Concetti Chiave
- Il Postimpressionismo emerge in Francia dopo la crisi dell'Impressionismo, caratterizzandosi per una ricerca più personale dell'essenza delle cose e una maggiore libertà nell'uso di colori e forme.
- Il Puntinismo, una tecnica pittorica postimpressionista, sviluppa l'attenzione per la luce e il colore dell'Impressionismo attraverso una pennellata puntiforme, creando immagini che si ricompongono a distanza.
- Georges-Pierre Seraut, fondatore del Puntinismo, realizza opere come "Una domenica pomeriggio all'isola della Grand Jatte", utilizzando una tecnica rigorosa e geometrica per creare armonie visive.
- Henri de Toulouse Lautrec, noto per i suoi manifesti teatrali innovativi, rappresenta la vita notturna di Montmartre e contribuisce alla nascita della grafica pubblicitaria moderna.
- Paul Gauguin, noto per il suo stile sintetico e l'uso di colori intensi, esplora la dimensione del viaggio e della fuga dalla civiltà, cercando l'ispirazione nelle culture primitive.
Indice
Caratteristiche del postimpressionismo
Con il termine "Postimpressionismo" si intendono le tendenze artistiche che si sviluppano in Francia dopo la crisi dell'Impressionismo e che avranno influenze anche in altre località europee.Non si tratta quindi di un movimento omogeneo ma di una finestra temporale che va dalla fine del periodo impressionista (ultima mostra nel 1886) alla nascita delle Avanguardie novecentesche. Molti pittori di questo periodo avevano aderito al movimento impressionsita sentendo in seguito l'esigenza di andare oltre e di prendere direzioni artistiche autonome.
In particolare, i pittori postipressionisti, pur eterogenei e diversi tra loro, sono accomunati da un lato da una ricerca più approfondita e personale dell'essenza delle cose (e meno dalle impressioni mutevoli che suscitano) e dall'altro da una maggiore libertà di muoversi nel mondo del colore e delle forme (si sviluppa anche un interesse verso l'arte primitiva).
Il periodo storico in cui si sviluppa il Postimpressionismo è quello della Seconda Rivoluzione industriale, caratterizzato dai primi scioperi e da una sfiducia crescente verso il progresso (a differenza degli Impressionisti) che quindi era visto anche e soprattutto per le sue contraddizioni.
Il puntinismo
Una di queste tendenze è rappresentata dal Pointillisme, tecnica pittorica che si ispira ad alcuni aspetti dell'Impressionismo, come l'attenzione per la luce e i colori ed anche l'uso di una pennellata frammentata che qui, come dice il nome, diventa però più piccola e puntiforme.Anche i puntinisti sono interessati ai fenomeni della percezione visiva e sviluppano le intuizioni impressioniste basate sulle teorie di Chevreul (soprattutto il testo sul "contrasto simultaneo dei colori") in un modo peculiare, più razionale, rigoroso e scientifico. Infatti, per i puntinisti la luce è in primo luogo qualcosa da studiare e da dividere sulla tela. Questo avviene grazie all'utilizzo del colore che veniva suddiviso nelle parti primarie affiancandolo al colore complementare attraverso pennellate puntiformi. Solo alla giusta distanza l'osservatore può ricomporre le forme attraverso il processo della visione.
Alcuni artisti italiani prenderanno parzialmente spunto dal Pointillisme, nascerà così il Divisionismo (senza però accoglierne la rigorosità scientifica tradotta nella tecnica pittorica).
Georges-Pierre Seraut
Georges-Pierre Seraut nasce nel a Parigi 1859 da una famiglia benestante, dove poi si forma presso l'Accademia di Belle Arti. La sua vita è breve, muore a soli 31 anni per una grave infezione. Seraut può essere considerato il fondatore di questo stile ed è probabilmente l'esponente del Pontillisme più innovativo.Nel 1884-86 dipinge "Una domenica pomeriggio all'isola della Grand Jatte". E' un'opera che viene esposta nell'ultima esposizione impressionista.
Vediamo un gruppo di persone in un parco alle rive della Senna e in un giorno festivo. Il soggetto ricorda molte opere impressioniste, rappresentando momenti di vita cittadina di svago ma la realizzazione è molto diversa. In primo luogo le tele sono molto grandi (dimensioni che ricordano, come riporta il libro, le opere della tradizione francese) ed inoltre Seraut utilizza una tecnica compositiva geometrica molto più rigorosa. Infatti, le figure (prevalentemente di profilo) perdono la spontaneità che caratterizza alcuni dipinti impressionisti, essendo costituite da forme geometriche e dando così la sensazione di essere poste su una scena teatrale (con un effetto, come scrive il libro, quasi da manichini, più che di persone reali e che ricorda immagini egizie).
Anche la composizione, progettata e realizzata in atelier (con sopralluoghi sul posto), sulla quale sono inserite le figure è caratterizzata da una precisa geometria che vede la presenza di linee verticali (persone in piedi e alberi), linee curve (i dettagli come i cappellini) e le linee inclinate delle ombre. E' qui molto evidente che l'interesse dell'artista non è più cogliere un'impressione ma relaizzare un'armonia geometrica attraverso una specie di esercizio scientifico (sia in termini geometrico-matematici che di applicazione di studi sulla visione).
Il colore, steso con minuti puntini, vede la dominanza del verde brillante del prato (più chiaro o meno a seconda della zona di ombra o di sole) reso dall'accostamento di giallo e blu (seguendo la distinzione dei colori del Cerchio cromatico e lasciando poi all'occhio umano la composizione del verde). Inoltre, la donna al centro con l'ombrellino rosso posta di fianco all'albero biforcuto divide il quadro in due parti uguali, ognuna di queste è divisa a sua volta secondo le proporzioni perfette delle sezioni auree (una proporzione spaziale già in uso in epoca greca e teorizzata da Euclide).
Quest'opera viene esposta nell'ultima mostra impressionista del 1886 e quindi coincide con l'inizio del post-impressionismo.
Henri de Toulouse Lautrec
Nasce nel 1864 in una città del sud della Francia da una famiglia nobile. Soffre di importanti problemi di salute alla nascita di probabile origine genetica (i genitori erano consanguinei, come usava nelle famiglie nobili) che comportano bassa statura (per una forma simile al nanismo) e fragilità ossea che lo portano a sviluppare una disabilità motoria e condizionano la sua crescita (muore a soli 37 anni).Queste caratteristiche fisiche rare corrispondono ad un altrettanto non comune carattere e sensibilità artistica.
La sua formazione, a causa dei problemi di salute, avviene soprattutto a casa e privatamente fino all'adolescenza, quando, a Parigi, frequenta gli studi di diversi pittori.
Nel 1884 si trasferisce a Montmartre dove apre il suo atelier. I teatri e i cabaret di quel quartiere saranno per lui una grandissima fonte di ispirazione. Qui, vivendo da bohemienne, rappresenta tutti i personaggi marginali e stravaganti di quell'ambiente, raccontandoli senza giudicarli.
Lautrec oltre a dipingere, si occuperà della realizzazione di manifesti teatrali e pubblicitari ed è considerato un innovatore nel campo della grafica. I suoi manifesti ricordano le stampe giapponesi ed utilizzano un linguaggio moderno (caratterizzato anche dalla presenza di ironia).
Una delle sue opere più rappresentative è una litografia a colori che si intitola "Moulin Rouge-La Goulue" (1891) e raffigura la vita notturna del locale con la sua ballerina più importante. Il Moulin Rouge era stato da poco inaugurato ed aveva necessità di farsi conoscere e suscitare la curiosità e l'interesse dei parigini.
La cromo-litografia è un procedimento di stampa più rapido dell'incisione, permette una grande riproducibilità e, al tempo stesso, dà effetti simili al disegno e all'acquerello.
Al centro del manifesto è raffigurata la stella del locale: soprannominata "La Goule" (vorace, divoratrice) mentre esegue un passo di danza poco aggraziato e un po' improbabile (il famoso "can can" del Moulin Rouge). Quello del movimento è un tema che ricorre spesso sia nei cartelloni pubblicitari che nei quadri, come se l'artista ne fosse affascinato, forse anche in relazione al suo vissuto e alle sue grandi difficoltà a camminare.
La ballerina, di profilo, è l'unico personaggio che ha una caratterizzazione più precisa rispetto sia alla sagoma scura in primo piano che al pubblico sullo sfondo ridotto ad una semplice silhouette e diventa così l'icona del locale.
Le sue innovazioni stilistiche (per lo scrittore Anatole France i manifesti di Lautrec erano "affreschi del popolo") creano un nuovo tipo di comunicazione di massa e aprono alla nascita della grafica pubblicitaria moderna dove c'è un uso molto particolare del colore (ripreso poi dal'Espressionismo) ed anche della linea (che ricorda quella dell'Art Nouveau).
E' evidente, inoltre, il suo ispirarsi alle stampe giapponesi (per la bidimensionalità, l'uso del colore piatto e la libertà nelle pose). Infine, l'allitterazione della scritta, in rosso, con il nome del locale è un ulteriore esempio di un linguaggio nuovo, privo di retaggi del passato dando anche alle parole qualità di movimento e significato comunicativo (come si nota dal confronto tra ques'opera e quella, di due anni prima, creata da Jules Chéret in occasione dell'inaugurazione del locale, che ha uno stile descrittivo e illustrativo, più che prettamente grafico).
Questo nuovo linguaggio nasce in parallelo all'emergere della nuova "industria del divertimento" e forniscono un immaginario destinato anche alle classi meno ricche e acculturate.
Paul Gauguin
Nasce a Parigi nel 1848 ma si trasferisce molto piccolo in Perù per restare in Sud America, dove rimane per alcuni anni dopo l'improvvisa morte del padre (giornalista). Nel 1855 ritorna in Francia insieme alla madre (che lavora come sarta) ma, in seguito, da ragazzo, si imbarcarca come marinaio su un mercantile diretto in Brasile. A vent'anni si ritrasferisce a Parigi, inizia a lavorare come agente di cambio e si sposa. In questi anni inizia a dipingere come autodidatta, anche grazie all'aiuto del patrigno che era un appassionato d'arte. Nonostante avesse una famiglia, si sposta ancora: prima la Bretagna, poi un periodo nei Caraibi, in seguito un parentesi infelice con Van Gogh ad Arles, poi rientra in Bretagna, fino al definitivo trasferimento nelle isole polinesiane (allora colonie francesi). Qui, se nella teoria raggiunge una sorta di paradiso esotico idealizzato, vivendo in luoghi lontani dalla cosiddetta civiltà, nella realtà però si ammalerà e morirà intorno ai cinquant'anni di una malattia venerea causata probabilmente dalla sua vita promiscua e carica di contraddizioni.
La vita di Gauguin è quindi inscindibile dalla dimensione del viaggio, tanto che in un romanzo a lui dedicato dallo scrittore Vasquez Montalban viene definito come il "fuggitivo" più importante del periodo moderno.
Nel 1875 incontra Camille Pissarro e così conosce gli impressionisti dai quali si allontana perchè interessato a rappresentare l'interiorità, senza dipendere dalla natura come nell'Impressionismo.
Nel 1886 lascia Parigi ed inizia il suo "periodo bretone". Infatti, si riunisce ad un gruppo di pittori a Pont-Aven, sulle coste della Bretagna. Il modo per raggiungere una nuova forma e tecnica espressiva consiste in un uso intenso del colore vicino alle culture primitive, stendendo il colore uniformemente e non più con pennellate separate. Un esempio molto chiaro di questo stile pittorico si trova nell'opera di Paul Serusier dal titolo "Il Talismano" del 1888:
"Il talismano" di Paul Seurusier
Questo nuovo stile dà origine al Sintetismo, ovvero ad un'arte che utilizza forme semplificate, antinaturalistiche. Proprio in Bretagna, come dirà lo stesso Gauguin, (a differenza che a Parigi) può ritrovare la dimensione selvaggia e folkloristica oggetto della sua ricerca (la fuga dalla città e dalla modernità ricorda quella di Segantini).Questo interesse verso le civiltà primitive probabilmente deriva anche dalle esperienze legate alla sua primissima infanzia, in particolare allo spostamento in Sud America, luogo di origine della madre.
Qualche anno dopo Gauguin si trasferisce in un villaggio bretone di pescatori, qui dipinge scene di vita quotidiana contadina caratterizzata da una religiosità arcaica e naturale. E' di questo periodo "La visione dopo il sermone" (1888)
Dopo aver assistito ad una funzione religiosa, alcune donne bretoni si trovano di fronte ad una visione tratta da un episodio biblico che hanno appena ascoltato nella celebrazione. Infatti, in alto a destra, come in una piazza, si vede Giacobbe che lotta con un angelo. La lotta con l'angelo è un tema ripreso dal libro della Genesi, mentre lo stile è ispirato a Hokusai (come i contorni ben delineati e la visione dall'alto), uno dei più grandi artisti giapponesi e in particolare ai suoi "lottatori di sumo".
La resa simbolica è forte, viene qui rappresentata la fede che confina con la superstizione. Il tronco dell'albero suddivide l'opera in diagonale: nella parte reale delle donne e in quella immaginata e allucinata (la lotta biblica). Il colore steso a campiture è molto carico, si notano i complementari verde e rosso nella parte legata all'immaginazione e il bianco con il nero negli abiti delle donne (la parte terrena). E' qui evidente che Gauguin non è interessato all'imitazione della natura, non si preoccupa né della prospettiva e neppure di inserire una fonte di luce precisa che potrebbe creare profondità; questa è data dalle figure che, su più livelli e con diverse dimensioni, suggeriscono uno spazio all'interno della rappresentazione.
Nel 1889 Gauguin dipinge il "Cristo Giallo" che si ispira al Crocifisso ligneo presente in una Cappella di Pont-Aven e situato all'aperto, in campagna. Questa tradizione popolare è presente in molti paesi rurali del Nord Europa e si riferisce ad un'espressione artistica religiosa diversa da quella sacra (che viene collocata e conservata all'interno delle chiese).
In quest'opera è raffigurato un Crocifisso in primo piano, le assi che costituiscono la croce sono squadrate ed essenziali, così come la figura di Gesù e delle donne, stilizzate e semplici.
Ai piedi della croce si trovano tre donne bretoni con il loro costume tradizionale, a richiamare le tre Marie del Cristianesimo.
Anche in quest'opera sono evidenti le caratteristiche del Sintetismo (sono gli accostamenti dei colori a creare un senso di spazialità e profondità).
Il colore giallo del Cristo richiama quello della campagna di sfondo, il colore del grano, anch'esso portatore di una simbologia religiosa precisa (il grano che attraverso il lavoro dell'uomo diventa eucarestia, cioè corpo di Cristo) e che, quindi, unisce la vita di Cristo a quella terrena dei contadini (e probabilmente anche quella dello stesso pittore, che nella sua vita attraversa diverse traversie, come rappresentato dalla vicenda terrena di Gesù). Inoltre, è significativa anche la presenza della sagoma scura di un uomo che sta scavalcando la staccionata (simbolo forse di una fuga alla ricerca di una spiritualità e di una vita meno artefatta e complicata, anche questo autobiografico?)
Dopo un breve periodo in cui Gauguin si avvicina a Van Gogh e al fratello Theo, andando a vivere in Provenza con il pittore (convivenza difficile che vedrà molti problemi di incompatibilità), Gauguin parte per la Polinesia. Qui si sposterà dalla capitale ad un piccolo villaggio privo di troppe convenzioni sociali e caratterizzato da una natura ancora in gran parte incontaminata e selvaggia. Il suo atelier è ora una capanna, qui dipinge soprattutto le donne locali, come nell'opera dal titolo "Ave Maria" (la Orana Maria, in lingua maori) del 1891.
Appena arrivato a Taithi Gauguin si cimenta così con la rappresentazione della natività, un tema che attraversa tutta la Storia dell'Arte, qui reinterpretata adattandola alla cultura del luogo (come aveva già fatto nel periodo bretone). Lo fa attraverso un'operazione di sincretismo tra l'iconografia cristiana (l'aureola, l'angelo) e quella orientale (le donne ricordano le danzatrici buddiste, con la caratteristica posa a mani unite). Gauguin sarà critico verso l'evangelizzazione cristiana delle popolazioni polinesiane, proprio perchè per lui le norme e le convenzioni, anche religiose, toglierebbero purezza alle culture tradizionali.
A destra del quadro vediamo una giovane donna taithiana sorridente e con un pareo tradizionale che porta sulle spalle un bambino; entrambi hanno un'aureola intorno alla testa. Inoltre, in primo piano e sulla parte inferiore, si trova una natura morta di frutta tropicale. In secondo piano invece due donne in processione pregano e guardano verso la donna con il bambino. Nella parte sinistra del quadro, infine, parzialmente nascosto da un arbusto fiorito, si intravede un angelo che sembra vegliare sulla scena. Tutt'intorno si trova la natura lussurreggiante tropicale.
I colori sono accesi e particolarmente brillanti, in contrasto (vedi la frutta molto chiara su sfondo più scuro) ed estremamente espressivi. Lo sfondo si caratterizza per il verde del prato ma anche da una fascia color indaco e da un'altra parte di color ocra. La diversa grandezza delle figure rende l'idea di prospettiva.
Anche in quest'opera i colori sono stesi a campiture ad effetto bidimensionale e solo le donne e il bambino vedono un lievissimo chiaroscuro.
NB: La produzione artistica di Gauguin si caratterizza anche per la creazione di un nuovo modo di raffigurare le donne. Come riportato dal libro di testo, due opere sono particolarmente rappresentative di questa ricerca: "La Belle Angéle" (1889) e "Donna tahitiana con fiore" (1891). La prima opera è del suo periodo bretone e vede una composizione innovativa: la donna, vestita con un elaborato abito tradizionale (a contrasto con la moda parigina, famosa per la sua eleganza), è circoscritta in un tondo (che ricorda quelli cinquecenteschi) in posizione laterale e asimmetrica, al suo lato destro si trova una statuetta peruviana (citando le sue origini da parte materna) che sembra contrapporre un ulteriore modello di bellezza femminile. Il tutto ricorda un collage (tecnica che non era stata ancora utilizzata in pittura).
La seconda opera citata dal testo come emblematica è "Donna taithana con fiore", qui il pittore sembra offrire ancora con maggiore potenza un modello alternativo di bellezza che si distacca dai modelli francesi ed occidentali dell'epoca. I tratti importanti e marcati della donna, la pelle scura anticipano ed ispireranno in seguito le opere delle Avanguardie (come le "Demoiselles d'Avignon" di Picasso). Lo stesso Gauguin scrive in un suo scritto che la bellezza di quest'opera è visibile attraverso una visione "con il cuore", abbandonando i canoni estetici occidentali.
Vincent Van Gogh
Nasce in un villaggio dei Paesi Bassi nel 1853 da una famiglia borghese e numerosa. Prima di lui un fratello maggiore che però muore alla nascita (da cui erediterà il nome). Il padre è un pastore protestante e anche lui proverà a intraprendere la stessa strada del padre, senza successo a causa di alcuni comportamenti ai limiti della legalità avvenuti per aiutare gli altri (e per i quali viene rimosso dall'incarico).Inizia a dipingere tardi, da autodidatta, vede un breve periodo di tirocinio presso un pittore suo parente (Anton Mauve) che lo incoraggia nell'uso della pittura ad olio e sarà per un periodo suo mentore.
La tavolozza cromatica si ispira alle combinazioni dei pittori fiamminghi (come l'abbinamento di giallo e azzurro, che sarà presente in molte opere).
Dopo gli studi, lavora in una Casa d'arte che aveva succursali in diverse città europee, fino ad approdare a Parigi, dove vive il fratello Theo. Nel corso della sua vita il pittore mantiene un legame molto stretto con il fratello con cui si scambierà numerose lettere e che diventerà anche suo sostenitore e gallerista.
Nel suo soggiorno francese conosce le opere impressioniste, postimpressioniste e le stampe giapponesi.
Da Parigi si trasferirà in Provenza e qui sogna di creare un "atelier du Midi" ovvero una comunità di pittori che vivono e lavorano insieme nel sud della Francia. Progetto che non si realizzerà a causa dei problemi di salute del pittore ma che lascerà un segno in più di un artista. Infatti, ancora oggi, le zone interne ed anche quelle costiere del Sud della Francia sono famose per le tracce lasciate da diversi artisti (da Chagall a Nizza, ai paesi dell'interno di Van Gogh e Cezanne, fino a Leger a Biot). Sicuramente, i colori e la luce di quei paesaggi hanno giocato un ruolo centrale nell'ispirare tutti questi artisti.
Stilisticamente si può considerare un precursore dell'Espressionismo, in quanto parte dall'osservazione della realtà per poi modificarla profondamente seguendo la sua interiorità, le sue emozioni.
Purtroppo la vita di Van Gogh non sarà facile: la grande sensibilità, i problemi nervosi che lo porteranno ad un ricovero, la fatica a trovare il suo posto nel mondo lo porteranno a cercare di trasferire il suo vissuto nella pittura caratterizzata da una potenza fuori dal comune, ma non lo aiutano certo nella vita personale, tanto che muore a soli 37 anni dopo il suo trasferimento nel Nord della Francia (probabilmente suicida) e prima di sapere che i suoi quadri saranno apprezzati e famosi in tutto il mondo. In questo senso si può affermare che c'è uno stretto rapporto tra la sua vita e le opere.
"I mangiatori di patate" (1885) è un'opera ad olio dipinta nei Paesi Bassi. Pur essendo una delle sue prime opere importanti, è già un'opera che possiede caratteristiche che ricordano l'Espressionismo.
E' raffigurata un'umile famiglia di contadini riunita intorno ad un tavolo, alla debole luce di una lanterna che pende dal soffitto. Sul tavolo, la cena, ovvero delle patate appena cotte che sprigionano una nuvola di vapore e un liquido scuro e denso che viene versato da una donna seduta sulla destra. Non ci sono piatti ma tutti si servono da quello di portata centrale. Al centro della composizione c'è una figura di spalle (forse una ragazzina), circondata dal vapore (che rende quasi un effetto di controluce) e che divide lo spazio a metà (al suo fianco si vedono due figure per ogni lato).
Dietro le figure e sullo sfondo, illuminati dalla luce fioca della lanterna, si trovano semplici oggetti di uso quotidiano tra i quali spicca la raffigurazione di un crocifisso; questo dettaglio può simboleggiare la sacralità del momento.
Sia la fisionomia dei volti che le mani colpiscono per essere grossolane, grottesche e quasi deformi, imbruttite dalle difficili condizioni di vita. E' chiaro l'intento di non edulcorare la fatica e le ristrettezze che vivono queste persone, ma, anzi, la volontà di renderle ancora più evidenti ed espressivamente forti (scelta stilistica che non verrà compresa e apprezzata dai critici dell'epoca). Come riportato nel libro di testo, infatti, Van Gogh scrive, a proposito di quest'opera, che i volti sono simili sia ai contadini di Millet ma, anche, che ricordano la forma di ciò che coltivano, ovvero le patate.
Il tratto pittorico è reso con pennellate grandi, molto scure, che contrastano con tocchi di bianco. E' un'opera molto meditata (vede una cinquantina di studi preparatori) che per l'artista ha una valenza quasi educativa, di sensibilizzazione sulle condizioni di vita così dure (infatti scriverà che questi quadri "possono insegnare qualcosa").
L'artista stesso scrive al fratello spiegando le motivazioni e il significato dell'opera che vuole mettere in evidenza il lavoro duro dei contadini. Durante il periodo di predicazione sulle orme del padre, infatti, il pittore ha conosciuto, per la sua funzione, diverse famiglie che vivevano in campagna e che si guadagnavano il cibo attraverso il lavoro nei campi e che lo hanno colpito profondamente, tanto da portarlo a sviluppare un'attenzione alle tematiche sociali.
"La camera da letto ad Arles" è un'opera del 1888 creata durante il periodo in cui Van Gogh si trasferisce da Parigi ad Arles, in Provenza. Il suo trasferimento avviene soprattutto per le problematiche di inserimento incontrate a Parigi; qui gli altri pittori non sembravano comprenderlo e soprattutto integrarlo, forse spaventati dai problemi nervosi di Van Gogh. Inoltre, dopo una crisi epilettica molto forte, sente l'esigenza di allontanarsi anche dal fratello Theo che nel frattempo si era formato una sua famiglia.
Ad Arles prende in affitto un piccolo appartamento e qui ritrae la sua camera da letto. La stanza è semplice, sono presenti pochi arredi e oggetti: un letto di legno sulla parete destra, a sinistra un piccolo tavolo con alcuni oggetti di uso quotidiano; un porta abiti, un chiodo per un asciugameno, due sedie (di cui una come comodino), due quadri appesi e due stampe. La finestra è posta di fronte all'osservatore.
La prospettiva è deformata, quasi un po' ondeggiante, il letto sembra allargarsi verso il fondo del quadro. I punti di vista sembrano diversi (le sedie sono viste dall'alto, mentre il tavolino e il letto no) creando uno spazio soggettivo e personale, espressione più delle emozioni che di un pensiero.
I colori sono accessi, brillanti (da notare la presenza della coppia ricorrente giallo-azzurro), stesi in maniera piatta (come a ricordare le stampe giapponesi), ampia. Il colore e la luce simboleggiano l'iniziale gioia e le grandi aspettative di Van Gogh nel periodo provenzale, che sperava di trovare un luogo utile per creare una nuova Scuola pittorica in quella città (vedi sopra spiegazione dell'Atelier du Midi).
I primi anni sono sereni, nonostante viva praticamente in solitudine (a parte l'amicizia con il postino che gli recapita le lettere del fratello) sia rispetto ad altri pittori (primo fra tutti Cezanne, che avrebbe voluto frequentare e che invece non vuole incontrarlo) che agli abitanti di Arles che erano intimoriti e diffidenti nei confronti della sua malattia (lo stigma verso le malattie mentali allora era fortissimo, non essendosi ancora sviluppate nè una cultura nè una vera e propria cura verso questi disturbi).
Questo periodo è caratterizzato anche dalla presenza, per alcune settimane, del pittore Gauguin che si reca ad Arles su disposizione del fratello Theo (era parte di un "contratto" tra loro, in quanto Theo in cambio della visita al fratello gli garantiva la distribuzione di alcune opere). La convivenza tra i due non sarà però serena e si rivelerà impossibile: Gauguin che "fugge" dalle convenzioni sociali si ritrova in una piccola cittadina chiusa e provinciale e non condivide la serenità di Van Gogh per quello che è una specie di "microcosmo"; Van Gogh dal canto suo continua a non stare bene, in più inizia a frequentare locali notturni in cui beve. Oltre a questo, anche le idee sulla pittura divergono: il primitivismo di Gauguin da un lato e il richiamo ai temi di Millet per Van Gogh dall'altro creano distanze anche di stile. Proprio su queste differenze scoppierà infine una lite tra loro che culmina in un grave atto di autolesionismo da parte di Van Gogh (si taglia il lobo dell'orecchio), episodio che avrà come conseguenza la fine del breve sodalizio tra i due. Van Gogh, come nel suo stile, rappresenterà in pittura la distanza tra loro, dipingendo due sedie vuote per rappresentare se stesso (una sedia semplice, con i colori accesi) e Gauguin (più raffinata, con dei libri e una candela accesa sopra la seduta), dove emergono differenze stilistiche importanti.
Dopo il periodo trascorso in Provenza (ad Arles) e in seguito di un ricovero, Van Gogh si trasferisce a Nord di Parigi, precisamente ad Auvers-sur-Oise, paese in cui conclude la sua breve vita. Qui, nel 1890, dipinge "La chiesa di Auvers-au-Oise".
Al centro del quadro la chiesa occupa quasi tutto lo spazio che si staglia su un cielo blu. In basso il prato è molto luminoso ed affiancato da una strada che si biforca. A sinistra una contadina, di spalle, cammina nel bordo esterno della stradina.
La chiesa appare sfaccettata e traballante, così come sono a caratteristiche onde le pennellate, alternate a punti e e tratti. Qui l'uso della pennellata a "punto" si allontana dalla ricerca del Pointillisme ed è utilizzata per far vibrare l'opera, comunicando emozioni vivide all'osservatore. Il colore è protagonista, in particolare il blu che ha quasi un leggero chiaroscuro nella parte superiore, con pennellate nere (a rappresentare le nuvole). La chiesa vede un colore prevalentemente grigio-azzurro freddo, con particolari caldi (la tettoia di colore arancione usato puro che crea un forte contrasto con il blu complementare) e getta una lingua di ombra sul verde del prato antistante. Il sole sembra accompagnare solo il cammino della donna, forse anche un ricordo (visti gli abiti) delle donne olandesi della sua infanzia.
I colori, l'assenza di una prospettiva definita, creano un effetto nell'insieme inquietante, probabilmente ad esprimere la disillusione e l'estraneità del pittore verso una società che non l'aveva compreso.
Non a caso è un'opera dell'ultimo periodo del pittore, la più difficile, quella che segue al suo ricovero in ospedale, in cui insieme alla sua situazione, si incupiscono anche i colori dei quadri. Come nell'opera "La Notte Stellata" (1889), dipinta durante il periodo di ricovero, con il cielo luminoso ma lontano, la città addormentata sullo sfondo e il cipresso solitario che sembra una fiamma anch'essa scura. Qui le grandi stelle sembrano dare voce alle emozioni, alle crisi e ai vissuti del pittore, così come allo stupore di fronte ad un paesaggio a cui l'artista si affaccia dalla finestra dell'ospedale e che trasfigura sia rispetto alle forme che al colore. In particolare il cielo è caratterizzato da stelle e luna a forma di vortice (resi con pennellate circolari) che creano aloni luminosi, mentre i colori sono caratterizzati da contrasti (ancora qui tra il giallo (e un po' di arancio) e il blu. Il paesaggio è quindi trasformato come panorama interiore.
L'artista morirà tragicamente poco dopo, a causa di una grave infezione conseguente allo sparo nel tentativo di togliersi la vita avvenuto forse in un momento di poca lucidità (infezione allora non curata, non essendo presente un chirurgo per poter togliere il proiettile), affiancato dal sempre presente fratello nel luglio dello stesso anno, mese in cui il grano nei campi arriva a maturazione. Ambiente che rappresenta nell'ultima opera trovata nella sua stanza come una sorta di testamento: "Campo di grano con corvi" (1890), dove una distesa di un giallo scuro viene piegata dal vento e sembra accogliere l'osservatore all'interno di una scena in cui è in atto l'eterna lotta tra luce e buio (giallo e blu scuro), bene e male, tra strade interrotte, corvi neri di cattivo auspicio e nuvole pesanti.
Fa effetto pensare che pochi mesi dopo morirà anche il fratello Theo. Le opere verranno curate dalla cognata, Jo, che si rivelerà molto abile e, così, anche grazie a lei, verranno finalmente apprezzate e comprese le opere del grande artista.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali del Postimpressionismo?
- In cosa consiste la tecnica del Puntinismo?
- Chi è Georges-Pierre Seraut e quale opera rappresenta il suo contributo al Puntinismo?
- Qual è l'importanza di Henri de Toulouse Lautrec nel campo della grafica?
- Come si distingue lo stile pittorico di Paul Gauguin?
Il Postimpressionismo è caratterizzato da una ricerca più personale dell'essenza delle cose e una maggiore libertà nell'uso del colore e delle forme, sviluppandosi in Francia dopo la crisi dell'Impressionismo e influenzando altre località europee.
Il Puntinismo è una tecnica pittorica che utilizza pennellate puntiformi per dividere il colore in parti primarie, basandosi su teorie scientifiche della percezione visiva, come il contrasto simultaneo dei colori di Chevreul.
Georges-Pierre Seraut è considerato il fondatore del Puntinismo e la sua opera "Una domenica pomeriggio all'isola della Grand Jatte" è un esempio innovativo di questo stile, caratterizzato da una composizione geometrica rigorosa e l'uso di puntini di colore.
Henri de Toulouse Lautrec è considerato un innovatore nel campo della grafica, noto per i suoi manifesti teatrali e pubblicitari che utilizzano un linguaggio moderno e sono ispirati alle stampe giapponesi, contribuendo alla nascita della grafica pubblicitaria moderna.
Paul Gauguin si distingue per il suo uso intenso del colore e l'interesse verso le culture primitive, sviluppando uno stile sintetico che utilizza forme semplificate e antinaturalistiche, come evidente nelle sue opere durante il periodo bretone e polinesiano.