Concetti Chiave
- Beato Angelico subentra a Lorenzo Monaco nel 1424 per completare la pala con la Deposizione, inizialmente commissionata da Palla Strozzi per la chiesa di Santa Trinita.
- La composizione piramidale e l'uso razionale della luce riflettono un rigore prospettico, attenuando il dramma dell'evento e inserendolo in un contesto divino.
- I colori lucenti e i dettagli raffinati mostrano affinità con lo stile di Gentile da Fabriano, ma l'Angelico enfatizza il controllo degli elementi gotici.
- La rappresentazione di personaggi contemporanei nel gruppo di destra sottolinea la connessione tra cultura umanistica e arti figurative.
- La pala di Beato Angelico si confronta con il lusso dell'Adorazione dei Magi di Gentile, evidenziando una transizione verso nuovi ideali artistici.
La commissione della pala
La pala con la Deposizione era stata commissionata intorno al 1423 da Palla Strozzi a Lorenzo Monaco per essere collocata nella cappella di famiglia di chiesa di santa Trinita, la stessa per la quale Gentile da Fabriano aveva realizzato l’Adorazione dei Magi. Nel 1424, alla morte di Lorenzo Monaco, subentrò Beato Angelico; erano compiute soltanto le cuspidi e la predella.
Il rigore compositivo
Il tema della deposizione di Cristo dalla croce viene trattato con grande rigore compositivo, che sembra attenuare il dramma dell’evento e ricondurlo entro un rassicurante disegno divino. Le figure si dispongono secondo un impianto piramidale che concorre alla costruzione prospettica dello spazio; la luce, proveniente da sinistra, è applicata razionalmente, come risultato di una riflessione sui fenomeni naturali e, insieme, come sublimazione dell’evento tragico.
Luce e colori
I colori sono lucenti e contrastati, i dettagli descritti con raffinata precisione, testimoniando alcune affinità con la pala di Gentile; tuttavia, l’Angelico ha raggiunto il controllo degli elementi gotici, mostrando una vicinanza consapevole ai nuovi ideali: significativamente, il gruppo di uomini a destra rappresenta personaggi del tempo, di cui oggi non conosciamo il nome, ma che confermano il legame ormai stretto tra cultura umanistica e arti figurative.