Concetti Chiave
- Il progetto della tomba di Giulio II, affidato a Michelangelo nel 1505, fu ripetutamente ritardato e ridimensionato rispetto all'idea originale.
- La tomba, inizialmente destinata alla Basilica di San Pietro, fu infine collocata nella Chiesa di San Pietro in Vincoli.
- La figura centrale della tomba rappresenta il papa sdraiato, affiancato da un profeta e una sibilla, con la Vergine sopra di lui.
- La statua di Mosè, con proporzioni innaturalmente allungate per essere vista dal basso, è il fulcro visivo dell'opera.
- Le statue dei due schiavi rappresentano l'idea platonica dell'anima prigioniera del corpo, esprimendo una liberazione scultorea dalla materia.
Il progetto del monumento funebre
Nel 1505 a Roma, papa Giulio II incaricò Michelangelo di progettare il monumento funebre che sarebbe stato posto nella Basilica di San Pietro. L’esecuzione verrà rinviata a lungo per volere del papa, e venne realizzata nel 1544, in seguito alla morte del papa, in maniera molto ridimensionata rispetto a quella che era l’idea originale. Non solo il progetto cambiò, ma anche la sua disposizione, infatti viene posta nella Chiesa di San Pietro in Vincoli.
La figura centrale e Mosè
La figura centrale del papa sdraiato è posta tra un profeta e una sibilla. È sovrastato dalla Vergine, posta dentro una nicchia coperta da un catino e con ai lati delle paraste trabeate. L’attenzione dell’osservatore si sposta immediatamente sulla gigantesca figura seduta di Mosè, che porta nelle mani le tavole della Legge. Ha delle proporzioni innaturalmente allungate, dal momento che era stata pensata per essere vista dal basso. Ha uno sguardo estremamente intenso, e la morbida e lunga barba esprime un senso di saggezza e vecchiaia. Il contrapposto è arricchito dal moto rotatorio della veste, che ricopre la gamba destra.
Le statue degli schiavi
Le statue dei due schiavi, lo schiavo ribelle e quello morente, esprimono l’idea dell’anima prigioniera del corpo, che era una concezione platonica. Allo stesso modo la forma, la scultura si libera dalla materia, che è il suo carcere.