Concetti Chiave
- La Tomba di Giulio II, progettata da Michelangelo, è situata nella Basilica di San Pietro e doveva inizialmente contenere circa quaranta statue.
- Michelangelo realizzò sei progetti per il monumento, scegliendo il meno complesso a causa delle limitate risorse finanziarie del Papa Giulio II.
- Il progetto iniziò nel 1505 e subì numerose interruzioni, completandosi solo dopo la morte di Giulio II, coprendo un arco di 40 anni della vita di Michelangelo.
- La statua del Mosè, originariamente destinata al livello superiore, venne infine collocata al centro del registro inferiore ed è celebre per la sua espressività.
- Accanto al Mosè, le sculture degli Schiavi Ribelle e Morente sono esemplari della tecnica del "Non-Finito", enfatizzando la spiritualità rispetto alla perfezione formale.
La tomba di Giulio II
La Tomba di Giulio II è un complesso scultoreo realizzato da Michelangelo e situato nella Basilica di San Pietro a Roma, che secondo i primi progetti doveva essere composto da circa quaranta statue.
Michelangelo realizzò sei differenti progetti per la costruzione del monumento e ne costruì quello meno complesso, vista la scarsa disponibilità economica del Papa Giulio II, il quale gli aveva commissionato anche la realizzazione della Cappella Sistina.
Per la realizzazione delle sculture scelse personalmente i Marmi andando a Carrara; per questa scelta ci mise ben otto mesi.
La realizzazione del complesso scultoreo ebbe inizio nel 1505, anno della commissione dei lavori, ed ebbe varie interruzioni, tanto che il tutto venne completato dopo la morte del Papa.
Iniziò il progetto a 30 anni e terminò tutto a 70 anni.
L’opera è divisa in due livelli, con sei statue, tre nel livello inferiore e tre in quello superiore.
Il Mosè e il suo significato
La statua più rinomata di queste è quella del Mosè, il quale doveva inizialmente essere posizionato nel secondo livello ed attorniato anche da altre statue, ma alla fine venne posizionato al centro del registro inferiore.
Il Mosè è raffigurato con le tavole della legge (i dieci comandamenti) sotto il braccio destro, ricevute mentre era sul monte Sinai; è rivolto verso sinistra ad ascoltare Dio (non raffigurato) che gli parla; ha lo sguardo rivolto verso il basso poiché percepiva che il popolo si dava alla venerazione di altri dei, precisamente venerava un agnello d’oro.
Mosè ha in testa due raggi di sole (sembrano due corna, ma non lo sono), che lo seguirono durante la sua discesa dal monte Sinai.
Mosè si trova seduto e la sua barba scende inizialmente in modo dritto e poi storto, ed assieme alle gambe, da senso di movimento/rotazione.
Gli Schiavi e il Non-Finito
Vicino al Mosè dovevano esserci due Schiavi; quello Ribelle e quello Morente.
Sono realizzati con la tecnica del “Non-Finito”, poiché per Michelangelo contava la spiritualità e non la perfezione dei soggetti da lui realizzati, soprattutto nel suo ultimo periodo di vita.
Lo Schiavo Morente è raffigurato durante il suo ultimo sospiro di vita, mentre si libera di una maglia.
Per alcuni critici questa scultura è ambigua: lo schiavo sembra non avere caratteri maschili.Domande da interrogazione
- Qual è la storia dietro la realizzazione della Tomba di Giulio II?
- Qual è la statua più famosa della Tomba di Giulio II e quali sono le sue caratteristiche?
- Qual è la tecnica utilizzata da Michelangelo per le statue degli Schiavi e qual è il significato dietro di essa?
La Tomba di Giulio II è un complesso scultoreo commissionato a Michelangelo nel 1505, ma a causa di interruzioni e limitazioni economiche, fu completato solo dopo la morte del Papa. Michelangelo realizzò sei progetti, scegliendo infine il meno complesso.
La statua più famosa è quella del Mosè, inizialmente destinata al secondo livello ma poi posizionata al centro del registro inferiore. Raffigurato con le tavole della legge, Mosè ha uno sguardo rivolto verso il basso e due raggi di sole sulla testa.
Michelangelo utilizzò la tecnica del "Non-Finito" per le statue degli Schiavi, poiché per lui era importante la spiritualità piuttosto che la perfezione. Lo Schiavo Morente, in particolare, è raffigurato nel suo ultimo respiro, con un'interpretazione ambigua secondo alcuni critici.