Concetti Chiave
- Jacques-Louis David dipinse "La Morte di Marat" spontaneamente, senza committenza, come omaggio al suo amico e rivoluzionario Jean-Paul Marat.
- Il dipinto utilizza elementi simbolici, come la testa reclinata e il braccio di Marat, per evocare immagini cristologiche e presentarlo come una vittima innocente.
- Due chiavi di lettura fondamentali sono la lettera in mano a Marat, che svela dettagli sull'assassina Charlotte Corday, e il coltello insanguinato, simbolo del martirio di Marat.
- David manipola i dettagli storici nel dipinto per rafforzare il messaggio, come l'assenza della cesta di vimini e uno sfondo neutro che esalta la figura di Marat.
- La composizione neoclassica evita il coinvolgimento emotivo diretto, accentuando invece la serenità di Marat dopo la morte e illuminando solo gli elementi chiave.
Indice
David e la rivoluzione francese
David più volte aderì ai cambiamenti politici, tanto che, nel 1789, aderì attivamente alla rivoluzione francese tanto che fu perfino imprigionato. Entrò così in contatto con altri rivoluzionari, quali Robespierre e Marat.
In particolare divenne molto amici di Marat, che fu ucciso nel 1793 in una vasca da bagno. Marat era estremamente famoso: era un medico che aveva soccorso molti rivoluzionari. Frequentando ambienti malsani e persone malate, sviluppò una malattia alla pelle che lo costringeva quotidianamente a immergersi in una vasca piena d’oli per diverse ore. Stava facendo proprio questo trattamento quando fu ucciso.Il dipinto di David per Marat
Il quadro non presenta una committenza, lo fa David di sua spontanea volontà per l’amico Marat. Lo si intuisce dalla dedica: a Marat, da David. Codesta frase è scritta su una scatola che rimanda a un’epigrafe sepolcrale. In realtà quando Marat morì, a fianco della vasca, non vi era tale scatola ma una cesta di vimini rovesciata che Marat utilizzata per appoggiare gli scritti che aveva in mano. Da questo fatto si può comprendere un’attitudine dei neoclassici: non è necessario raccontare una cronaca fine è se stesso, è meglio modificare i dettagli in modo da rafforzare il messaggio. A dimostrazione di ciò nemmeno lo sfondo è fedele alla realtà: lo sfondo nel dipinto permette di capire da dove provenga la luce e per contrasto luce-ombra, risalta la faccia di Marat. È uno sfondo neutro che non ricalca il bagno di Marat, nel quale, come sapeva David, erano appese delle cartine della Francia.
Simbolismo e riferimenti religiosi
Marat, con il volto ritratto, ha la testa reclinata verso lo spettatore e il suo braccio rievoca la Pietà giovanile di Michelangelo, già famosa in tutta Europa; per lo più, David l’aveva vista in prima persona a Roma. Tale braccia identifica Marat nella figura di cristo: Marat viene quindi concepito come una vittima innocente, uccisa da una donna facente parte della vecchia aristocrazia ormai caduta in disgrazia.
Chiavi di lettura dell'opera
La prima chiave di lettura dell’opera è la lettera, in mano di Marat, ruotata strategicamente verso l’osservatore. In tale lettera vi è scritto giorno, mese, anno, il nome dell’assassina e un messaggio di costei rivolto a Marat: 13 luglio 1793, Marianne Charlotte Corday. La frase presente nella lettera, dalla valenza spregiativa, è la seguente: dovrei essere veramente disgraziata per aver diritto alla vostra benevolenza (dovrei far parte dei poveracci per essere curata da te).
L'assassinio di Marat
L’assassina si presentò a casa di Marat chiedendo di essere accolta: il servitore portò così la lettera da lei scritta a Marat, nel frattempo la stessa entrò in casa e poi uccise il rivoluzionario. A dimostrazione della bontà d’animo di Marat le stava rispondendo, come si può capire dal dipinto.
Rappresentazione e simbolismo
La seconda chiave di lettura dell’opera è il coltello insanguinato, arma del delitto con la quale Marat fu tagliato al costato, in maniera simile a Gesù. Marat è porto e si vede il sangue, ma non è una morte drammatica, sembra rilassata in quanto i neoclassicisti non vogliono un coinvolgimento emotivo.
Queste due chiavi di lettura permettono di comprendere l’episodio, anche se non si conosceva la storia dell’accaduto. David esime la rappresentazione della scena mentre accade, rappresenta infatti il dopo (invece con gli orazi il prima). Il durante prima di tutto avrebbe implicato un coinvolgimento emotivo, avrebbe reso la donna protagonista del quadro e poi sarebbe stato umiliante per Marat.
Riferimenti a Cristo e luce
Oltre al braccio e al taglio sul costato, vi è un altro riferimento a Cristo: il telo bianco, simile a quello della deposizione di Gesù, dal quale si intuisce la povertà di Marat tanto che è un tessuto cucito, che presenta addirittura una toppa.
La luce illumina solamente i punti essenziali: la faccia, il braccio, la lettera.
David più volte aderì ai cambiamenti politici, tanto che, nel 1789, aderì attivamente alla rivoluzione francese tanto che fu perfino imprigionato. Entrò così in contatto con altri rivoluzionari, quali Robespierre e Marat. In particolare divenne molto amici di Marat, che fu ucciso nel 1793 in una vasca da bagno. Marat era estremamente famoso: era un medico che aveva soccorso molti rivoluzionari. Frequentando ambienti malsani e persone malate, sviluppò una malattia alla pelle che lo costringeva quotidianamente a immergersi in una vasca piena d’oli per diverse ore. Stava facendo proprio questo trattamento quando fu ucciso.
Il quadro non presenta una committenza, lo fa David di sua spontanea volontà per l’amico Marat. Lo si intuisce dalla dedica: a Marat, da David. Codesta frase è scritta su una scatola che rimanda a un’epigrafe sepolcrale. In realtà quando Marat morì, a fianco della vasca, non vi era tale scatola ma una cesta di vimini rovesciata che Marat utilizzata per appoggiare gli scritti che aveva in mano. Da questo fatto si può comprendere un’attitudine dei neoclassici: non è necessario raccontare una cronaca fine è se stesso, è meglio modificare i dettagli in modo da rafforzare il messaggio. A dimostrazione di ciò nemmeno lo sfondo è fedele alla realtà: lo sfondo nel dipinto permette di capire da dove provenga la luce e per contrasto luce-ombra, risalta la faccia di Marat. È uno sfondo neutro che non ricalca il bagno di Marat, nel quale, come sapeva David, erano appese delle cartine della Francia.
Marat, con il volto ritratto, ha la testa reclinata verso lo spettatore e il suo braccio rievoca la Pietà giovanile di Michelangelo, già famosa in tutta Europa; per lo più, David l’aveva vista in prima persona a Roma. Tale braccia identifica Marat nella figura di cristo: Marat viene quindi concepito come una vittima innocente, uccisa da una donna facente parte della vecchia aristocrazia ormai caduta in disgrazia.
La prima chiave di lettura dell’opera è la lettera, in mano di Marat, ruotata strategicamente verso l’osservatore. In tale lettera vi è scritto giorno, mese, anno, il nome dell’assassina e un messaggio di costei rivolto a Marat: 13 luglio 1793, Marianne Charlotte Corday. La frase presente nella lettera, dalla valenza spregiativa, è la seguente: dovrei essere veramente disgraziata per aver diritto alla vostra benevolenza (dovrei far parte dei poveracci per essere curata da te).
L’assassina si presentò a casa di Marat chiedendo di essere accolta: il servitore portò così la lettera da lei scritta a Marat, nel frattempo la stessa entrò in casa e poi uccise il rivoluzionario. A dimostrazione della bontà d’animo di Marat le stava rispondendo, come si può capire dal dipinto.
La seconda chiave di lettura dell’opera è il coltello insanguinato, arma del delitto con la quale Marat fu tagliato al costato, in maniera simile a Gesù. Marat è porto e si vede il sangue, ma non è una morte drammatica, sembra rilassata in quanto i neoclassicisti non vogliono un coinvolgimento emotivo.
Queste due chiavi di lettura permettono di comprendere l’episodio, anche se non si conosceva la storia dell’accaduto. David esime la rappresentazione della scena mentre accade, rappresenta infatti il dopo (invece con gli orazi il prima). Il durante prima di tutto avrebbe implicato un coinvolgimento emotivo, avrebbe reso la donna protagonista del quadro e poi sarebbe stato umiliante per Marat.
Oltre al braccio e al taglio sul costato, vi è un altro riferimento a Cristo: il telo bianco, simile a quello della deposizione di Gesù, dal quale si intuisce la povertà di Marat tanto che è un tessuto cucito, che presenta addirittura una toppa.
La luce illumina solamente i punti essenziali: la faccia, il braccio, la lettera.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e personale che ha portato David a dipingere "La Morte di Marat"?
- Quali elementi del dipinto "La Morte di Marat" riflettono l'influenza del neoclassicismo?
- In che modo David rappresenta Marat come una figura cristologica nel dipinto?
- Quali sono le due chiavi di lettura principali del dipinto e cosa rappresentano?
- Perché David sceglie di rappresentare il "dopo" dell'omicidio di Marat piuttosto che il "durante"?
David era un attivo sostenitore della Rivoluzione Francese e amico di Marat, un medico rivoluzionario ucciso nel 1793. Il dipinto è un omaggio personale a Marat, realizzato senza committenza.
Il dipinto utilizza un fondo neutro e modifica dettagli storici per rafforzare il messaggio, come la sostituzione della cesta di vimini con una scatola epigrafica, e l'uso di luce e ombra per enfatizzare il volto di Marat.
Marat è ritratto con il braccio che ricorda la Pietà di Michelangelo, suggerendo un parallelo con Cristo. Inoltre, il taglio al costato e il telo bianco richiamano la deposizione di Gesù.
La prima chiave è la lettera in mano a Marat, che riporta dettagli sull'assassina e il suo messaggio. La seconda è il coltello insanguinato, simbolo del martirio di Marat, simile alla ferita di Cristo.
Rappresentare il "dopo" evita il coinvolgimento emotivo e l'umiliazione di Marat, mantenendo l'attenzione sull'innocenza della vittima e non sull'atto violento o sull'assassina.