Concetti Chiave
- Il "Tondo Doni", unica tempera su tavola di Michelangelo, celebra la nascita di Maria Doni e rappresenta un tema battesimale con un complesso schema piramidale.
- La Cappella Sistina, restaurata per volere di Papa Sisto IV, è una celebrazione visiva della teologia cristiana con un complesso programma iconografico realizzato in quattro fasi, tra cui spicca la "Creazione di Adamo".
- Il "Giudizio Universale" di Michelangelo, ispirato a Dante e all'Apocalisse, rappresenta un caos drammatico di corpi nudi con un Cristo erculeo al centro, suscitando critiche per la sua rottura delle convenzioni iconografiche.
- La "Pietà Bandini", un esempio di non-finito, mostra il dolore umano in una composizione piramidale, con il corpo di Cristo sorretto da personaggi tra cui Nicodemo, avente le sembianze di Michelangelo stesso.
- Le opere di Michelangelo nella Cappella Sistina aboliscono il piano illusionistico prospettico, incorporando figure come gli "Ignudi" e gli "Antenati di Cristo" con un forte cangiantismo, influenzando la percezione dello spazio d'osservazione.
Indice
Il "Tondo doni" di Michelangelo
Il “Tondo doni” è stato realizzato tra il 1506-7 su commissione di Agnolo Doni per celebrare la nascita della figlia Maria. È l’unica tempera su tavola che siamo certi di poter attribuire a Michelangelo.
Viene trattato un tema battesimale e la rappresentazione è organizzata secondo uno schema piramidale, alla cui sommità si trova Giuseppe, che porge Gesù alla Vergine che , in una posa serpentinata e il corpo ruotato indietro, costituisce la base della piramide. Alle loro spalle si ha un muro che rappresenta il peccato, a cui è appoggiato San Giovanni battista, con una croce astile, che rappresenta il passaggio dalla vita pagana a quella cristiana. Oltre il muro si ha un gruppo di giovani nudi, in cui appaiono chiare le citazioni dell’antico, soprattutto di opere come il “Lacoonte” e l’ ”Apollo” del Belvedere e la sua vasta conoscenza del patetismo ellenistico. Il Tondo presenta tutte le caratteristiche della pittura michelangiolesca che poi ritroveremo nella Cappella Sistina: si ha un forte cangiantismo e un grande uso di cromie stridenti che aiutano nella resa dei volumi dei corpi; i copri sono molto possenti e la Vergine appare quasi mascolina. Gli sguardi sono molto languidi e il disegno molto netto è in contrasto con lo sfumato usato da Leonardo.La decorazione della Cappella Sistina
La costruzione risale al Medioevo, ma fu restaurata per volere del papa Sisto IV tra il 1475 e il 1481. La sua decorazione è la più grande teologia visiva della cristianità e il suo complesso programma iconografico è realizzato in 4 fasi. La prima fase va dal 1481 e il 1482 e riguarda la decorazione delle pareti con le storie di Cristo e di Mosè, che costituiscono una legittimazione del potere temporale della Chiesa. È il trionfo dell’Umanesimo umbro-fiorentino e tra i collaboratori spiccano Botticelli, Signorelli, Rosselli e Perugino. In questa prima fase viene anche affrescata la volta ,con un cielo stellato, che si deteriorerà nel tempo. Nel 1508 inizia la seconda fase della decorazione,terminata nel 1512, in cui a Michelangelo è commissionata la realizzazione della volta. Inizialmente il Papa aveva richiesto una ripartizione geometrica con la rappresentazione degli apostoli, ma si ha poi un radicale cambiamento del progetto , probabilmente su consiglio di Egidio da Viterbo, e nel progetto finale ,nella parte centrale della volta sono rappresentate le storie della Genesi, nelle imposte della volta si hanno i Veggenti, le vele e i lunettoni sono decorati con le rappresentazioni degli antenati di Cristo, mentre nei pennacchi abbiamo le storie miracolose del popolo di Israele. Nella terza fase (1515-1518) vengono realizzati le storie degli Apostoli e in una quarta fase (1536-1541) Michelangelo realizza il “Giudizio Universale” nella parete dietro all’altare. La decorazione della volta è una celebrazione dell’operato di Dio, di cui l’uomo è il massimo compimento.
Le storie della Genesi
Le “Storie della Genesi” sono rappresentate nella parte centrale della volta in delle finte ripartizioni architettoniche in cui si alternano cinque sfondamenti di cielo a quattro quadri riportati e dove vengono raccontate 9 storie, in un ordine diverso rispetto a quello cronologico in quanto Michelangelo sceglie di iniziare dall’ultima storia. Progressivamente si ha un aumento delle dimensioni delle figure rappresentate ma ne diminuisce il numero. Per portare a termine l’opera, Michelangelo utilizza un ponteggio pensile posto a 24 m da terra e lavora quasi completamente in solitudine. La scena più conosciuta della Cappella Sistina è senza dubbio la “Creazione di Adamo” . Si tratta di una pittura delle figure, in quanto il paesaggio è quasi completamente assente, in cui Michelangelo ha trasformato il soffio vitale in un tocco. Adamo è rappresentato come bellissimo e nudo, mentre il Dio padre è enorme e possente, circondato da questo manto gonfiato dal vento e da nove figure angeliche, tra cui spiccano un donna, che potrebbe rappresentare la sapienza o Maria e un mostriciattolo, che potrebbe essere Satana o Giuda; egli allunga il braccio verso Adamo per trasmettergli la vita. Le mani si tendono ma non si toccano.
Nelle imposte della volta ritroviamo le Sibille e i Profeti, i veggenti del mondo pagano e cristiano, caratterizzati da un grande cangiantismo e posti in pose serpeggianti. Nelle vele e nei lunettoni abbiamo gli “Antenati di Cristo”, che realizza direttamente sull’intonaco solo con un sommario disegno preparatorio e dove troviamo nuovamente forti effetti di cangiantismo.
Gli Ignudi e la prospettiva
I quadri riportati della parte centrale della volta sono decorati dagli “Ignudi”, delle figure nude maschili non chiaramente identificate che potrebbero essere degli angeli privi di ali, dei geni antichi oppure degli spiriti rappresentati nell’atto di liberarsi dalla carne. È una chiara celebrazione del copro umano nudo.
Michelangelo abolisce il piano illusionistico - prospettico quattrocentesco, la prospettiva da sotto in su e il quadro riportato coesistono e la rappresentazione è policentrica, lo spettatore deve continuamente variare il punto di osservazione.
Il "Giudizio universale" di Michelangelo
Tra il 1536 e il 1541 Michelangelo realizza il “Giudizio universale”, su commissione di papa Clemente VII, come rappresentazione ex voto per essere sopravvissuto al sacco di Roma del 1527 e, alla sua morte, fatto proseguire da Paolo III Farnese. Per realizzare quest’opera, Michelangelo si ispira a Dante e all’ “apocalisse” di San Giovanni. Si ha un abolizione della ripartizione in comparti orizzontali, della profondità e del paesaggio: è un caos di corpi nudi al cui centro si trova un Cristo erculeo, rappresentato al centro di un movimento rotatorio e imberbe. Alla sua destra si hanno i salvati, che ascendono al cielo attoniti, ma non gioiosi, mentre alla sinistra i dannati vengono spediti all’Inferno. Riprende alcune figure della tradizione, tra cui Minosse e Caronte e si pensa che San Bartolomeo, rappresentato con la propria pelle in mano, sia un autoritratto. La rappresentazione è fortemente drammatica e parte dei dettagli vengono aggiunti a secco o addirittura incisi.
Critiche e censure al "Giudizio universale"
Molte sono le critiche mosse a quest’affresco: si ha un rottura dell’ordine e una mancanza di chiarezza didascalica perché la maggior parte è rappresentata senza gli attributi iconografici classici; non c’è nessuna intercessione da parte di Maria o San Giovanni e per questo Michelangelo è criticato perché ritenuto filo protestante. Inoltre,la grazia si ottiene per fede e non per meriti. Michelangelo decide di rappresentare la maggior parte delle figure nude in quanto ognuno di noi appare nudo e inerme di fronte a Dio, ma questa scelta provocherà uno scandalo e nel 1564 Pio IV affiderà a Daniele da Volterra l’incarico di censurare i nudi.
La Pietà Bandini
è stata realizzata tra il 1547 e il 1555 ed è un esempio di non-finito michelangiolesco, il marmo era difettoso. Doveva essere posta nel Duomo di Firenze, sulla sua sepoltura ma a causa delle crisi depressive sempre più frequenti inizia a prendere a martellate la scultura, rompendo un braccio e una gamba a Cristi e una mano di Marie e finirà per abbandonarla. La scultura è organizzata secondo uno schema piramidale molto verticale che conferisce grande drammaticità. Il corpo di Cristo è sostenuto da Nicodemo, che ha le sembianze dell’artista, Maria e Maria Maddalena. È una rappresentazione del dolore umano.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del "Tondo Doni" nella produzione artistica di Michelangelo?
- Quali sono le fasi principali della decorazione della Cappella Sistina?
- Come viene rappresentato il "Giudizio Universale" di Michelangelo?
- Quali critiche sono state mosse al "Giudizio Universale"?
- Qual è la particolarità della "Pietà Bandini" di Michelangelo?
Il "Tondo Doni" è l'unica tempera su tavola attribuita con certezza a Michelangelo, realizzata per celebrare la nascita della figlia di Agnolo Doni. Presenta caratteristiche distintive della pittura michelangiolesca, come il cangiantismo e l'uso di cromie stridenti, che si ritrovano anche nella Cappella Sistina.
La decorazione della Cappella Sistina si sviluppa in quattro fasi: la prima (1481-1482) con le storie di Cristo e Mosè; la seconda (1508-1512) con la volta di Michelangelo; la terza (1515-1518) con le storie degli Apostoli; e la quarta (1536-1541) con il "Giudizio Universale".
Il "Giudizio Universale" è un'opera drammatica e caotica, con un Cristo erculeo al centro e una rappresentazione senza comparti orizzontali. Michelangelo si ispira a Dante e all'Apocalisse di San Giovanni, e la maggior parte delle figure è nuda, provocando scandalo e critiche.
Le critiche al "Giudizio Universale" includono la rottura dell'ordine e la mancanza di chiarezza didascalica, l'assenza di intercessione da parte di Maria o San Giovanni, e la rappresentazione di figure nude, vista come filo protestante. Nel 1564, Daniele da Volterra fu incaricato di censurare i nudi.
La "Pietà Bandini" è un esempio di non-finito michelangiolesco, realizzata con un marmo difettoso. Destinata al Duomo di Firenze, fu abbandonata da Michelangelo a causa di crisi depressive, dopo aver danneggiato la scultura. Rappresenta il dolore umano con un drammatico schema piramidale.