Concetti Chiave
- L'affresco di Beato Angelico si trova nella terza cella del Museo di S. Marco a Firenze ed è realizzato tra il 1438 e il 1440.
- La scena ritrae l'Annunciazione in un ambiente essenziale, privo di decorazioni, per enfatizzare l'umiltà e l'intimità del dialogo tra l'Angelo e la Vergine Maria.
- L'architettura rinascimentale del portico e l'atmosfera mistica sono elementi centrali dell'opera, creando un senso di spiritualità e meditazione.
- I personaggi dell'Angelo e della Vergine sono rappresentati in maniera essenziale, con aureole identiche e colori dominanti in bianco e rosato.
- La presenza di San Pietro Martire, un santo domenicano, sottolinea l'importanza dell'ordine monastico e il significato religioso dell'Annunciazione nella tradizione fiorentina.
Indice
Descrizione dell'affresco
È un affresco dipinto da Beato Angelico negli anni 1438-1440 che si trova nella 3.a cella del Museo di S. Marco di Firenze. Le sue dimensioni sono cm 190x164.
L’intenzione educativa del popolo dell’ordine domenicano di cui Beato Angelico faceva parte, in questo affresco non esiste più.
Dettagli architettonici e atmosfera
La scena si svolge sotto il portico rinascimentale di una cella, simile a quelli che l’architetto Michelozzo stava costruendo in quegli anni. A destra, si intravede una piccola finestra, mentre dal lato opposto le due colonne ci fanno pensare ad un’apertura verso un giardino o un chiostro. Una striscia verde ci rimanda forse all’orto di Nazareth. L’atmosfera è molto mistica e intima. L’ambiente è completamente spoglio ogni decorazione superflua; non c’è traccia di arredamento, se non un piccolo ed umile sgabello su cui la Madonna è inginocchiata. Tale essenzialità è resa necessaria per accentuare l’umiltà con cui la Vergine accetta la volontà divina e l’intimità e la purezza dell’atmosfera con cui ha luogo il dialogo.
Interazione tra i personaggi
I due personaggi pur essendo isolati si raccordano. Infatti la curva delle ali dell’angelo riprendono quelle che si intersecano nelle volte a crociera che contemporaneamente conducono la vista dello spettatore verso la Madonna che, chinandosi, anch’essa descrive una curva. Sostanzialmente l’Angelo e la Vergine Maria si assomigliano e fra di loro sono speculari. Il corpo dei due personaggi ha perso consistenza e sono ridotti all’essenziale. I due personaggi accennano ad inchino e tengono le braccia raccolte; le due aureole che circondano il capo sono identiche. Tuttavia esiste una grande differenza: l’Angelo è puro spirito e diffonde intorno a sé la luce di Dio che irradia la parete di fondo. La Vergine, pur assumendo il ruolo di mediatrice fra l’uomo e Dio, resta sempre ve comunque una donna, cioè un essere umano; infatti, non è un caso se la sua ombra viene proiettata sulla parete che le sta dietro.
Simbolismo e colori
Il colore dominante è il bianco su cui spicca l’identico colore rosato dei due personaggi. Di solito, nell’iconografia tradizione, la Madonna indossa un mantello blu, a volte stellato, ed è probabile che questo particolare sia mancante, perché l’artista non ebbe il tempo materiale, visto che fu chiamato a Roma.
La scena è illuminata dalla luce proveniente dal chiostro; è una luce diffusa che evita ogni contrasto perché è il simbolo della luce di Dio, cioè della fede di cui la Vergine sta dando prova.
Presenza di Pietro Martire
A sinistra compare anche un santo dell’Ordine Domenicano, Pietro Martire. Esso non turba l’intimità del colloquio fra Maria e l’Angelo perché è posto fuori delle linee prospettiche principali e dello spazio in cui avviene il miracolo. La presenza del santo serve a farci capire come tale ordine monastico sia sempre stato presente nella Chiesa, fin dalle origini. A questo proposito, bisogna ricordare che a Firenze l’inizio del Cristianesimo si colloca nel momento dell’Annunciazione, invece che nel giorno di Natale. Tale data cade il 25 marzo, nove mesi prima del 25 dicembre.
Domande da interrogazione
- Qual è l'intento principale dell'affresco "Annunciazione" di Beato Angelico?
- Come viene rappresentata l'atmosfera nell'affresco?
- Quali elementi architettonici influenzano la scena dell'affresco?
- In che modo l'Angelo e la Vergine Maria sono rappresentati nell'affresco?
- Qual è il significato della presenza di Pietro Martire nell'affresco?
L'affresco è destinato ai confratelli domenicani come stimolo alla meditazione su avvenimenti sacri, piuttosto che al pubblico generico dei fedeli.
L'atmosfera è mistica e intima, con un ambiente spoglio e privo di decorazioni superflue, accentuando l'umiltà e la purezza del dialogo tra l'Angelo e la Vergine.
La scena si svolge sotto un portico rinascimentale simile a quelli costruiti da Michelozzo, con colonne che suggeriscono un'apertura verso un giardino o chiostro.
Entrambi i personaggi sono essenziali e speculari, con curve che si raccordano; l'Angelo è puro spirito, mentre la Vergine è umana, evidenziato dalla sua ombra sulla parete.
Pietro Martire rappresenta la presenza storica dell'Ordine Domenicano nella Chiesa, senza disturbare l'intimità del colloquio tra Maria e l'Angelo.