Concetti Chiave
- La tela, dipinta tra il 1507 e il 1510, mostra un uomo e una donna con un bambino in un paesaggio naturale, caratterizzato da elementi come alberi, ruderi e un cielo minaccioso.
- Esistono diverse interpretazioni sull'identità dei personaggi: potrebbero essere figure mitologiche come Mercurio e Iside, oppure rappresentazioni bibliche di Adamo ed Eva.
- L'opera potrebbe simboleggiare la forza e la carità umana, con la donna che allatta come simbolo della carità nella tradizione romana, e la natura che coesiste con l'umanità.
- Un esame radiologico ha rivelato che inizialmente l'artista Giorgione aveva dipinto un altro nudo femminile al posto dell'uomo, suggerendo l'assenza di un tema fisso.
- La natura è considerata la protagonista principale dell'opera, riflettendo la visione panteistica di Giorgione, dove il mondo naturale e umano coesistono senza predominanza.
La tela, esposta nella Galleria dell’Accademia di Venezia, è stata dipinta dal 1507 al 1510. Rappresenta un uomo in piedi, all’estrema sinistra, appoggiato ad un lungo bastone ed una donna, seduta dalla parte opposta, su di un lenzuolo bianco, nuda, che sta allattando un bambino. Con un lembo del lenzuolo si è ricoperta le spalle. Tutto intorno ci sono degli alberi, delle rocce, dei ruderi ed un corso d’acqua attraversato da un ponte di legno. In fondo, gli edifici di una città, forse una cittadina veneta.
Il cielo è minaccioso, un lampo sta guizzando e tutto è in attesa del tuono.
Il primo problema è capire l’identità dei due personaggi, fra i quali, fra l’altro, non esiste nessun dialogo; in merito sono state avanzate diverse ipotesi. Potrebbero essere Mercurio e Iside, oppure l’infanzia di Paride ola ninfa sorvegliata da Mercurio. Addirittura, un critico, rifacendosi ad un rilievo presente sulla facciata della Cappella Colleoni di Bergamo, sostiene che la tela costituisce un’allegoria della condizione umana, dopo il peccato originale, spiegata alla luce della dottrina cristiana. L’uomo è Adamo e la donna è Eva che sta allattando Caino dopo che entrambi sono stati cacciati dal Paradiso Terrestre per aver commesso il peccato originale. Il fulmine avrebbe il significato dell’ira di Dio è le rovine sono il simbolo della caducità delle cose terrene e della brevità della vita. La lettura iconografica della tela è comunque molto vasta.
Forse, l’attribuzione di un nome ai due esseri umani non è poi così importante. L’uomo e la donna, probabilmente, sono il simbolo della forza e della carità (nella tradizione romana la donna che allatta è il simbolo della carità), rappresentano l’umanità nell’attesa dell’evento naturale prossimo ad accadere, con il vicino scrosciare della pioggia che fa seguito al guizzo del fulmine e al rombo del tuono. Un esame radiologico, ha scoperto che al posto dell’uomo, all’inizio, Giorgione aveva dipinto un altro nudo femminile seduto e questo potrebbe confermare che non ci sarebbe un tema prestabilito nel progetto.
E’ significativo anche il fatto che nella tela il mondo umano ed il mondo naturale coesistono e nessuno dei due predomina sull’altro. Fra l’altro la pioggia ristoratrice, cadendo, rende la terra feconda, come feconda è la coppia umana che è il primo nucleo della società, in cui la donna è rappresentata nel suo ruolo primordiale di madre che allatta.
Si potrebbe anche affermare che il vero protagonista della tela è la natura che forse per la prima volta nella storia dell’arte occidentale ha un ruolo,mai avuto in modo così esplicito fino ad ora. Questo ci porta a confermare la concezione panteistica di Giorgione, che vede la natura animata e in cui l’uomo è totalmente immerso: a tale concetto potrebbe ricollegarsi anche il fatto che i due personaggi sono molto più piccoli di quelli presenti nelle altre tele.
Domande da interrogazione
- Qual è l'interpretazione principale della tela esposta nella Galleria dell’Accademia di Venezia?
- Quali sono alcune delle ipotesi avanzate sull'identità dei personaggi nella tela?
- Qual è il significato del fulmine e delle rovine nella tela?
- Qual è il ruolo della natura nella tela secondo l'interpretazione panteistica di Giorgione?
La tela rappresenta un uomo e una donna in un paesaggio naturale, con diverse interpretazioni sulla loro identità, tra cui Adamo ed Eva o simboli di forza e carità. La natura è vista come protagonista, riflettendo una concezione panteistica.
I personaggi potrebbero essere Mercurio e Iside, l'infanzia di Paride, o una ninfa sorvegliata da Mercurio. Un'altra ipotesi li identifica come Adamo ed Eva dopo il peccato originale.
Il fulmine rappresenta l'ira di Dio, mentre le rovine simboleggiano la caducità delle cose terrene e la brevità della vita.
La natura è vista come protagonista, coesistendo con il mondo umano senza predominare. La pioggia rende la terra feconda, riflettendo la concezione panteistica di Giorgione in cui l'uomo è immerso nella natura animata.