Concetti Chiave
- Michelangelo si dedicò con passione alla realizzazione della tomba monumentale per Papa Giulio II, nonostante le difficoltà e i continui cambiamenti richiesti dal papa stesso.
- Il progetto originale della tomba subì molte interruzioni e modifiche, culminando in una versione finale che non rispecchiava la visione iniziale di Michelangelo.
- La tomba di Giulio II doveva rappresentare simbolicamente l'ascesa e la liberazione dell'uomo dai propri limiti, con figure come gli Schiavi e Mosè che incarnano questa lotta.
- La statua di Mosè, originariamente progettata per essere vista da un piano sopraelevato, esprime tensione e forza contenuta, un tema caro a Michelangelo nella rappresentazione della condizione umana.
- Sigmund Freud interpretò l'opera di Michelangelo come una rappresentazione dell'ira controllata, suggerendo che il Mosè incarnasse l'essenza della gestione della propria rabbia.
Michelangelo e la tomba di Giulio II
Michelangelo prende a cuore la committenza del Papa Giulio II, un uomo energico, decisionista, ambizioso ma anche lungimirante sugli artisti da chiamare a Roma. Egli chiede all’artista una tomba monumentale da collocare in un punto prestigioso in San Pietro, come se fosse il migliore dei papi. Ma a questa “yubris” seguirà la “nemesi ”di essere poi sepolto in San Pietro sì ma in Vincoli e con un adattamento lontano dal progetto di Michelangelo.
Interruzioni e varianti del progetto
I lavori saranno interrotti più volte, il papa chiede varianti e non anticipa i soldi per il marmo, che vengono scelti e acquistati dall’artista stesso sempre più amareggiato da tutti questi ostacoli e dal crescente disinteressamento di Giulio II. Ogni lavoro è per l’Artista un processo personale di catarsi, attraverso la sua fatica, sino al raggiungimento dello scopo: raccontare il valore dell’ascesa. Nelle tre varianti del progetto l’idea è sempre la stessa: alla base gli Schiavi o Prigioni, uomini nudi, muscolosi, “contrapposti “, ”non finiti”: l’uomo prigioniero dei suoi limiti. Al secondo livello vi sono due figure bibliche di riferimento a cui l’uomo può ispirarsi, tra cui si riconosce Mosè. Alla cima si trova invece la figura del Papa (recenti studi riconoscono la mano dell’Artista).
La statua di Mosè
La statua fu posta a terra, alla morte di Giulio II, ma Michelangelo l’aveva scolpita per il primo piano quindi in prospettiva. Inutile parlare della sua perfezione anatomica ma è l’espressione che colpisce del corpo e del volto.
Il critico De Tolnay immagina Mosè appena giunto tra il suo popolo dopo aver ricevuto sul monte Sinai le Tavole della Legge. Sta per elencarle quando viene attratto da qualcosa che lo fa infuriare: il Vitello d’oro. Tutto il suo corpo è contratto, i muscoli delle braccia, le mani, le dita che stringono a caso le ciocche della barba. La gamba spostata indietro fa comprendere che Mosè sta per alzarsi e andar via infuriato, nel frattempo il suo braccio destro si solleva e le Tavole cadranno frantumandosi. Freud afferma che Michelangelo ha scolpito Mosè infuriato e basta, non si trattava di un modello da seguire. Secondo Freud Michelangelo non voleva rappresentare un uomo modello a cui ispirarsi. Questo momento, invece, è quello della rabbia sì ma anche quello della forza del contenimento, quei muscoli tesi tradiscono l’ immane sforzo fatto dal Patriarca per calmarsi. Così deve fare e comportarsi l’uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la visione originale di Michelangelo per la tomba di Giulio II?
- Quali sono stati gli ostacoli principali che Michelangelo ha affrontato durante la realizzazione della tomba?
- Come viene rappresentato Mosè nella statua di Michelangelo e qual è il significato della sua espressione?
- Qual è il significato simbolico degli "Schiavi o Prigioni" nella tomba di Giulio II?
Michelangelo immaginava una tomba monumentale per Giulio II, situata in un punto prestigioso di San Pietro, con una struttura a più livelli che rappresentava l'ascesa dell'uomo, ma il progetto fu modificato e mai completato come previsto.
Michelangelo ha affrontato interruzioni frequenti, richieste di varianti da parte del papa, e la mancanza di fondi anticipati per il marmo, che hanno causato amarezza e disinteresse crescente da parte di Giulio II.
Mosè è rappresentato con un'espressione di rabbia e tensione muscolare, simbolizzando la forza del contenimento e lo sforzo di calmarsi, piuttosto che un modello da seguire, secondo l'interpretazione di Freud.
Gli "Schiavi o Prigioni" rappresentano l'uomo prigioniero dei suoi limiti, con figure muscolose e "non finite" che simboleggiano la lotta e l'ascesa dell'uomo verso l'ispirazione e la crescita personale.