresentazione era già stato adottato da Botticelli nella Calunnia, dove ad essere nuda è l’allegoria della verità.
Secondo il pensiero neoplatonico esiste però un terzo grado dell’amore, quelle puramente passionale che, sempre secondo Panofsky, è rappresentato nel rilievo del sarcofago, che costituirebbe un dipinto nel dipinto.
L’amorino che rimesta l’acqua nel sarcofago simboleggerebbe invece il punto di incontro tra gli amori: la conciliazione dei contrari è tipica della filosofia neoplatonica.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato allegorico del dipinto "Amor Sacro e Amor Profano" di Tiziano?
- Chi commissionò il dipinto "Amor Sacro e Amor Profano" e per quale occasione?
- Come viene rappresentato il terzo grado dell'amore secondo il pensiero neoplatonico nel dipinto di Tiziano?
Il dipinto è interpretato come un manifesto della concezione neoplatonica dell'Eros, con due figure femminili che simboleggiano i due gradi dell'amore: la Venere terrena, profana, e la Venere celeste, sacra.
Il dipinto fu commissionato da Niccolò Aurelio, patrizio veneziano, per celebrare le proprie nozze nel 1514.
Il terzo grado dell'amore, quello puramente passionale, è rappresentato nel rilievo del sarcofago, che costituisce un dipinto nel dipinto, mentre l'amorino che rimesta l'acqua simboleggia la conciliazione dei contrari.