Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il progetto originario della tomba di Giulio II, ideato da Michelangelo, prevedeva un imponente mausoleo piramidale all'interno della Basilica di S. Pietro, con circa quaranta statue.
  • A causa di complotti e cambiamenti di priorità, il progetto originale venne ridimensionato, portando Michelangelo a dedicarsi ad altre opere come la Cappella Sistina.
  • Le prime statue realizzate per la tomba furono lo Schiavo ribelle, lo Schiavo morente e il Mosè, quest'ultima considerata un ritratto di Giulio II per la sua espressività e forza morale.
  • Le statue dello Schiavo ribelle e dello Schiavo morente non furono incluse nel progetto finale e furono donate a Roberto Strozzi, successivamente portate in Francia e ora esposte al Louvre.
  • Oltre al Mosè, Michelangelo scolpì anche quattro Schiavi e il Genio della Vittoria, con un forte tema di oppressione e drammaticità, conservati in vari musei italiani.

Indice

  1. Il progetto originale della tomba
  2. Modifiche e complotti
  3. Le statue e il loro significato
  4. Il Mosè e la tradizione
  5. Gli schiavi e il Genio della Vittoria

Il progetto originale della tomba

La tomba del Papa Giulio II è un progetto scultoreo ed architettonico elaborato da Michelangelo, ma mai compiuto come previsto perché modificato più volte.

Alla morte di Giulio II, gli eredi per volontà esplicita del papa stipulano un contratto con Michelangelo affinché riprenda i lavori. La storia del progetto è però molto lunga e complessa. Nel progetto originario, che conosciamo tramite il Vasari, si trattava di un colossale mausoleo, a forma di piramide architettonica e scultorea da collocare all’interno della basilica di S. Pietro. Il sarcofago del papa avrebbe dovuto essere dotato di una quarantina di statue alcune libere e altre inserite in apposite nicchie.

Modifiche e complotti

Michelangelo accettò il lavoro e preso da entusiasmo si recò immediatamente nelle cave di Carrara per scegliere i blocchi marmo necessari. Durante la sua assenza, a Roma fu messo in piedi un complotto contro di lui, mossi dalla gelosia che muoveva gli artisti della cerchia papale e fra questi, primo fra tutti il Bramante. Fu così che al ritorno da Carrara, Michelangelo si rese conto che il papa non era più interessato al progetto della sua tomba a favore della Basilica di Sam Pietro con la scusa che la costruzione di un sarcofago prima della morte non era di buon auspicio. Chiese dei chiarimenti al papa, ma inutilmente e alla fine decise di lasciare Roma per Firenze. Grazie all’intervento del gonfaloniere di Firenze Pier Soderini e alle numerose sollecitazioni papali alla fine ritornò sulla sua decisione e, nel frattempo, gli fu affidata la decorazione della Cappella Sistina.

Le statue e il loro significato

L’anno successivo, nel 1513, Giulio II morì e gli eredi per volontà esplicita del papa stipulano un contratto con Michelangelo affinché riprendesse i lavori. Il progetto fu rivisto notevolmente, prevedendo un monumento addossato alla parete. A questo periodo risalgono le prime statue: lo Schiavo ribelle, lo Schiavo morente e il Mosè. Probabilmente le due state rappresentano le provincie conquistate da Giulio II o forse le Arti Liberali incatenate e morenti a causa della morte del Papa. oppure la perenne lotta dell’uomo contro il destino e la sua sconfitta. Nello Sciavo morente esiste un chiaro riferimento al Lacoonte. Il senso del dolore nasce dal fatto che lo schiavo cerca di liberarsi dai lacci volgendo la testa da un lato e il torace dall’altro mentre le gambe, che non appoggiano sullo stesso piano, sono in posizione frontale. La stessa sofferenza è presente nello schiavo morente. Il corpo proporzionato, levigato, il volto è perfetto e questo rende ancora più drammatica la coscienza di essere alla fine della vita. Lo schiavo mantenendo una mano dietro la testa e cercando di alzare la maglia che gli copre il petto, sembra che voglia liberarsi il petto per approfittare dell’ultimo respiro. Le due statue che erano previste nel secondo progetto, non erano invece previste nel progetto definito della tomba per la chiesa di San Pietro in Vincoli. Per questo motivo, Michelangelo le regalò a Roberto Strozzi che lo aveva ospitato in casa sua durante il soggiorno romano. Nel 1550, Roberto Strozzi le portò con sé in esilio a Lione ed in seguito, ne fece dono al re di Francia. Attualmente entrambe sono esposte al Museo del Louvre.

Il Mosè e la tradizione

Nel Mosé, l’unica che ha trovato una collocazione definitiva in S. Pietro e Vincoli, molti hanno visto il ritratto di Giulio II. Tutti i particolari ci fanno capire le qualità del personaggio e la sua energia morale: egli volge la testa corrucciata, fissa lo sguardo con un aspetto imperioso verso l’interlocutore, manifesta una volontà egemonica, indomabile e coraggiosa. Un’evidente continuità con la tradizione ci è data dal San Giovanni Evangelista di Donatello.

Gli schiavi e il Genio della Vittoria

Per la Tomba, Michelangelo scolpì anche quattro Schiavi e il Genio della Vittoria. Gli schiavi sono spesso noti con il nome di Prigioni. In essi è presente una forte drammaticità della loro condizione di oppressi e di inutilità della lotta, resa ancora più evidente dal “non-finito” che esaspera il contrasto fra ciò che è forma e ciò che resta allo stato informe.

I Prigioni sono conservati alla Galleria dell’Accademia, eccetto il Genio della Vittoria che si trova nel Salone dei Cinquecento, nel Palazzo Vecchio, a Firenze.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il progetto originale della tomba di Giulio II secondo Michelangelo?
  2. Il progetto originale prevedeva un colossale mausoleo a forma di piramide architettonica e scultorea, con un sarcofago dotato di circa quaranta statue, da collocare all'interno della basilica di S. Pietro.

  3. Perché Michelangelo abbandonò temporaneamente il progetto della tomba di Giulio II?
  4. Michelangelo abbandonò il progetto a causa di un complotto contro di lui a Roma e della mancanza di interesse del papa, che preferì concentrarsi sulla Basilica di San Pietro.

  5. Quali statue furono create da Michelangelo per la tomba di Giulio II e cosa rappresentano?
  6. Michelangelo creò lo Schiavo ribelle, lo Schiavo morente e il Mosè. Le statue rappresentano le province conquistate da Giulio II, le Arti Liberali incatenate, o la lotta dell'uomo contro il destino.

  7. Dove si trovano attualmente le statue degli Schiavi e del Genio della Vittoria?
  8. Gli Schiavi sono conservati alla Galleria dell’Accademia, mentre il Genio della Vittoria si trova nel Salone dei Cinquecento, nel Palazzo Vecchio a Firenze.

  9. Qual è l'importanza della statua del Mosè nella tomba di Giulio II?
  10. La statua del Mosè è vista come un ritratto di Giulio II, esprimendo le sue qualità morali, volontà egemonica e coraggio, ed è l'unica collocata definitivamente in S. Pietro in Vincoli.

Domande e risposte