Concetti Chiave
- Tintoretto si ispira a Michelangelo e Tiziano, ma sviluppa uno stile unico con dinamismo e drammaticità nelle linee.
- La luce è protagonista nei suoi dipinti, utilizzata per creare effetti di chiaroscuro e bagliori improvvisi.
- Dipinge con foga, concentrandosi su emozioni e idee piuttosto che sul dettaglio, per rappresentare il dramma umano.
- Nel "Miracolo di San Marco", la prospettiva e i movimenti opposti delle figure creano tensione e drammaticità.
- Ne "L'ultima cena", la luce smaterializza la scena, coinvolgendo lo spettatore in un angolo prospettico obliquo.
Indice
Influenze artistiche di Tintoretto
Sarebbe riduttivo pensare che la pittura del Tintoretto sia solo un compromesso tra il plasticismo di Michelangelo ed il colore di Tiziano, ma di sicuro questi due artisti furono per lui molto importanti e di grande ispirazione.
Infatti Tintoretto studia sia il colore veneziano che il disegno toscano.
Tecniche pittoriche di Tintoretto
Ma la sua linea è diversa da quella toscana: non definisce razionalmente, ma è invece una linea dinamica che rende il senso del drammatico.
Anche il colore tonale è usato diversamente dai predecessori, poiché Tintoretto vi mette bagliori improvvisi di luce.
La luce diventa - in Tintoretto - protagonista.Stile e rapidità di Tintoretto
Un’altra caratteristica di questo artista è la foga pittorica.
Tintoretto dipinge infatti in breve tempo. E’ come se avesse l’urgenza di rappresentare il dramma umano, senza fermarsi sul dettaglio, per descrivere il turbinio delle sue idee.
Fu allievo di Tiziano, che lo cacciò però poco tempo dopo – si dice - per paura che potesse diventare un suo pericoloso rivale.
Di seguito si analizzano e commentano due famosi dipinti di Tintoretto.
Analisi del dipinto con San Marco
Il fatto si svolge tra due edifici in prospettiva collegati da un pergolato.
Il quadro ha una grande forza centrifuga: lo schiavo nudo per terra, l’aguzzino in piedi rivolto verso il giudice mostrando gli strumenti di tortura rovinati.
Dall’alto appare San Marco.
Le figure sono dentro un arco, ma con movimenti opposti (ad esempio, la donna di spalle, a sinistra, si oppone agli uomini sulla colonna, oppure gli uomini seduti si “oppongono” al giudice).
I colori sono caldi, ma la luce su di essi provoca cangiantismo.
Essa non arriva dalla pergola, ma da destra, determinando chiaro-scuro, e dall’aureola del santo.
Lo spazio è luminoso, con un’architettura classicheggiante dietro la quale si intravede un giardino.
Tintoretto riesce magnificamente a rendere il clamore della folla e la perentorietà della volontà divina, data dall’arrivo di San Marco e dal corpo inerte.
La tavola è obliqua. Le linee prospettiche convergono perciò verso destra.
Lo spettatore assiste da un angolo, compartecipe della scena.
Apparizioni angeliche e smaterializzazione
Le apparizioni angeliche sono rese con filamenti luminosi.
Tutto è smaterializzato dalla luce che viene dalla lampada ad olio, dal Cristo e dagli apostoli: i servitori, il cane e il gatto e gli oggetti comuni.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali influenze artistiche su Tintoretto?
- Come utilizza Tintoretto la luce nei suoi dipinti?
- Qual è l'approccio di Tintoretto alla rappresentazione del dramma umano?
Tintoretto è stato influenzato dal plasticismo di Michelangelo e dal colore di Tiziano, studiando sia il colore veneziano che il disegno toscano, ma sviluppando uno stile unico e dinamico.
Tintoretto utilizza la luce come protagonista nei suoi dipinti, creando bagliori improvvisi che accentuano il dramma e il movimento, come si vede ne "Il miracolo di San Marco" e "L'ultima cena".
Tintoretto dipinge con foga pittorica, rappresentando il dramma umano con urgenza e senza soffermarsi sui dettagli, per catturare il turbinio delle sue idee e l'intensità emotiva.
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