Concetti Chiave
- Piero della Francesca era un pittore rinascimentale, matematico e maestro della prospettiva, nato a S. Sepolcro nel 1420.
- Le sue opere applicano rigorosamente le regole della prospettiva e delle proporzioni, modellando la realtà su forme geometriche come sfere e cubi.
- I personaggi nei suoi dipinti sono solenni e impassibili, spesso ornati con perle di cristallo per intensificare la luce.
- La "Pala di Brera" rappresenta la Madonna e Gesù, con dettagli simbolici e un ambiente rinascimentale ricco di elementi prospettici.
- Nel ciclo di affreschi della Chiesa di S. Francesco ad Arezzo, Piero rappresenta la leggenda del Ritrovamento della Croce, con composizioni basate su spazio, volume e luce naturale.
Piero della Francesca e la prospettiva
Piero della Francesca, originario di S. Sepolcro, dove nacque nel 1420, è stato un pittore, un esperto di prospettiva ed un matematico. Nella sua vita soggiornò diverse volte a Urbino, alla corte dei duchi di Montefeltro. Avendo una formazione di matematico, egli considerava la pittura come una scienza: infatti nelle sue opere egli applica in modo rigoroso le regole della prospettiva e delle proporzioni fra i corpi e lo spazio, anche nei più piccoli particolari. La realtà che egli esprime è modellata sulla sfera, sul cilindro e sul cubo; tuttavia la sua ricerca della forma assoluta va più avanti fino trasmettere un messaggio visivo che va ben oltre la cultura rinascimentale. I personaggi dipinti da Piero della Francesca sono solenni, severi ed impassibili, come se fiossero scolpiti e modellati dalla luce del giorno. Un’altra caratteristica delle sue opere: spesso i personaggi sono ornati con delle perle di cristallo che aumentano l’intensità della luce.
Fra le sue opere più famose possiamo citare la
La pala di Brera
La Pala di Brera si chiama così perché si trova a Milano nella Pinacoteca di Brera. Essa rappresenta la Madonna che tiene in braccio Gesù bambino, circondata da sei santi e due angeli. Davanti alla Vergine, in ginocchio, si riconosce Federico II di Urbino, rivestito della sua armatura. Il Bambino è addormentato è porta al colla una collana rossa, simbolo della vita e della morta; la sua posizione fa pensare a quella di Gesù Cristo deposto dalla Croce, in grembo alla Madonna. Il trono su cui è seduta la vergine, che occupa la parte centrale della Pala, è collocato su di un tappeto di origine anatolica. Dietro alle figure, abbiamo un ambiente tipicamente rinascimentale, con soffitto a cassettoni, nicchie, lesene corinzie in cui il pittore fa sfoggio delle sue grandi conoscenze prospettiche. Dal soffitto, collegato ad una conchiglia, scende un uovo di struzzo che richiamerebbe l’ Immacolata concezione poiché le uova di struzzo si dischiudono al calore del sole.
Il ciclo degli affreschi ad Arezzo
Nel ciclo degli affreschi della Chiesa di S. Francesco ad Arezzo, Piero della Francesca ha rappresentato la leggenda del Ritrovamento della Croce a cui ha lavorato per otto anni. Fra i personaggi raffigurati abbiamo la Regina di Saba che, attorniata dalle sue dame di corte sta venerando la Croce. Le regole compositive si basano sul rapporto fra spazio, volume e forma. Un elemento unificatore dell’affresco è la luce, che è modulata su quella naturale che proviene dalla finestra che occupa la parte centrale della cappella.
Domande da interrogazione
- Qual è l'approccio di Piero della Francesca alla pittura?
- Quali sono alcune delle opere più famose di Piero della Francesca?
- Qual è il significato dell'uovo di struzzo nella Pala di Brera?
- Come viene utilizzata la luce nel ciclo degli affreschi della Chiesa di S. Francesco ad Arezzo?
Piero della Francesca considerava la pittura come una scienza, applicando rigorosamente le regole della prospettiva e delle proporzioni nei suoi lavori.
Tra le opere più famose di Piero della Francesca ci sono la Pala di Brera e il ciclo degli affreschi della Chiesa di S. Francesco ad Arezzo.
L'uovo di struzzo nella Pala di Brera simboleggia l'Immacolata concezione, poiché le uova di struzzo si dischiudono al calore del sole.
La luce è un elemento unificatore dell'affresco, modulata su quella naturale che proviene dalla finestra centrale della cappella.