FedeQalandr
Genius
4 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La scultura "Apollo e Dafne" di Bernini raffigura la metamorfosi della ninfa Dafne in un albero, dimostrando l'abilità artistica nel catturare la transizione tra carne e corteccia.
  • Bernini utilizza tecniche teatrali per creare un effetto sorpresa, integrando diverse discipline artistiche in opere come il Monumento della beata Ludovica Albertoni.
  • Gian Lorenzo Bernini, figura centrale dell'arte barocca, era noto per la sua versatilità come scultore, architetto e pittore, con una carriera principalmente a Roma.
  • Sotto il patronato di otto pontefici, Bernini ha realizzato opere iconiche come il colonnato di San Pietro e la Fontana dei Fiumi, dimostrando un fascino per il movimento dell'acqua.
  • Il cardinale Scipione Borghese, grande collezionista, fu un committente chiave per Bernini, commissionando opere celebri e riconoscendo il suo talento unico.

Indice

  1. Il mito di Apollo e Dafne
  2. La teatralità di Bernini
  3. La carriera di Bernini
  4. Il rapporto con Scipione Borghese

Il mito di Apollo e Dafne

In questa scultura l’autore s’ispirò a un mito classico. Il giovane Apollo, innamoratosi della bellissima ninfa Dafne, voleva possederla contro la sua volontà: la fanciulla, sentendosi ormai raggiunta, chiese aiuto al padre Penéo, dio dei fiumi, che per salvarla la trasformò in un albero d’alloro (Dafne in greco). Nell’opera viene rappresentata la sua metamorfosi, cioè quell’incredibile mutamento a vista in cui le mani di Dafne si trasformano nelle foglie dell’albero, le gambe e i fianchi diventano corteccia e le dita dei piedi s’allungano in fibrose radici. Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), autore di questo capolavoro, dimostra qui tutta la sua perizia tecnica: ora nel rendere le morbide carni femminili o la rugosa corteccia dell’albero, ora nel cogliere l’espressione meravigliata di Apollo o lo sgomento di Dafne. Subito celebrata come un prodigio, questa scultura racchiude anche un significato metaforico riassunto da un verso visibile nel basamento dell’opera.

La teatralità di Bernini

Bernini, si serve spesso di strumenti teatrali per ottenere un effetto sorpresa sullo spettatore. Per conseguire questo scopo l’artista ricorre all’uso di tutte le discipline artistiche unificandole e compenetrandole, fino a produrre un’opera unica. Questo modo di procedere lo possiamo vedere nel Monumento della beata Ludovica Albertoni. Come se fossimo all’interno di un piccolo teatro, Bernini usa le pareti come delle quinte: arretra quella di fondo, inclina verso il centro quelle laterali e pone Ludovica Albertoni, come un’attrice, al centro della scena .

La carriera di Bernini

Scultore, architetto, pittore, scenografo, commediografo, costumista, Gian Lorenzo Bernini è il più importante protagonista dell’arte barocca. Figlio d’arte, il padre era scultore, la sua lunga carriera artistica fu un crescendo di successi e di ammirazione; compì un solo viaggio a Parigi nel 1665 alla corte di Luigi XIV. Lavorò soprattutto a Roma, dove raggiunse una posizione di assoluto prestigio grazie ai suoi rapporti esclusivi con otto diversi pontefici: in particolare con papa Urbano VIII (della famiglia Barberini), da cui ottenne importanti commissioni, stabilì una profonda intesa intellettuale. Realizza moltissime opere scultoree, tra cui ricordiamo, oltre Apollo e Dafne,il David e una sorprendente quantità di monumenti funerari. In architettura realizza il celebre colonnato della Basilica di San Pietro e il piccolo gioiello di Sant ’Andrea al Quirinale. Il fascino per il movimento dell’acqua lo porta a progettare numerose fontane, come la celebre Fontana dei Fiumi in Piazza Navona.

Il rapporto con Scipione Borghese

Fin da giovane le straordinarie doti artistiche di Gian Lorenzo Bernini attirarono l’attenzione dei grandi collezionisti romani e tra questi il cardinale Scipione Borghese (nipote di Papa Paolo V), che Bernini raffigura in questo celebre busto . Uomo colto, raffinato e ricchissimo, il cardinale fu tra i primi che comprese e valorizzò lo straordinario talento dell’artista, commissionandogli celebri opere come Apollo e Dafne e il David. L’alto prelato, più che in posa ufficiale, è rappresentato da Bernini nel suo aspetto umano, mentre volge il viso bonario, come a prestare attenzione, verso un

immaginario interlocutore posto di fronte a lui. Durante la lavorazione del busto il marmo mostrò un difetto proprio sulla fronte: il cardinale, invitato da Bernini a non posare per qualche giorno, non si rese conto che nel frattempo l’autore scolpì un altro busto, identico al precedente. L’episodio, che circolò in seguito, servì a incrementare il mito di Bernini, della sua bravura proverbiale e della velocità d’esecuzione

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della scultura "Apollo e Dafne" di Bernini?
  2. La scultura rappresenta la metamorfosi di Dafne in un albero d’alloro, simbolizzando un incredibile mutamento a vista. È celebrata come un prodigio tecnico e racchiude un significato metaforico riassunto da un verso visibile nel basamento dell’opera.

  3. Quali sono le caratteristiche distintive dello stile artistico di Bernini?
  4. Bernini utilizza strumenti teatrali per sorprendere lo spettatore, unificando e compenetrando diverse discipline artistiche per creare opere uniche, come dimostrato nel Monumento della beata Ludovica Albertoni.

  5. Quali furono i principali successi di Bernini nella sua carriera artistica?
  6. Bernini fu un protagonista dell’arte barocca, lavorando principalmente a Roma e ottenendo prestigio grazie ai suoi rapporti con otto pontefici. Tra le sue opere più celebri ci sono il colonnato della Basilica di San Pietro e la Fontana dei Fiumi in Piazza Navona.

  7. Chi fu uno dei primi committenti di Bernini e quale fu il loro rapporto?
  8. Il cardinale Scipione Borghese fu uno dei primi a riconoscere il talento di Bernini, commissionandogli opere celebri come "Apollo e Dafne" e il "David". Il loro rapporto era basato su una profonda comprensione e valorizzazione del talento dell’artista.

  9. Quale episodio contribuì a incrementare il mito di Bernini?
  10. Durante la lavorazione del busto del cardinale Scipione Borghese, Bernini scolpì un secondo busto identico al primo a causa di un difetto nel marmo. Questo episodio, che circolò ampiamente, contribuì a incrementare il mito della sua bravura e velocità d’esecuzione.

Domande e risposte