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Concetti Chiave

  • Il realismo in Italia prende ispirazione dal movimento parigino, con due poli principali: la scuola di Posillipo a Napoli e il gruppo di artisti al caffè Michelangelo a Firenze.
  • Inizialmente, i realisti italiani non espongono le loro opere, ma discutono idee e tecniche, influenzati dall'ideologia di Barbizon e dalle opere en plein air.
  • La critica iniziale definisce le loro opere come "macchie", un termine che poi gli stessi artisti adottano per descrivere la loro tecnica distintiva di pittura.
  • La "macchia" napoletana enfatizza l'assenza di disegno e la miscelazione dei colori sulla tela, mentre la "macchia" toscana include un leggero disegno e un senso prospettico attraverso chiaroscuri.
  • L'opera di Giovanni Fattori, "La Rotonda dei bagni Palmieri", esemplifica il realismo toscano con l'uso di macchie di colore, chiaroscuri e la mancanza di dettagli fisionomici.

Indice

  1. Realismo in Italia
  2. Giovanni Fattori- La Rotonda dei bagni Palmieri

Realismo in Italia

Il realismo in Italia è simile a quello di Parigi, l’arte diventa lo specchio della realtà e la pittura e la scultura pongono una nuova attenzione al vero. In qualche modo si va a creare una distinzione nel realismo in Italia, perché a partire dagli anni '30 dell’800 si viene a creare una scuola napoletana realista, che viene chiamata scuola di Posillipo mentre negli anni 40 si viene a creare un gruppo di artisti a Firenze che si riuniva in un bar, il caffè Michelangelo.
Quindi abbiamo due poli artistici che trattavano il realismo, uno a Napoli e uno a Firenze.
All’inizio in Italia questi realisti non espongono, ma sono solamente teorici, quindi si incontrano e parlano di ciò che sta accadendo a Parigi, delle opere che sono state fatte, degli ideali di questi nuovi artisti e solamente nel 1862 fanno un’esposizione dove andrà una giornalista della gazzetta del popolo.
Questa giornalista fa una recensione e parla negativamente di queste opere dicendo che sembrano delle macchie. Sono delle tele incomplete, e ci sono solamente su di esse delle macchie di colore, niente di definito e di completo. Questa giornalista parla di macchia, perché se andiamo ad analizzare questi quadri notiamo che si tratta di macchie in realtà. Gli artisti realisti italiani non utilizzano disegno o prospettiva, si basano su quello che vedono e sono molto attaccati all’ideologia di Barbizon, perché spesso vengono raffigurate delle opere en plein air. Con il passare del tempo questo termine macchia, cambierà visuale e gli stessi artisti si celebreranno come macchiaioli, definendola come una sorta di tecnica che li caratterizzava. Conseguentemente al fatto che abbiamo due scuole, c’erano due tipi di macchie: la macchia napoletana e macchia toscana.

Mentre per la macchia napoletana il disegno doveva essere completamente assente, i colori venivano mischiati sulla tavolozza, per dare questa sorta di sfumatura direttamente sulla tela, nella macchia toscana abbiamo una sorta di disegno, non fatto con delle linee nette, come avevamo visto nel disegno di Daumier, c’è comunque un leggero disegno che il nostro occhio percepisce, in questo caso nell’opera …al sole? Noi vediamo effettivamente che sono raffigurate delle case e riusciamo a percepirle. Mentre se guardiamo l’opera della campagna di Caserta di Giacinto Gigante, capiamo che è una campagna, capiamo che siamo al tramonto, ma cosa si trova sulla terra non è chiaro e definito. La sostanziale differenza è che la macchia toscana aveva un valore anche costruttivo e rimane una sorta di senso prospettico, che viene fatto attraverso dei chiaroscuri e contrasti di luce. Invece nella macchia napoletana c’è una forte unità cromatica e si procede con l’utilizzo semplicemente di colori, senza alcun disegno sottostante.

Giovanni Fattori- La Rotonda dei bagni Palmieri

Questo è un esempio di realismo toscano. Rappresenta queste donne sotto questo pergolato, appunto riusciamo a vedere cosa si intende per macchia: è un conglomerato di colore senza alcun contorno e senza dettagli al di sopra, tant’è che se andiamo ad analizzare queste donne, nessuna ha dei tratti fisionomici delineati, e neanche i capelli che non vengono disegnati capello per capello, ma sono delle macchie di colore marrone o nero. C’è una sorta di linea di contorno ad esempio nella donna col vestito bianco, però non è presente in tutto. C’è anche una sorta di chiaroscuro nella tenda superiore, noi riusciamo a vedere questo andamento della tenda, e questo ci viene dato, non attraverso il disegno, ma attraverso i colori e il chiaroscuro; vediamo infatti che è gialla, con queste venature un po’ sul verdognolo, che ci danno questa sensazione di ombra.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali scuole di realismo in Italia menzionate nel testo?
  2. Il testo menziona due principali scuole di realismo in Italia: la scuola di Posillipo a Napoli e un gruppo di artisti a Firenze che si riuniva al caffè Michelangelo.

  3. Come venivano percepite inizialmente le opere dei realisti italiani?
  4. Inizialmente, le opere dei realisti italiani venivano percepite negativamente, descritte come "macchie" incomplete e prive di definizione.

  5. Qual è la differenza tra la macchia napoletana e la macchia toscana?
  6. La macchia napoletana si caratterizza per l'assenza totale di disegno e l'uso di colori mischiati sulla tavolozza, mentre la macchia toscana include un leggero disegno percepibile e un senso prospettico attraverso chiaroscuri e contrasti di luce.

  7. Come viene descritto l'approccio di Giovanni Fattori nel suo dipinto "La Rotonda dei bagni Palmieri"?
  8. Giovanni Fattori utilizza un approccio toscano al realismo, rappresentando figure senza contorni definiti e dettagli, usando macchie di colore per creare chiaroscuri e ombre.

  9. Qual è l'importanza del chiaroscuro nelle opere dei macchiaioli toscani?
  10. Il chiaroscuro è importante nelle opere dei macchiaioli toscani perché contribuisce a creare un senso prospettico e a definire le forme attraverso contrasti di luce e ombra, senza l'uso di un disegno dettagliato.

Domande e risposte