Concetti Chiave
- Il Miracolo di San Marco di Tintoretto, realizzato nel 1548, è un'opera rivoluzionaria per la Scuola Grande del Santo a Venezia.
- La composizione utilizza uno spazio simile a un palcoscenico, con diagonali che focalizzano l'attenzione sul corpo dello schiavo liberato.
- La figura di San Marco appare come un'apparizione miracolosa, suscitando scalpore e sgomento tra gli osservatori.
- La luce è un elemento fondamentale, creando un effetto drammatico che simboleggia l'intervento divino.
- Un gruppo di figure a destra rende omaggio a Michelangelo, richiamando i nudi e i profeti della Cappella Sistina.
Il miracolo di san Marco
Nel 1548 Tintoretto realizza il Miracolo di San Marco per la Scuola Grande del Santo, importante committente a Venezia.
Si tratta di un’opera rivoluzionaria per la sua novità, che suscita fortissima impressione la prima volta che viene mostrata al pubblico, imponendo l’artista sulla scena veneziana. Siamo all’interno di uno spazio simile ad un palcoscenico, delimitato da quinte architettoniche, sul quale la disposizione dei personaggi secondo due diagonali focalizza l’attenzione sul primo piano, dove giace il corpo riverso dello schiavo liberato. A quest’ultimo si contrappone la figura di san Marco, che rianima lo schiavo e ha la funzione di un’apparizione miracolosa, che deve suscitare scalpore e sgomento.
Luce e drammaticità
Elemento fondamentale dell’opera è la luce, che, posta in primo piano, circonda la figura del santo e deve contribuire a determinare un effetto drammatico, che comunichi il senso del miracolo che si sta compiendo e dia l’impressione di un’emanazione divina. Proprio quello dell’intervento soprannaturale è un tema nuovo nella storia dell’arte, che risente del contrasto tra cattolicesimo e protestantesimo e che diventerà un tratto dominante dell’opera di Tintoretto, che nel corso della sua carriera lavorerà soprattutto per Chiese e Scuole.
Omaggio a Michelangelo
A destra vediamo un gruppo di figure che danno la schiena al pubblico e sono un evidente omaggio a Michelangelo, di cui ripropongono lo stile: sembrano i nudi o i profeti della Cappella Sistina.