Concetti Chiave
- Le "Veneri" preistoriche sono piccole sculture femminili intagliate in materiali come osso e avorio, diffuse in Europa centrale.
- Queste figure enfatizzano tratti anatomici legati alla fertilità, come ventre e seni, mentre altre parti, come le mani, sono abbozzate.
- Le Veneri potrebbero avere un significato magico e propiziatorio, legato alla fertilità umana e agricola, come suggerito da alcuni dettagli simbolici.
- La Venere di Brassempouy si distingue per la dettagliata fisionomia del volto, suggerendo un tentativo di rappresentazione individuale.
- Inizialmente studiata per il suo possibile legame etnico, la Venere di Brassempouy è oggi vista come un oggetto magico e propiziatorio.
Le veneri preistoriche
La categoria di rappresentazioni umane di Età preistorica che in epoca moderna ha suscitato maggiore curiosità e il più vivace dibattito è quella delle cosiddette “Veneri”. L’insieme più rappresentativo della scultura preistorica, infatti, è costituito da figure femminili di piccolo formato (alte tra i 10 e i 25 centimetri), intagliate nell’osso, nell’avorio o in pietre facilmente lavorabili.
Manufatti con caratteristiche tra loro molto simili sono diffusi in una vasta area dell’Europa centrale, dalla Francia sud-occidentale alla Germania meridionale, all’Austria, all’Italia settentrionale.Caratteristiche delle veneri
Il nome convenzionale di queste sculture, “Veneri”, deriva da un tratto che hanno in comune: l’accentuazione degli elementi distintivi dell’anatomia femminile. A essere esasperate sono infatti le parti anatomiche legate alla procreazione: ventre, glutei, seni e vulva. Altri elementi come le mani, invece, rimangono solo abbozzati e manca qualsiasi dettaglio in grado di caratterizzare la fisionomia. Il volto è talora lasciato completamente liscio, oppure, come per la celebre Venere di Willendorf, è interamente nascosto dall’acconciatura, forse una fitta calotta di riccioli, oppure un elaborato copricapo. È probabile che queste Veneri costituiscano una rappresentazione anonima e generica della femminilità, con un significato magico e propiziatorio, creata per favorire la fertilità degli esseri umani e dei campi. Tale lettura sarebbe confortata da un particolare che completa la figura femminile a rilievo scoperta a Laussel: nella mano destra sollevata, la donna regge infatti un corno, che si può forse interpretare come simbolo di fecondità. Del resto, tra le altre incisioni rupestri che circondano la Venere ve n’è una con due figure umane intrecciate tra loro, che gli studiosi interpretano come una scena di coito o di parto.
La venere di Brassempouy
L’unico esemplare della serie che sembra discostarsi dalla generale indifferenza per la resa di una fisionomia individuale è la finissima testina in avorio, ricavato dalle zanne di mammut, alta poco meno di 4 centimetri, che conosciamo con il nome di Venere di Brassempouy o signora dal cappuccio. Si tratta di un frammento di una piccola statua di avorio che risale al paleolitico superiore. Essa fu scoperta a Brassempouy, un villaggio delle Lande, nel 1894. Il volto triangolare è sorretto da un lungo collo sottile; il naso e la robusta linea delle sopracciglia sono scolpiti in rilievo, mentre è assente la bocca; la donna presenta un’acconciatura elaborata resa con una serie di incisioni a scacchiera, la cui complessità ha talora fatto pensare che si tratti di una parrucca o di un cappuccio decorato. L’evidente tentativo di definire il viso della donna ha perfino suggerito ad alcuni studiosi la possibilità che questa statuetta sia un ritratto. All’inizio del XX secolo, gli studiosi si preoccuparono soprattutto di capire a quale gruppo etnico appartenesse la statuetta, anche perché in quel periodo le questioni raziali erano all’ordine del giorno. Invece, più tardi gli esperti hanno spostato le loro ricerche sulla funzione che l’opera avrebbe potuto avere e essi sono arrivati alla conclusione che costituisse un oggetto magico e propiziatorio legato, forse a un qualche culto.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica comune delle "Veneri" preistoriche?
- Qual è il significato attribuito alle "Veneri" preistoriche?
- In cosa si distingue la Venere di Brassempouy dalle altre "Veneri"?
- Quali sono state le interpretazioni degli studiosi riguardo alla funzione delle "Veneri"?
Le "Veneri" preistoriche condividono l'accentuazione degli elementi distintivi dell'anatomia femminile, come ventre, glutei, seni e vulva, mentre altri dettagli come le mani e il volto sono meno definiti.
Le "Veneri" preistoriche sono interpretate come rappresentazioni anonime e generiche della femminilità con un significato magico e propiziatorio, probabilmente create per favorire la fertilità umana e dei campi.
La Venere di Brassempouy si distingue per il tentativo di definire il viso della donna, con dettagli come il naso e le sopracciglia scolpiti in rilievo, e un'acconciatura elaborata, suggerendo la possibilità che sia un ritratto.
Gli studiosi hanno concluso che le "Veneri" avessero una funzione magica e propiziatoria, forse legata a un culto, spostando l'attenzione dalla loro appartenenza etnica alla loro possibile funzione rituale.