Concetti Chiave
- La Trasfigurazione è l'ultima opera di Raffaello, creata tra il 1518 e il 1520, e situata nei Musei Vaticani.
- L'opera, una pala d'altare commissionata da Leone X, rimase incompleta a causa della morte dell'artista.
- Raffaello utilizza un linguaggio drammatico, differente dall'armonia delle sue opere precedenti, per rappresentare la trasfigurazione di Cristo.
- Al di sotto della Trasfigurazione, Raffaello aggiunge una scena con personaggi che esprimono emozioni profonde, incluso un bambino liberato da un demone.
- La tavolozza di Raffaello in quest'opera è influenzata da Michelangelo, con colori brillanti e complementari che creano un forte impatto visivo.
Indice
L'ultima opera di Raffaello
La Trasfigurazione, risalente al 1518-1520, si trova nei Musei Vaticani ed è l'ultima opera di Raffaello. In quest'opera, meglio che nella Stanza dell'incendio di Borgo, è leggibile la fase evolutiva dell'artista che fu però interrotta dalla sua morte. L'opera è una pala d'altare, commissionata da Leone X, che rimase inconclusa nella bottega del pittore. Ancora da completare erano il contesto e il cielo. Raffaello utilizza un linguaggio drammatico, privo dell'armonia e della grazia presente nelle opere degli anni precedenti.
Il tema della trasfigurazione
Il tema dell'opera è quello della trasfigurazione di Cristo avvenuta sul monte Tabur: Gesù si trovava su questo monte con i suoi apostoli prediletti: Pietro, Giovanni e Giacomo; i quali si assopirono e videro Cristo alzarsi dalla terra e il cielo aprirsi. Gli apostoli poi si svegliarono e videro quest'immagine, in più vi erano i profeti Mosè ed Elia a fianco di Gesù. Il tema di per sè non è quindi drammatico.
La poetica degli affetti
Raffaello al di sotto di questo episodio aggiunge un altro racconto: vi sono dei personaggi che assistono alla scena che vedono gli apostoli. In questi personaggi si leggono la poetica degli affetti e i moti dell'animo: c'è infatti un bambino ossesso, che viene liberato dal demonio grazie alla visione. Vi è il padre che lo trattiene e la madre che indica la trasfigurazione, la stessa cosa fecero gli stessi personaggi tanto che si creò un incrocio di indicazioni per sollecitare il bambino a guardare il miracolo.
Tavolozza e influenze michelangiolesche
La tavolozza è simile a quello di Michelangelo: Raffaello aveva infatti visto la Cappella Sistina e assorbì sia la fisicità dei personaggi, ma anche l'utilizzo della tavolozza antinaturalistico: vi sono colori brillanti, intensi, saturi; tinte di questo tipo vengono detto tinte michelangiolesche, che utilizzano colori cangianti. È possibile individuare un accostamento di tinte complementari, ad esempio verde e rosso, arancio e blu, viola e giallo, che non si fondono, ma si distinguono e rafforzano l'effetto.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'opera "Trasfigurazione" di Raffaello?
- Quali elementi drammatici ha introdotto Raffaello nella "Trasfigurazione"?
- Come si caratterizza la tavolozza utilizzata da Raffaello nella "Trasfigurazione"?
Il tema principale dell'opera è la trasfigurazione di Cristo sul monte Tabur, dove Gesù appare con i suoi apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo, e i profeti Mosè ed Elia.
Raffaello ha introdotto un linguaggio drammatico, privo dell'armonia e della grazia delle sue opere precedenti, e ha aggiunto un racconto secondario con personaggi che mostrano la poetica degli affetti e i moti dell'animo, come un bambino ossesso liberato dal demonio.
La tavolozza è simile a quella di Michelangelo, con colori brillanti, intensi e saturi, detti tinte michelangiolesche, che utilizzano accostamenti di tinte complementari come verde e rosso, arancio e blu, viola e giallo, per rafforzare l'effetto visivo.