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Concetti Chiave

  • La "camera picta" di Mantegna, conosciuta come "camera degli sposi" dal XVII secolo, è un capolavoro della sua produzione artistica.
  • Situata nella torre nord-orientale del castello di San Giorgio, era destinata a funzioni di rappresentanza per celebrare la casata dei Gonzaga.
  • L'ambiente cubico è decorato per simulare una loggia aperta, con un complesso gioco di prospettiva che amplifica lo spazio visivo.
  • La volta presenta vele con emblemi dei Gonzaga, ritratti di imperatori romani e figure mitologiche, culminando in un oculo che apre verso il cielo.
  • L'intera decorazione è in perfetta armonia con l'architettura, integrando elementi strutturali nell'affresco per una finzione scenica coerente.

Andrea Mantegna, Camera degli sposi

La “camera picta”, denominata solo a partire dal diciassettesimo secolo “camera degli sposi”, rappresenta uno dei punti più alti dell’opera di Mantegna.
Il piccolo ambiente, posto nella torre nord-orientale del castello di San Giorgio, aveva funzioni di rappresentanza, e per questo motivo Ludovico ne commissionò la decorazione con soggetti celebrativi della casata, dei suoi valori ideologici e delle virtù di governo.
La sala consiste in un ambiente quasi cubico sormontato da una volta ribassata a padiglione.

Mantegna dipinge le pareti e il soffitto in modo da simulare una loggia sostenuta da pilastri, aperta sul paesaggio esterno.
La volta viene suddivisa in vele in cui campeggiano emblemi dei Gonzaga, ritratti di imperatori romani entro ghirlande e figure mitologiche a monocromo; al centro, un oculo apre l’ambiente verso il cielo in un audace scorcio prospettico. Utilizzando addobbi che richiamano le cerimonie di corte, Mantegna studia per la camera artifici ottici e prospettici che dilatano percettivamente lo spazio.
Inoltre, l’intera decorazione è concepita in perfetta unità con l’architettura: in questa sapiente finzione scenica, Mantegna sfrutta gli elementi funzionali e strutturali integrandoli all’affresco.

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