Concetti Chiave
- L'opera è una tempera su tela del 1495, conservata nella Galleria Palatina di Firenze, con attribuzione incerta tra Botticelli e la sua bottega.
- Raffigura la Vergine e il piccolo Gesù con San Giovannino, simbolo del patrono di Firenze, sottolineando l'accettazione della Passione attraverso la croce.
- L'atmosfera del dipinto è di malinconia e rassegnazione, con elementi simbolici come le rose rosse che richiamano il sacrificio di Cristo.
- I colori vivaci e le figure longilinee suggeriscono un'opera del periodo finale di Botticelli, influenzata dalla spiritualità di Savonarola.
- Destinata alla devozione privata, l'opera apparteneva alla famiglia Medici, con un messaggio spirituale e meditativo.
Attribuzione e conservazione
Si tratta di una tempera su tela, conservata nella Galleria Palatina di Firenze e realizzata verso il 1495. Occorre precisare che non tutti i critici sono concordi nell’attribuirne la realizzazione al Botticelli, poiché alcuni ne assegnano la paternità alla bottega, a causa della rigidezza dei modelli e della definizione dei contorni.
L’opera apparteneva alla famiglia dei Medici, per cui poteva essere destinata alla devozione privata.
Descrizione dell'opera
La tavola raffigura la Vergine inchinata in avanti per permettere al piccolo Gesù di abbracciare san Giovannino. Quest’ultimo personaggio ricorre frequentemente nelle opere fiorentine poiché è il patrono della città. La scena dell’abbraccio rimanda, in realtà, all’incontro nel deserto fra Gesù e San Giovanni, alludendo all’accettazione della Passione, avvenimento che, nel dipinto, è rappresentato, simbolicamente, dalla croce intorno alla quale si stringono i due fanciulli.
Simbolismo e atmosfera
Nell’opera tutto rimanda alla Passione: l’espressione intensa e dolorosa della Vergine che tiene gli occhi chiusi, la posizione quasi orizzontale del Bambino, anch’esso con gli occhi chiusi, riecheggiano la morte.
Nell’insieme si ha un’atmosfera di grande malinconia e rassegnazione. Una nota gioiosa potrebbe essere costituita dal roseto, alle spalle della Vergine; tuttavia, le rose, fiore tipico della Vergine nell’iconografia tradizionale, sono rosse e rimandano al sangue versato da Cristo.
I colori molto vivaci, le figure piuttosto longilinee, la presenza di uno spazio in cui la visione prospettica è annullata e il panneggio poco realistico ci autorizzano a supporre che l’opera risalga nell’ultimo periodo artistico del pittore, in un momento in cui egli conosceva una nuova forma di spiritualità influenzata dal pensiero di Savonarola.