Concetti Chiave
- Giorgione, noto anche come Giorgio da Castelfranco, è una figura enigmatica del Rinascimento, con poche informazioni sulla sua vita e formazione.
- Conosciuto per la sua pittura tonale, Giorgione ha innovato l'uso del colore, sfruttando le trasparenze della tecnica a olio per creare effetti di chiaroscuro e profondità.
- Le opere di Giorgione, spesso di piccolo formato, si concentrano su soggetti profani e si distinguono per la sensibilità verso la natura e il paesaggio.
- "La Tempesta" di Giorgione è un'opera enigmatica, ricca di simbolismo e soggetta a molteplici interpretazioni, tra cui temi di unione tra cielo e terra e riferimenti mitologici.
- La composizione de "La Tempesta" evidenzia un contrasto tra la calma dei protagonisti e la drammaticità del paesaggio, simbolizzando l'armonia tra uomo e natura.
Indice
Giorgione: un enigma del '500
Giorgio da Castelfranco, detto Giorgione è una delle personalità più enigmatiche del ‘500. Si sa davvero poco su di lui. Nessuna fonte indica la data di nascita né la famiglia di appartenenza, e non si conoscono i passaggi della sua formazione a Venezia. Egli operò per una committenza privata e colta e frequentò probabilmente i circoli letterari, che a Venezia assumevano una particolare connotazione laica. Egli affrontò prevalentemente soggetti profani: ritratti, raffigurazioni allegoriche e mitologiche. Probabilmente, la dispersione delle sue opere deriva proprio dal carattere non celebrativo della sua produzione, in un periodo in cui gli artisti non potevano sottrarsi ai soggetti sacri né alla celebrazione della committenza. Egli, poi, prediligeva i formati di piccola dimensione, adatti al collezionismo privato.
Innovazioni nella pittura di Giorgione
Elemento costante nelle opere di Giorgione è la sensibilità per la natura, che nella tradizione veneziana, a partire da Giovanni Bellini che fu probabilmente suo maestro, è resa attraverso una particolare sensibilità per il colore, la cura per il paesaggio, le atmosfere soffuse e intimiste. Egli rifiuta le convenzioni iconografiche che distinguevano la pittura sacra, mitologica, celebrativa. Con Giorgione nasce la pittura tonale, in cui il colore diviene il vero 'soggetto' dell'opera, consentita dalla tecnica a olio: sfruttando le caratteristiche di trasparenza della tecnica ad olio, con il colore steso per velature successive e sovrapposte, essa determina delicati effetti di chiaroscuro e di profondità. Così Giorgione fonde figure e ambientazione, produce la sensazione del movimento.
Tecnica e influenze artistiche
Giorgione non ha però rinunciato del tutto al disegno: il disegno, non visibile ad opera ultimata, serviva a precisare la composizione d'insieme e le singole figure anche in corso d'opera, nel caso di variazioni del progetto iniziale. L'artista, in questo modo, segna il passaggio dal Rinascimento della sperimentazione astratta a quello della 'Terza Maniera'. Egli supera la concezione prospettica del Quattrocento toscano. Appaiono evidenti le affinità con Leonardo, che Giorgione ha probabilmente potuto incontrare a Venezia intorno al 1500, durante il breve soggiorno dell'artista fiorentino.
Data di realizzazione: 1502-1503 circa Tecnica: olio su tela Dimensioni: 82 x 73 cm
Dove si trova: Gallerie dell’Accademia, Venezia
Descrizione e interpretazioni dell'opera
Quest’opera è stata sempre oggetto di diverse interpretazioni, tanto da essere considerata una degli ‘enigmi’ della storia dell’arte occidentale. È un’opera di difficile interpretazione. Vi sono due personaggi: un uomo e una donna che sta allattando un bambino sulla destra, che guarda l’osservatore. Alle spalle di tutto questo si erge un cielo scuro in procinto di tramutarsi in un temporale. Il lampo è il primo elemento che viene notato nell’opera. L'opera potrebbe simboleggiare l’unione tra il cielo e la terra da cui nasce un bambino. Una delle ipotesi più diffuse è quella che ha visto nell'opera la rappresentazione dei progenitori dopo la cacciata dall'Eden: a destra Eva mentre allatta il piccolo Caino, a sinistra Adamo, abbigliato con costumi veneziani; sullo sfondo il Paradiso Terrestre, sotto forma di città rinascimentale, ormai separato da simboliche rovine, espressione di morte. Il fulmine rappresenterebbe lo scatenarsi dell'ira divina. La Tempesta è stata letta anche come allusione al mito sulle origini della città di Padova, con cui il paesaggio urbano sullo sfondo sarebbe stato precisamente identificato. Secondo questa ipotesi, dunque, il soldato a sinistra richiamerebbe Antenore, il guerriero troiano mitico fondatore della città, mentre le rovine alle sue spalle alluderebbero alla distruzione di Troia. La madre con il bambino rappresenterebbe Padova, da cui la stessa Venezia ha avuto storicamente origine. La leggenda medievale narra di un tradimento di Antenore, segretamente accordatosi con i Greci durante la guerra di Troia, dal quale sarebbero derivate le frequenti sciagure subite da Padova: carestie, alluvioni, epidemie e tassazioni ingenti da parte di Venezia.
Simbolismo e significato della Tempesta
Forse il vero soggetto del dipinto è proprio la totale armonia tra uomo e natura, che nell'opera prende il sopravvento sugli elementi narrativi. Colpisce l'opposizione tra il moto improvviso del lampo e la calma contemplativa dell'uomo e della donna: questi sono in attesa di un evento naturale di fronte al quale non provano timore. La tempesta, dunque, annunciata dal fulmine, rappresenta il rinnovamento della natura secondo i suoi cicli originari, e la pioggia l'elemento benefico che unisce cielo e terra.
Domande da interrogazione
- Chi era Giorgione e quale era il suo stile artistico?
- Quali sono le caratteristiche distintive della pittura di Giorgione?
- Qual è l'interpretazione principale de "La Tempesta" di Giorgione?
- Quali elementi simbolici sono presenti ne "La Tempesta"?
- Dove si trova attualmente "La Tempesta" e quali sono le sue dimensioni?
Giorgione, noto anche come Giorgio da Castelfranco, era un artista enigmatico del '500, noto per la sua sensibilità verso la natura e l'uso del colore. Egli preferiva soggetti profani e formati di piccola dimensione, contribuendo alla nascita della pittura tonale.
La pittura di Giorgione è caratterizzata dall'uso del colore come soggetto principale, ottenuto attraverso la tecnica a olio con velature sovrapposte, creando effetti di chiaroscuro e profondità. Egli superava le convenzioni iconografiche tradizionali e la prospettiva del Quattrocento toscano.
"La Tempesta" è considerata un enigma della storia dell'arte, con interpretazioni che vedono l'opera come rappresentazione dei progenitori dopo la cacciata dall'Eden o come allusione al mito delle origini di Padova. L'opera simboleggia l'armonia tra uomo e natura.
Ne "La Tempesta", il lampo rappresenta l'ira divina o il rinnovamento della natura, mentre la madre con il bambino e il soldato richiamano figure mitologiche e storiche legate a Padova e Venezia. Le rovine simboleggiano distruzione e separazione.
"La Tempesta" si trova nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia e misura 82 x 73 cm.