Concetti Chiave
- Il postmoderno è visto come un periodo artistico derivativo, caratterizzato dalla reinterpretazione piuttosto che dall'innovazione.
- Sfuma le distinzioni tra arte "alta" e cultura "bassa", un concetto già esplorato nel modernismo ma pienamente abbracciato nel postmoderno.
- Fredric Jameson descrive l'arte postmoderna come priva di spontaneità, focalizzata su imitazione e appropriazione.
- La filosofia pluralista del postmoderno si esprime attraverso ironia, parodia e umorismo, posizioni immuni alla critica.
- La fine del postmoderno è generalmente situata alla fine degli anni Ottanta, con l'arte che si sposta verso globalizzazione e new media.
Nella difficoltà di fissare con date esatte nella storia l’inizio del postmoderno, lo storico dell’arte James Elkins paragona il dibattito sulla transizione dal modernismo al postmodernismo, a quello tra Rinascimento e Manierismo: in entrambi i casi, senza esprimere giudizi di valore, le fasi successive sono considerate come periodi artistici derivativi, cioè non totalmente originali, caratterizzati per lo più da reinterpretazione di forme e modalità, piuttosto che dalla concezione di nuovi paradigmi.
Il postmoderno si caratterizza per il modo in cui sfuma le distinzioni tra ciò che viene percepito come arte “alta” e ciò che viene visto come cultura “bassa” o kitsch. Un concetto questo già sperimentato in parte in alcune espressioni del modernismo, come il Dada e Surrealismo, ma definitivamente condiviso tra tutti gli artisti del postmoderno. Il filosofo Fredric Jameson ha descritto l’arte post- moderna come un fenomeno che ha abbandonato qualsiasi pretesa di spontaneità e immediatezza di espressione, caratterizzandosi invece su aspetti di imitazione e appropriazione dell’esistente. L’insieme di queste pratiche di manipolazione dell’immagini e delle forme che ne conseguono esprime la visione “filosofica” pluralista del postmoderno: esprimendo il concetto che tutte le posizioni sono instabili e insincere, l’ironia quindi, la parodia e l’umorismo sono le uniche posizioni che la critica o il revisionismo non possono ribaltare. Esiste dunque una fine dell’arte postmoderna? Ovviamente quando si tratta di fissare una data precisa in un fenomeno così ampio e dai contorni incerti non è semplice individuarne gli estremi; generalmente però collochiamo la fine del postmoderno in arte con la conclusione degli anni Ottanta, quando il termine “postmodernismo” perse molto del suo peso critico nelle pratiche artistiche, che invece iniziarono a rivolgersi verso altri fenomeni più contingenti, come la globalizzazione e l’impatto in tutti i campi dei new media che ha caratterizzato e che probabilmente continua a caratterizzare ciò che intendiamo come arte contemporanea.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica principale che distingue il postmoderno dal modernismo secondo il testo?
- Come descrive Fredric Jameson l'arte postmoderna?
- Quando si colloca generalmente la fine del postmoderno in arte?
Il postmoderno si distingue per la sfumatura delle distinzioni tra arte "alta" e cultura "bassa" o kitsch, un concetto già parzialmente presente nel modernismo ma definitivamente condiviso nel postmoderno.
Fredric Jameson descrive l'arte postmoderna come un fenomeno che ha abbandonato la spontaneità e immediatezza di espressione, caratterizzandosi invece per imitazione e appropriazione dell'esistente.
La fine del postmoderno in arte è generalmente collocata con la conclusione degli anni Ottanta, quando il termine "postmodernismo" perse molto del suo peso critico nelle pratiche artistiche.