Concetti Chiave
- La Trasfigurazione di Raffaello è un olio su tavola di 4,05 x 2,78 metri, esposto alla Pinacoteca Vaticana di Roma.
- Il dipinto, completato tra il 1518 e il 1520, rappresenta l'ultima opera di Raffaello prima della sua morte.
- La scena è divisa in due sezioni: la trasfigurazione di Cristo in alto e la liberazione del giovane indemoniato in basso.
- Raffaello utilizza la luce per rappresentare la trasformazione divina di Gesù, contrastando con la fisicità della folla sottostante.
- I colori variano dal caldo nella parte inferiore al freddo in alto, con contrasti di luminosità che accentuano la drammaticità.
Indice
Descrizione dell'opera
Si tratta di un olio su tavola, di 4,05 x 2,78 metri, esposto a Roma, nella Pinacoteca Vaticana.
La Trasfigurazione è l’ultima opera a cui Raffaello ha lavorato prima della morte ed è stata dipinta dal 15218 al 1520. Secondo quanto scrive il Vasari, alla morte di Raffaello, la tavola venne esposta dietro il suo capo, durante la veglia funebre.
Divisione della scena
La scena, che si svolge al tramonto (come si può capire dallo sprazzo di cielo presente a destra) è divisa in due sezioni: in alto il soggetto principale, cioè Gesù Cristo che trasfigura e in basso l’episodio che i Vangeli narrano immediatamente dopo cioè la liberazione del giovane indemoniato.
Tecnica pittorica di Raffaello
Il tema affrontato nella parte superiore, presentava diverse difficoltà: infatti,il pittore doveva rendere visibile il termine “trasfigurazione” cioè l’aspetto fisico ed umano di Gesù che si trasforma e acquisisce un aspetto divino. Raffaello risolve il problema traducendo con la tecnica pittorica il passo del Vangelo dove viene scritto: “ “il suo volto risplendette come il sole”. Ed ecco che egli dipinge il personaggio sollevato da terra, perché ha perso ogni requisito di fisicità, non solo è circondato da un alone di luce, ma egli stesso è formato da luce. Il suo volto e le ciocche dei capelli che svolazzano e gli incorniciano il viso sembrano quasi perdere di consistenza, come se fossero dematerializzati.
Contrasto tra le due sezioni
Al Cristo che trascende si oppone la folla agitata che riempie la parte inferiore del quadro, la cui descrizione è ricca di fisicità. Tuttavia, esiste un tratto in comune fra le due sezioni: le braccia del popolo che assiste alla trasfigurazione sono in movimento e tese verso l’alto, disponendosi così seguendo una linea convergente verso l’immagine del Cristo. La costruzione appare così piramidale: la folla è collocata in basso davanti all’altura si distinguono i nove apostoli, rimasti ai piedi del monte per prestare soccorso al ragazzino liberato dal demonio e insieme a loro anche i genitori; il padre sostiene il ragazzo mentre la madre è inginocchiata con le spalle rivolte verso lo spettatore; sul monte Tabor, giacenti a terra e presi da confusione e spavento, individuiamo tre apostoli (Giacomo, Giovanni e Pietro) e sopra di loro Gesù, accompagnato da Mosè, con in mano i Dieci Comandamenti e il profeta Elia. Sull’estrema sinistra sono collocati anche due santi che stanno assistendo alla scena. La nube luminosa dietro Gesù non è un semplice fondale, ma Dio Padre, l’infinito.
Qualità artistica e colori
La qualità artistica delle due parti non è la stessa; infatti, i personaggi della parte inferiore hanno degli atteggiamenti retorici per poterci comunicare la drammaticità dell’evento. Per questo motivo, è probabile che tale sezione sia stata completata dalla scuola di Raffaello che avrebbe compiuto l’opera prima della morte del maestro.
Merita anche soffermarci sui colori, che non sono gli stessi in tutto il dipinto. Nella parete inferiore e parzialmente nella base della parte superiore prevalgono toni caldi e anche brillanti come le vesti dei personaggi; man mano che si sale essi diventano più chiari e quasi freddi. La drammaticità della scena è creata anche ricorrendo a forti contrasti di luminosità. Le sorgenti luminose sono diverse.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza storica e artistica della "Trasfigurazione" di Raffaello?
- Come Raffaello ha rappresentato la trasfigurazione di Gesù nel dipinto?
- Quali sono le differenze tra le due sezioni del dipinto?
- Chi sono i personaggi rappresentati nella parte inferiore del dipinto?
- Qual è il ruolo dei colori e della luminosità nel dipinto?
La "Trasfigurazione" è l'ultima opera a cui Raffaello ha lavorato prima della sua morte, esposta nella Pinacoteca Vaticana a Roma. È significativa per la sua rappresentazione complessa e simbolica della trasfigurazione di Gesù e la liberazione del giovane indemoniato.
Raffaello ha reso visibile la trasfigurazione di Gesù dipingendolo sollevato da terra, circondato da un alone di luce, con il volto e i capelli che sembrano dematerializzati, seguendo il passo del Vangelo che descrive il suo volto risplendente come il sole.
La parte superiore del dipinto rappresenta la trasfigurazione di Gesù con un aspetto divino, mentre la parte inferiore è caratterizzata da una folla agitata e ricca di fisicità. Le due sezioni sono unite da una linea convergente delle braccia della folla verso l'immagine di Cristo.
Nella parte inferiore del dipinto si trovano i nove apostoli, i genitori del ragazzo liberato dal demonio, e la folla. Sul monte Tabor ci sono tre apostoli (Giacomo, Giovanni e Pietro) e sopra di loro Gesù, accompagnato da Mosè ed Elia.
I colori e la luminosità giocano un ruolo cruciale nel dipinto, con toni caldi e brillanti nella parte inferiore che diventano più chiari e freddi verso l'alto. La drammaticità è accentuata da forti contrasti di luminosità, con diverse sorgenti luminose.