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Concetti Chiave

  • L'Impressionismo è un movimento artistico nato in Francia negli anni 1860-1865, caratterizzato dalla pittura "en plein air" e dall'uso di colori chiari per catturare l'istante di una scena.
  • Gli impressionisti si focalizzano sull'effetto della luce sulle superfici, dipingendo spesso serie di opere dello stesso soggetto in diverse condizioni atmosferiche e ore del giorno per esplorare le variazioni di luce e colore.
  • La tecnica impressionista prevede pennellate rapide e sovrapposte, eliminando linee di contorno e prospettiva tradizionali, per creare un senso di immediatezza e movimento nelle opere.
  • Claude Monet è considerato il principale esponente dell'Impressionismo, noto per le sue serie come la Cattedrale di Rouen e le Ninfee, che esplorano la luce e il colore in diverse condizioni.
  • L'Impressionismo ha influenzato molti artisti successivi, portando alla nascita del Post-Impressionismo, che cerca di superare l'apparenza immediata per esplorare forme più astratte e simboliche.

Indice

  1. Impressionismo
  2. Manet
  3. Claude Monet
  4. Degas
  5. Post-impressionismo
  6. Seurat
  7. Paul Cézanne
  8. Gauguin
  9. Van Gogh
  10. Molti paesaggi

Impressionismo

L’impressionismo è un movimento pittorico apparso in Francia dagli anni 1860-1865 e poi diffusosi in forme minori nel resto d’Europa. Si introducono nuove idee e tecniche che saranno molto criticate.
Gli impressionisti erano interessati a fissare sulla tela una sensazione istantanea determinata dalla veduta, con colori prevalentemente chiari e con pennellate sovrapposte per rendere l’intensità della luce nel colore.
Dipingevano le opere interamente “en plein air”.
Il movimento impressionista ha cambiato in maniera radicale il concetto di pittura. Gli impressionisti stabiliscono un nuovo rapporto con la natura: non solo dipingevano en plein air ma si immergevano completamente nello spazio naturale.
L’interesse degli impressionisti si rivolse verso gli effetti sempre variabili della luce sulle superfici degli oggetti e verso la maniera di trasferire tali percezioni sulla tela, con particolare interesse per i fenomeni dove le variazioni di colore della luce riflessa erano più sensibili, come la nebbia, la neve, le superfici acquatiche, le nuvole, la fugacità delle ombre.
I colori agiscono gli uni sugli altri e, a seconda dello scorrere del tempo e della luminosità, le cose si rivelano differenti e producono emozioni e percezioni diverse. Lo stesso oggetto poteva essere quindi “ripreso” nelle varie ore del giorno e nelle differenti stagioni dell’anno, con attenzione alle variazioni di luce riflessa. Tutte queste cose porteranno anche ad un’altra scelta: riprodurre le serie. Siccome bisogna riprendere l’attimo, guardo osservo e riprendo la luce. Gli artisti riproducevano più opere con lo stesso soggetto ma in diversi mesi dell’anno, con diversi agenti atmosferici, in diverse ore. Sempre lo stesso soggetto con diversi punti di vista. Un precursore dell’impressionismo era Constable, de la Croix, invece, precursore per quanto riguarda i colori.
Il reale colore di un oggetto è indipendente dalla mediazione al 1869, quando Monet e Renoir decisero di dipingere insieme agli effetti dell’acqua alla Grenouillère, un ritrovo lungo la senna.
Vengono presi in considerazione anche altri elementi come la luce. Noi vediamo i colori perché c’è la luce. Solo in virtù della luce ci sono i colori, man mano che la luce filtra si cominciano a vedere i colori. A partire da questa considerazione, si sono accorti che la luce non è mai la stessa; quindi, decidono di dipingere tendono a mente questo effetto: il colore vive della luce. Quindi si rifanno le teorie del colore, già pubblicate in precedenza e dicono che i colori migliori da utilizzare sono quelli complementari.
[I complementari sono copie di colori formati da un primario è dagli altri due mescolati. Quelli primari sono giallo, rosso e azzurro. Decidono di dipingere usando i primari e i complementari perché si è visto con degli studi ottici che questi colori rendono le immagini luminose.]
Come seconda cosa cercano un sistema affinché i colori rendano al massimo e decidono di utilizzare un tipo di pennellata che si ispira al mosaico. Sono colori che visti da vicino si distinguono ma da lontano la nostra retina e nostri occhi li mischiano; quindi, si vedono dei colori che non esistono dato dalla fusione dei colori che da vicino sono distinti. Quindi vogliono ottenere lo stesso effetto con pennellate rapide e veloci di diversi colori. Creano quindi colori inesistenti nel nostro occhio, ma esistenti nella realtà. Tutto questo ovviamente è criticato.
Fino all’epoca dell’impressionismo i colori bisognava farseli da soli. All’aperto, nel parco era scomodo poterlo fare, avendo già il colore pronto nel tubetto era più pratico lavorare. L’introduzione del colore nel tubetto agevola la scelta impressionista di dipingere all’aperto.
Altra idea importante era l’impressione. Dipingere l’impressione fugace che il nostro occhio coglie quando osserva qualcosa, quindi quello che si vede al momento. Questo conferisce grande immediatezza all’opera che non dà l’idea di essere un’opera studiata. Una nuova innovazione: la pittura nel tubetto.
Inoltre, Per dare l’idea di immediatezza, eliminano totalmente la linea di contorno, quindi non c’è più il disegno. Si dipinge in maniera immediata, si passa subito all’opera pittorica e questa è stata una cosa che è stata più di tutta criticata. Uno stile fondato sulla resa della luce, l’uso del colore e sulla contrapposizione delle pennellate visibili porta gli impressionisti a eliminare il contorno netto e a costruire la prospettiva sulla variazione delle tonalità che definiscono spazio e volume. Di conseguenza anche le forme non rispondono più alla realtà oggettiva, ma riflettono il modo in cui l’artista le vede in una specifica situazione emotiva e di luce.
Altro aspetto che viene annullato è la prospettiva, perché la prospettiva è una costruzione umana per avere un effetto visino ma nella realtà non esiste. Con la prospettiva si ha l’effetto del volume agli spazi, tramite una costruzione. Il dipinto con la prospettiva ha, però, qualcosa di innaturale quindi viene eliminata. Non ci sono più le linee di fuga verso il centro. C’è qualcosa di intuitivo ma la prospettiva non c’è.
Altro elemento è la totale eliminazione delle ombre. Per fare le ombre si scurivano i colori mettendo del nero e del grigio. Tutto ciò viene eliminato perché l’intento dell’impressionismo si ha il massimo della luce. Quindi le ombre diventano colorate e vengono eliminate quelle scure. Il nero viene totalmente eliminare dai dipinti.
Altra caratteristica dell’impressionismo sono i soggetti rappresentati. L’impressionismo nasce a Parigi e si sviluppa a Parigi, quindi un tema fondamentale è la vita nei locali di Parigi e la Senna. La Senna, in Parigi e fuori Parigi, sarà uno dei temi ricorrenti. Inoltre, l’acqua ben si presta ai dipinti dell’impressionismo. I riflessi sull’acqua, di un lago o di un fiume, vengono scomposti. Quindi acqua e Senna saranno due temi trattatissimi.
Oltre alla natura che si incontra in ogni campagna, i soggetti degli impressionisti includono nel genere paesaggistico anche ciò che era maggiormente pubblico e moderno: le strade, i giardini, i luoghi di villeggiatura. La città moderna entra nella pittura e presenta lo stesso spettacolo seducente delle bellezze dei dintorni o di terre più lontane. Anche la figura umana viene inserita nello scenario della vita moderna e modifica i suoi tratti tradizionali. La donna è spesso protagonista, colta nei momenti di lavoro o come creatura evocatrice di atmosfere suggestive, in simbiosi con il paesaggio.
Agli impressionisti piace il taglio fotografico perché viene ripreso l’attimo. L’opera nasceva ed era frutto dell’istante.
Molto influenti furono anche le stampe giapponesi sull’impressionismo. Questo perché non c’era chiaro scuro e perché venivano rappresentate scene di vita quotidiana. Monet, infatti, avrà una collezione non indifferente di stampe giapponesi.
Con “impressione” si intende l’effetto esercitato dalla scena sull’occhio dell’artista osservatore, la percezione avuta, resa al suo aspetto momentaneo.
I pittori impressionisti frequentavano gli stessi atelier dove si elaboravano nuove idee. Vista la difficoltà di esporre le loro opere al Salon, questi pittori costituirono una Societé anonyme des artistes allo scopo di esporre in gruppo. La prima mostra si tenne nel 1874 a Parigi, nello studio del fotografo Félix Nadar; parteciparono Monet, Renoir, Cézanne e Degas. I quadri esposti suscitarono le critiche dei cronisti e la derisione del pubblico. Il giornalista Luis Leroy ironizzò di fronte al quadro di Monet “impressione sole nascente” definendo “impressionisti” Monet stesso e tutti gli altri artisti che esponevano. Il nome diverrà ufficiale quando nel 1878, il critico Duret dedicherà agli impressionisti un’opera dal titolo i pittori impressionisti.
Nell’ impressionismo non si critica e non si denuncia mai una situazione, ma si riprende l’apparire. Quello che vedo lo riprendo.

Manet

Nasce a Parigi nel 1832, muore 1833, considerato madre impressionismo anche se le sue prime opere non sono impressioniste. Ha una formazione sui grandi maestri del passato, in particolare quelli che ha potuto vedere nelle sale del Louvre e agli Uffizi di Firenze. Ha una formazione classica che appare nelle prime opere, poi acquisirà le nuove idee del tempo. Manet realizza dei dipinti che saranno molto scandalosi, soprattutto la colazione sull’erba (1862-63), lui non aderisce al gruppo impressionista anche se considerato il padre. Quando crea bar delle follies-bergères manifesto dell’impressionismo siamo negli anni 80.
Colazione sull’erba: fu un’opera presentata alla giuria del Salon del 1863 ma venne respinta ed esposta al Salon des refusés. Il quadro suscitò un certo scandalo e feroci critiche. Il quadro rappresenta quattro personaggi, tre dei quali conversano in un bosco con grande naturalezza: i due uomini sono vestiti moderatamente, mentre la donna è nuda e volge il suo sguardo come in un’istantanea verso lo spettatore. Un’altra donna in fondo esce da una pozza d’acqua dove ha fatto il bagno. Il significato del quadro è aperto a molte interpretazioni: la rappresentazione muove da intenzioni non realistiche ma simboliche. Ciò che suscitò lo scandalo non fu la nudità della donna ma il fatto che la figura femminile non era una ninfa, una dea o qualche altro personaggio mitologico, ma una ragazza del tempo, una nota prostituta, e che i due uomini non erano in vesti antiche, ma indossavano moderni abiti francesi. (La scelta della donna nuda rimanda a opere precedenti che aveva visto in particolare da Tiziano, e per rivendicare la libertà di pittura). Ciò che disturbava, quindi, non era tanto il soggetto ma la sua attualizzazione.
Dal punto di vista strutturale il dipinto segue una logica geometrica rigorosa. Il gruppo centrale dei personaggi è composto su uno schema di triangoli intrecciati e sovrapposti tra loro: quelli definiti dal braccio della donna e dalla gamba che ha per base ai suoi piedi; quello formato dalla gamba dell’uomo sdraiato che ha il vertice sulla mano; quello disegnato dal busto della donna, la base sulla gamba allungata e il vertice sulla testa dell’altra figura maschile. Un triangolo più grande comprende tutte e quattro le figure e ha il vertice nell’uccellino posto in alto, al centro della composizione. Il tutto è ordinato sulla composizione a fregio delle figure in primo piano. L’insieme degli elementi del quadro manca di un’unità, di una gerarchia e di una struttura narrativa riconoscibile: nel gruppo ciascuna figura è un’entità separata, anche la natura morta e gli abiti abbandonati sembrano essere “staccati”.
L’aspetto innovativo del quadro sta anche nello stile e nella tecnica. I personaggi sono inseriti e amalgamati all’ambiente naturale in modo straordinario, ma sono sottoposti a un trattamento diversificato, come se fossero figure senza densità e volume. La prospettiva è data dai piani successivi degli alberi e delle fronde che si sovrappongono, determinando zone di ombra e di luce. Le pennellate sono veloci e sovrappongono toni caldi e toni freddi in modo da creare un contrasto che li rende più vivaci e brillanti. Lo sfondo non è ben nitido ed è reso con pennellate abbozzate e rapide, senza dare un’idea precisa della prospettiva. Manet venne quindi accusato di non saper dipingere, ma questi tocchi veloci di pennello sono in realtà anticipatori dell’impressionismo. Crea anche delle ombre colorate, in particolare si vedono sui pantaloni bianchi del signore.
L’Olympia di Manet: nel 1865 la giura ammise Manet al Salon con l’Olympia, un altro lavoro additato di “indecenza” sia per il soggetto sia per lo stile e la tecnica. Olympia, è un’opera ricca di riferimenti all’arte del passato da Tiziano a Goya, è la rappresentazione di una prostituta parigina assurta a immagine della bellezza moderna. La scena è composta da un letto con lenzuola e cuscini, che danno idea di un qualcosa di setoso e morbido, la figura è poggiata su un drappo con delle France dorate. Sullo sfondo c’è una paratia con un tendaggio verde e dietro delle tende che coprono una porta o una finestra. C’è una serva con la pelle scura che fa contrasto con la pelle chiarissima della donna, con il suo abito e con il bouquet. Ciò che irritò i critici fu soprattutto il contesto realistico della scena: i fiori presentati dalla domestica di colore, regalo di qualche ammiratore; lo sguardo privo di pudore e disincantato di Olympia diretto verso lo spettatore: la posa fredda del corpo. Inoltre, gli oggetti dipinti richiamano esplicitamente l’attività della donna e rovesciano il modello iconografico della Venere: l’orchidea tra i capelli, il bracciale, il nastrino, le pantofole di raso, il letto disfatto e i drappi ordinari, il gatto nero (simbolo della lussuria).
La composizione è divisa in due diagonalmente dal corpo della donna: nella parte inferiore dominano tonalità molto chiare, in quella superiore tonalità molto scure, con un inedito violento contrasto. Ci sono accostamenti di colori caldi a colori freddi: la veste rosata della domestica si stacca violentemente dal cupo sfondo verdastro della stanza, la bianchezza pervasa di tonalità azzurre dele lenzuola, invece, è in contrasto con il marrone del paravento. I bordi del corpo sono morbidissimi con una linea più scura di contorno che da un senso di velluto al corpo. La luce è frontale e riduce l’illusione di rotondità eliminando il chiaroscuro e appiattendo la prospettiva. Tuttavia, le pennellate larghe, rapide e sommarie che definiscono l’immagine creano contrasti molto accentuati tra zone ampie di colore piatto. Da notare che il mazzo di fiori è già completamente impressionista. I fiori sono solo semplici pennellate di colore. Non c’è una linea di contorno, sono pennellate rapidissime.
Il bar delle follies-bergères Manet: è l’ultimo capolavoro del pittore, ed è un’opera fortemente impressionista anche se non è all’aperto. In esso sono presenti molti degli elementi che qualificano la sua pittura. Il dipinto è ambientato in uno dei caffè-concerto più famosi di Parigi e la cameriera ritratta era una vera cameriera del locale. Il personaggio esprime solitudine e distacco dalla vivacità superficiale della folla. La barista è appoggiata al bancone e sta ricevendo l’ordine di un cliente che vediamo sullo specchio a destra. La donna ha un’espressione strana, un po’ persa, probabilmente Manet voleva rappresentare l’immediatezza dell’immagine. La donna è vestita di blu e grigio ha un medaglione come collana e un decoro di fiori. Il bancone di marmo sembra vero, i bicchieri sono perfettamente trasparenti, si vede l’acqua e il gambo dei fiori, sempre creati con pennellate rapide e che da lontano assumono la forma che noi conosciamo, anche la fruttiera e in trasparenza, bottiglie sono molto dettagliate. La tecnica della pennellata è molto diversificata: ampia e solida nel disegnare gli oggetti in primo piano e la figura femminile, si frantuma progredendo vero il fondo.
Da notare l’immediatezza della visione, l’uso dei colori piatti chiarissimi e privi di chiaroscuro, che rendono le luci della sala riflettenti nello specchio dietro il bancone. Lo specchio, coprendo l’intero campo della tela, realizza una continuità tra lo spazio reale e quello riflesso. Nello specchio scorgiamo il mondo che la barista sta a sua volta guardando. Notiamo la grandezza del locale, le figure che sono rappresentate come macchie di colore, pilastri con le luci e enormi lampadari di cristallo. Ci sono anche le gambe di una trapezista con il trapezio (immagine fortemente fotografico). C’è un’idea di caos nel locale

Claude Monet

Può essere considerato il pittore impressionista per antonomasia. Monet concentrò la propria ricerca nella resa della percezione istantanea dell’immagine fuggevole, nello studio della luce riflessa e nella tecnica coloristica.
Nasce a Parigi nel 1840 e muore nel 1926 a Giverny. Muore a Giverny perché si trasferisce lì. In giovane età, la sua famiglia si trasferisce a Le Havre. Qui già comincia a lavorare e produce delle caricature che vende in un negozio e si guadagna da vivere. Comincia a nutrire l’interesse verso la pittura. Qui entra in contatto con Boudin, che gli fa apprezzare la pittura di paesaggio. Torna poi a Parigi nel ‘59 e si mantiene da solo con le caricature. Si iscrive, poi, all’accademia Svizzera dove apprende le nozioni più importanti di pittura e di arte. Importante fu anche il suo soggiorno in Algeria per il servizio militare. Era in contatto anche con il mondo del nord Africa che sarà importante anche per gli artisti non solo fine ‘800 ma anche inizio ‘900. Conoscerà Courbet, che sarà fondamentale perché eserciterà una grande influenza su Monet. Nel ‘74 espone presso l’Atelier di Nadar, un fotografo che mette a disposizione il suo Atelier per gli artisti che erano stati rifiutati. Monet viaggerà prima di questa mostra a Londra e sarà influenzato dalla pittura di Turner e Constable.
Si trasferirà fuori da Parigi perché si rende conto di aver bisogno di dipingere più vicino alla campagna sfruttando i riflessi di luce dell’Acqua del fiume Senna. Fondamentale è il trasferimento a Giverny, dove non si sposterà più. Comprerà una casa e un enorme parco che sfrutterà per dipingere. Darà ordine ai giardinieri di come sistemare il giardino e quel parco sarà il suo punto di riferimento per i dipinti.
Si sposerà due volte, la prima moglie avrà due figli maschi ma morirà e quindi si sposerà con un’altra donna che aveva già un bel numero di figli (che aveva avuto con un altro marito dato che era separata). Anche lei morirà prima di lui e quindi sarà vedovo due volte. Entrambe le mogli sono morte di malattia. Prima della morte, sarà colpito da un problema alla vista. Gli procureranno degli occhiali con delle lenti.
Fin dagli inizi, le sue tele si caratterizzarono per la luminosità e l’attento studio dell’acqua, soggetto che egli sviluppò per tutta la carriera facendo uso di colori sempre più puri e accostamenti complementari. Le forme sono realizzate in modo sintetico, suggerite da pennellate libere. Nelle opere giovanili lo spazio è chiaramente delineato con piani orizzontali, percorsi da lunghe prospettive, mentre nella maturità tende a privilegiare gli effetti atmosferici e luministici e la profondità appare più evanescente e indefinita. Usa colori complementari, pennellate rapide, mancanza della linea di contorno, mancanza della prospettiva, soggetti di vita quotidiana (paesaggi, Senna, acqua, campi) e soggetti di vita parigina o mondana e poi riprende una situazione in un determinato momento di luce, quindi, crea una serie molto famose. Una in particolare è la cattedrale di Ruan, la riprende sempre dallo stesso punto di vista in stagioni diverse. Per fare ciò affitterà un appartamento. Ci sono degli scritti in cui lui racconta che era quasi un’ossessione. Succedeva però che la luce cambiava e lui non si trovava. Ci sono state delle giornate in cui credeva di impazzire perché non riusciva ad avere sempre la stessa luce. Un’altra serie sono i covoni di grano. Lo ha fatti con la neve, sole, pioggia. Un’altra serie è quella dei filari di pioppi lungo i fiumi. Un’altra ancora è la ripresa della ‘gare lasaire’. Un’altra sono le ninfee di casa sua.
Ha sempre dipinto nella sua vita. La pittura era il filo conduttore della sua vita. Il suo lavoro era dipingere però fino ad una certa età non ha avuto fortuna. Ci sono delle lettere in cui chiede soldi ad amici e conoscenti perché non guadagnava nulla. Poi ha cominciato ad avere fortuna ed ha cominciato a comprare la villa. C’era anche un giapponese che aveva acquistato molti dei suoi dipinti e in Giappone c’è un museo dedicato a lui. Lui era un appassionato delle stampe giapponesi, aveva cassetti pieni di stampe giapponesi. La sua casa era andata in rovina ma poi una fondazione ha risistemato la casa e il giardino così com’era ai tempi di Monet e adesso è aperta al pubblico.
Impressione, sole nascente: opera che fece molto sandalo e che diede il nome alla corrente, movimento impressionista. È conservata in un museo chiamato Musée Marmottan. È un museo che conserva questa opera ed altre di Monet molto famose. Questo dipinto è il manifesto di tutto l’impressionismo dipinto al porto quando il sole stava per nascere. Monet dipinge l’acqua, elemento prediletto che consentiva di giocare con i riflessi di luce. Dipinge l’acqua sulla quale viaggiano delle barchette, realizzate in maniera sintetica. In fondo del tutto sfumate è quasi per niente visibili, le varie gru. Non si vede quasi nulla e le pennellate sono rapide e veloci. I tocchi dell’impressionismo si vedono bene dove c’è il sole. La densità delle pennellate è di colore arancione e sono divise, separate. Anche le pennellate blu sono come quelle arancione. Le pennellate sono scomposte e si hanno accostamenti di colori complementari. Il cielo si tinge di arancio e l’insieme appare organizzato a partire da due soli colori. È il dipinto madre di tutto l’impressionismo.
I papaveri: ritrae la prima moglie con il bambino mentre camminano in un campo di papaveri. Il campo è rappresentato con pennellate rapide accostate l’una all’altra. In fondo c’è una linea curva che divide la parte bassa del dipinto dalla parte alta dove c’è il cielo. Questo cielo è memore dei ricordi di Constable. Non ci sono denunce di nessun genere. Sono dipinti che hanno in sé la tranquillità e la quieta di un’attività di vita quotidiana. L’ombrellone azzurro si staglia sul verde del campo. Si trova al musée d’Orsay.
Terrazza sul mare a Sainte-Adresse: dipinto di Monet. Il quadro è molto originale perché coniuga il tema del giardino, della figura moderna e della marina; tuttavia, il ritratto di maggiore innovazione rispetto alla tradizione è l’impressione quasi palpabile dell’aria, del vento, della luce, del sole. Il dipinto si divide in tre fasce: terrazza, mare e cielo. Non è un dipinto del tutto impressionista ma si comincia a vedere nella presenza dei fiori e nelle ombre colorate dell’abito di lei, dell’ombrellone e dell’abito dell’uomo. Le onde del mare sono tocchi rapidissimi di colore. I colori sono vivaci e primari: rosso, giallo, blu e verde.
Donne in giardino: raffigura un gruppo di donne. Ciò che interessa non è tanto il soggetto che è abbastanza secondario, ma la resa del colore. Gli abiti delle donne, per esempio, hanno le ombre colorate (azzurra). Molto interessante è anche il modo in cui gioca con la luce. Attraverso le fronde filtra la luce e suo di sugli abiti ci sono dei tocchi di luce. Anche le ombre colorate sul selciato, diventa rosso intenso. Perché sono ombre di tipo colato. Il taglio è di tipo fotografico. In passato veniva molto criticato.
Donna con il parasole: è la moglie con il figlio. L’impressionismo qui è ben evidente. C’è la scelta di mettere in primo piano i fiori e l’erba con pennellate rapidissime di colore. L’abito di lei è realizzato in maniera semplificata e sembra essere spinto dal vento. Anche il bambino è rappresentato in maniera semplificata. Le pennellate sono corpose, la superficie non è liscia. Le pennellate sono in rilievo, materiche e quindi la luce gioca anche su questo. Anche a livello composito ha posto la figura al centro della donna e con pochi colori ha dipinto tutto il quadro: verde, azzurro e giallo.
Rue Montorgueil a Parigi: la città è imbandierata per la festa del 30 giugno, che è festa nazionale. Il soggetto del quadro, più che la strada, diventa il turbinio policromatico delle bandiere, come se fosse una fotografia “mossa”. È interessante perché ci sono le bandiere che sventolano dai balconi e creano movimenti forti nell’immagine. Poi c’è un serpentone di gente che cammina lungo la strada. Le bandiere sono sfocate, le pennellate di colore sono rapidissime. Anche le figure sono delle linee rette è semplici, abbozzate.
Pioppi: si parla di serie perché sono gli stessi punti di vista, visti in momenti diversi dell’anno o in momenti diversi del giorno. Sono dipinti tutti diversi ma uguali nella ripresa. Poi ha scelto due visioni: una dove i pioppi fanno la curva e l’altra con un’altra luce. Sceglieva dei punti di vista e poi li riprendeva più volte. In alcuni c’è anche l’acqua. Le pennellate sono veloci e un po’ in rilievo. Le pennellate sono blinde l’era dare movimento.
Notre Dame: Dalla finestra al secondo piano di un albergo antistante, l’artista studiò le variazioni dei colori determinate dagli effetti sempre mutevoli della luce in varie ore del giorno. Questi sono fissati in sequenze che vanno dall’alba al crepuscolo: Monet cambiava le tele col mutare della luminosità, lavorando a ciascuna di esse, in base alla luce, con la prevalenza del bianco, del grigio, dell’azzurro, del rosa dorato.
Nelle cattedrali il movimento è dato dall’apparenza mentre l’oggetto rimane stabile. La facciata riempie interamente ogni tela ed è visibile solo in parte, determinando un taglio “casuale” in cui è evidente un’influenza della fotografia; la disposizione leggermente obliqua, inoltre, dà un’indicazione di profondità spaziale. Tema dominante è la luce, che investe la superficie della facciata gotica. La luce si impasta con i colori e sembra anzi emanare da questi. La stessa forma architettonica ne sembra dissolta: tocchi sovrapposti di colore puro annullano i contorni, sfumano i particolari. Lo sfavillio della facciata è accentuato dal contrasto tra le prevalenti zone in luce e le parti in ombra. Queste non sono realizzate con il nero, ma con la sovrapposizione dei colori complementari. La percezione della forma varia in base alla qualità atmosferica, cioè alle condizioni del tempo e all’incidenza dei raggi solari, restituendoci un’immagine mai identica dello stesso soggetto.
Nella prima abbiamo un giallo vivace e colori accesi. Nella seconda abbiamo l’azzurro o il blu sporco di arancione. Sono sempre gli stessi soggetti ma cambia completamente il colore. La terza è bianca con alcune sfumature azzurro.
Questi dipinti vivono di pittura, non c’è disegno né linea di contorno. Con pennellate definite riesce a ricreare e ricalcare la facciata vera e propria. Il colore è denso e materico e riesce a dare anche l’effetto di profondità. Non c’è precisione nella stesura ma l’effetto è sorprendente. La stesura lineare del colore è corposa. Il campanile si scioglie nella luce e non si vede quasi.
Gare di Saint Lazare: prime costruzioni in ferro con la prima tettoia in ferro. Ci fa vedere la zona dove i treni escono e in fondo ci sono i tipici palazzi di Parigi. Era affascinato dai treni a vapore. A lui piaceva dipingere il fumo che usciva dalla locomotiva e il fumo che prendeva molteplici colori anche a seconda della luce che c’era. Ci sono i treni e le persone in attesa. C’è anche una versione con un cielo diverso, scuro e cupo e le nuvole di fumo, che non hanno linea di contorno ma sono pennellate velocissime.
Nell’altra versione i colori sono gialli e vivaci. Ci sono anche altri punti che riprendono la zona dei binari che era quello che più gli interessava.
[Anche il mare era una variabile che prova a inserire nei suoi dipinti. Ha anche rischiato la vita per dipingere il reale sublime quando c’era il mare in burrasca. Ha anche fatto dei dipinti sul parlamento inglese. Lo affascinava tutto ciò che si progettava nell’acqua del Tamigi.
La sua casa a Giverny è il suo Atelier, quando dipinge le ninfee avrà bisogno di spazio perché sono opere gigantesche. La casa gli piaceva perché c’era il parco. Era vicina alla Senna ma non aveva l’acqua vicina. Quindi chiede al comune di fare una deviazione del fiume per poterne portare un po’ nel laghetto della sua tenuta. Molti non lo vorranno concedere ma alla fine ottiene il permesso per costruire questo laghetto.
Il parco è grandissimo e tutto il parco è progettato da lui e quali fiori e piante ci devono essere. Nel giardino c’è sempre qualcosa di fiorito. Ci sono piante che hanno qualcosa in inverno e quindi ha sempre la metrica prima e il soggetto da cui trarre ispirazione. Quando lui muore la casa va molto in rovina e i figli non se ne prendono cura. La casa è stata poi acquistata da un’associazione e il giardino è stato ripristinato come lo aveva lui].
Serie Etretat: A Etretat c’è una famosa scogliera con un arco, che Monet rappresenta sempre in diverse situazioni, con la variabile del mare che può essere ondoso, calmo, agitato. Tocchi di pennello veloci uno vicino all’altro. La pittura è concreta con anche delle pennellate di colori complementari. Monet scrive alla moglie che per riprendere il mare in burrasca. È andato a dipingere anche se il mare era molto ingrossato. Un’onda più grande delle alte l’ha colpito e gli ha portato via tutto, ha rischiato la vita.
Serie Londra: Immagini del parlamento inglese, soprattutto in ore particolari come tramonto e alba, ripreso il riflesso sul Tamigi.
Periodo a Giverny: Nel 1883 decide di stabilirsi in maniera fissa con moglie e figli a Giverny, in Normandia, acquista una casa molto grande, con grandi vetrate perché aveva bisogno della luce zenitale. La casa aveva attorno un grande parco. Voleva avere le cose da dipingere sott'occhio, quindi chiede al comune di Giverny di deviare il fiume Senna così che l’acqua affluisca al suo laghetto. Il parco è grandissimo, è interamente progettato da lui, decide quali piante e fiori ci siano, fa in modo che in ogni stagione ci siano dei fiori fioriti, fa in modo di avere sempre soggetti da dipingere. Il suo atelier aveva un grosso lucernario sul tetto per la luce, c’è anche un grande bookshop. Quando. Monet è morto la casa va un po’ in decadenza ma poi viene acquistata da una fondazione che l’ha sistemata esattamente come la manteneva Monet all’epoca. Attraverso un tunnel che passava sotto la ferrovia si arriva alla zona del laghetto con il ponte giapponese. Casa studiata in modo da poter vedere il giardino della casa e viceversa. Tante serie del ponte e ninfee meravigliose, importanti anche i salici. I dipinti sono grandissimi e arrivano quasi all’astrazione perché è difficile a volte riconoscere di cosa si tratta. A lui viene dedicata l’orangerie vicino al Louvre, sala ovale dove sono esposti dipinti di Monet che seguono la parete, sono teleri giuntati, dedicata a Monet, la luce cade volutamente dall’alto, per non creare ombre particolari.
Serie dei covoni: Covoni di grano rappresentati in tantissimi momenti anche con la neve bellissimi.
Renoir
Pierre-Auguste Renoir è nato nel 1841 ed è morto nel 1919. Renoir ebbe modo di conoscere Monet. Il momento decisivo della sua carriera è nel 1869 quando si reca con Monet a Bougival e nel lavoro quotidiano mette a fuoco i principi tecnici dell’impressionismo.
Ballo del Moulin de la Galette: fu realizzato da Renoir nel 1876 ed esposto alla terza mostra degli impressionisti l’anno successivo. Si tratta di una scena di vita moderna che si svolge in un popolare locale di Montmartre. Ritrae alcuni suoi amici che conversano sullo sfondo di una folla di giovani danzanti per Renoir, diviene l’occasione per riprodurre figurativamente l’atmosfera festosa del ritrovo alla moda. L’immagine sembra osservata al vero per la naturalezza dei personaggi, colti ognuno in una diversa e specifica situazione e movenza: il corteggiamento, l’approccio di giovani spavaldi, la conversazione amichevole, il bacio, i differenti modi di ballare delle coppie sulla pista.
Il taglio fotografico è potente: le figure sono tagliate sia a destra che a sinistra. Tuttavia, l’interesse di Renoir è concentrato soprattutto, sulla resa degli effetti della luce, che filtra attraverso le fronde degli alberi e determina una vibrazione cromatica che il pittore registra con grande libertà di tocchi diffusi di colore. Renoir ha calibrato il rapporto tra toni freddi e toni caldi, chiari e scuri, e tra complementari, eliminando ogni residuo di nero per le ombre. In questo modo le forme sono costruite attraverso il colore, con il quale Renoir ha cercato di restituire la sensazione di movimento. La tela fu dipinta in parte dal vivo e in parte in Atelier. L’effetto di profondità è dato da due linee direzionali oblique, una in primo piano, segnata dalla panchina, l’altra a sinistra, passante attraverso la coppia abbracciata. Il movimento dello spazio in profondità è accentuato da una ritmica scansione di verticali date dalle aste dei lampioni, dalle colonne dell’architettura del capannone, dagli alberi, dalle sedie e dalle gambe del tavolo. Le ballerine sono tutte uguali: aveva utilizzato una sola modella che tornava in tutte le diverse immagini. Quest’opera viene spesso accostata ad un'altra opera: quella di Manet, il bar. Sono similari, quella di Manet è dipinta al chiuso, mentre questa è all’aperto e cambiano le date
La colazione dei canottieri a Bougival: rappresenta una sintesi dell’arte impressionista di Renoir. Il soggetto è un pretesto per rappresentare “en plein air” di un sereno momento di via sociale parigina e per ritrarre gli amici di gioventù, la futura moglie (in primo piano intenta a giocare con il cagnolino). L’atmosfera è allegra, vivace e naturale. La luce chiara del pomeriggio è filtrata da una tenda a righe che invade la scena di riflessi rosa che fanno da contrasto con lo sfondo di varie tonalità di verde della vegetazione. Pur essendo assente il disegno, le forme appaiono distinte e grazie all’accostamento studiato dei colori che modellano i volumi, delineano volti e abiti e stabiliscono la prospettiva. I canottieri andavano sulla Canova e non manca niente di quello che è il tema impressionista. Ancora una volta c’è sempre lo stesso viso, la modella è sempre la stessa.
La Grenouillère: era un isolotto di ritrovo sulle sponde della Senna. La sua pittura trova dimensione nell’indeterminatezza delle pennellate brevi e rapide, nei colori caldi e luminosi che danno alla scena un senso di grande vitalità e felicità. Nella rappresentazione della dinamicità dell’acqua e nei suoi riflessi cromatici Renoir, frantuma la luce in tante piccole macchie di colore. I contorni vengono abbandonati e quello che nella tradizione era considerato un abbozzo preparatorio diventa un procedimento di base per riprodurre la dinamicità del colore, l’atmosfera, la percezione dello spettacolo naturale. è un luogo di Parigi molto frequentato: Il tema dominante è l’acqua. Monet riesce a rendere l’acqua lucida. Hanno dipinto vicini. Nel pittore la scelta cambia: Monet coglie uno spazio più vasto. Reni si concentra in particolare sull’ isolotto artificiale ed entrambi ritraggono il ristorante artificiale. Rende è più vivace dal punto di vista dei colori. Monet riesce ad utilizzare pochi colori rendendo comunque bella l’immagine. L’acqua in particolare è differente. Le piante di Renoir sono più voluminose.
Confronto con Monet, la grenouillère: Stagno delle rane, luogo di Parigi molto frequentato perché c’era un ristorante lungo il fiume, si passavano i pomeriggi lì, c’è gente che fa il bagno, si diverte. I due artisti trattano lo stesso tema ma in maniera differente, i due hanno anche dipinto vicini: tema totalmente impressionista è l’acqua: Monet riesce a dare l’idea di acqua lucida che sembra uno specchio, utilizza strisce dritte di colore mentre Renoir pennellate rapide. Monet coglie uno spazio più vasto, è un’opera più ariosa, Renoir si concentra sull’isolotto artificiale su cui ci sono persone che chiacchierano. Entrambi dipingono il ristorante laterale galleggiante, preso da Monet in maniera più concreta in Renoir fa da quinta allo spazio. Cambia la resa delle piante sullo sfondo. In Monet sono macchie di colore, in Renoir sono un po’ più volumetrici i colori. In Renoir i colori sono un po’ più variati, in Monet abbiamo pochi colori.

Degas

1834 Parigi-1917 Parigi. Artista che aderisce alle idee dell’impressionismo, però introduce qualcosa di diverso, ripristina il disegno, che diventa molto importante nella sua pittura e molte delle sue immagini sono all’interno, inoltre tra i suoi soggetti i temi più ricorrenti sono le ballerine ecco perché dipinge al chiuso, adottato il taglio fotografico forte quasi azzardato, farà anche dei dipinti sui locali parigini (ex. Assenzio) e i cavalli in particolare le corse. Degas sarà anche scultore, realizza sculture in cera facilmente modellabile e crea giochi di luce, ma dopo la sua morte per paura di perdere questi elementi sono state fuse in bronzo, molto diverse per il colore materiale peso… Altra differenza è che lui ripristina l’uso del colore nero, considerato non adatto dagli altri impressionisti. Degas inizia a dipingere anche in pastello per creare dei disegni con soggetti particolari come riprese di giovani donne intente nella toilette, riprese per dare l’impressione che loro non sappiano di essere ritratte, lui non vuole cogliere una posa, vuole massima spontaneità.
La lezione di ballo: Degas coglie l’impressione di un istante, quando il maestro di danza controlla i passi di una ballerina alla presenza di un gruppo di allieve disposte in semicerchio. L’opera è strutturata secondo un taglio di tipo fotografico, per cui alcune figure di ballerine fuoriescono dall’inquadratura. Tuttavia, il senso di naturalezza è estremamente studiato, come si evince dai gesti e dagli atteggiamenti di ogni singola figura. A differenza degli altri impressionisti, Degas non rifiuta il disegno né l’uso del bianco o del nero. L’atmosfera dell’ambiente è data da una lue soffusa che investe i tutù conferendogli evanescenza e movimento.
C’è una forte prospettiva che punta esternamente lo spazio, ci sono giovani ragazze pronte a subire il giudizio del maestro che si trova al centro con il bastone. Il tocco di quotidianità è dato dal cagnolino e dall’annaffiatoio.
L’assenzio: Assenzio è un liquore che da effetti allucinatori e assuefazione, che ha dato molti problemi alle forze dell’ordine. Immagine di due avventori in un caffè parigino (una prostituta e un clochard). Le due figure sono in realtà amici di Degas che lui ha fatto posare. La donna ha un bicchiere sul tavolo di assenzio e lo beve, non si sa se è un’opera di denuncia o una semplice rappresentazione del locale parigino. Il pittore si colloca come un osservatore diretto e distaccato di una realtà di sofferenza e solitudine. Degas non dipingeva dal vivo, infatti il quadro è realizzato in studio, frutto di continui ripensamenti e correzioni dell’impianto compositivo che rivelano la volontà di realizzare dipinti di grande controllo formale. La composizione è consapevolmente sbilanciata a destra per dare il senso di una visione improvvisa e fortuita. c’è anche qui effetto specchio ma in maniera molto più cupa. I colori sono terrosi perché era un locale per poveri, le pennellate sono rapidissime.
La prospettiva inclinata, che per la particolare disposizione dei tavoli determina un andamento spezzato in profondità, e il taglio fotografico, estende l’immagine anche fuori dal quadro. A destra è la disposizione dell’uomo ad ampliare il campo visivo: Degas rende in questo modo la percezione della transitorietà, sostenuta anche dall’uso di una linea netta e vibrante. C’è la sua firma in basso a sinistra c’è in primo piano un giornale.
La piccola danzatrice di 14 anni: è una scultura in cera dipinta, ma successivamente fusa in bronzo, completata poi con elementi reali (capelli veri, un tutù di tulle bianco e scarpette di raso. La ballerina è in posizione di riposo, saluto.
La tinozza: Raffigura una giovane donna che si sta lavando con una spugna dentro una tinozza, inquadratura dall’alto per riprendere la schiena e inserisce una tavola su cui sono appoggiati degli oggetti come brocca pettine per i capelli; questo tavolo non segue la prospettiva sembra verticale. Usa il pastello formando tante linee di pastello una di fianco all’altra, cerca anche la sintesi dei colori, che sono pochi e ramati. Il taglio fotografico è molto azzardato e si vede la linea di contorno.
Cavalli da corsa davanti alle tribune: Cavalli pronti a partire, taglio fotografico, tribune con le persone, prospettiva data dal parapetto delle tribune, volontà di contemporaneità, sullo sfondo si vede una ciminiera, simbolo modernità, linea di contorno con cui traccia i cavalli.

Post-impressionismo

Il 1886 fu l’anno di svolta, poiché segnò la fine dell’impressionismo. Da parte di artisti più giovani si cominciava a percepire un’esigenza di superamento che li distanziasse da padri ormai divenuti scomodi e spesso ripetitivi. Tutti gli artisti hanno in comune la volontà di superare l’impressionismo, in particolare il fatto che l’impressionismo si fermasse all’apparenza, si vuole attingere a qualcosa di più concreto. Ogni artista a suo modo supererà questo periodo.

Seurat

Padre del puntinismo, ha modificato le pennellate dell’impressionismo e le ha trasformate in puntini di diversi colori che vicino distinguono e da lontano si mescolano e creano un nuovo colore. Questa idea si basa anche su interessi sulla fisica e ottica. Mantiene impressionismo per l’utilizzo di colori complementari e per la frantumazione delle pennellate e scelta dei soggetti, e si allontana invece perché non sono dipinti in plein air e inserisce una nuova idea legata alla forma delle figure, rappresentate a partire da un modello geometrico solido, composizione molto studiata opposta all’immediatezza impressionista.
Une dimanche à la grande jatte: Seraut cominciò a lavorare al dipinto nella primavera del 1884, terminandolo circa un anno più tardi. Il quadro è di dimensioni eccezionali rispetto a quelle utilizzate dagli impressionisti, rifacendosi volutamente alle grandi tele della tradizione classica francese. Il soggetto è il passeggio domenicale sull’isola della Senna chiamata Grande Jatte.
Le figure sono collocate a coppie, in gruppi di tre, da sole, prevalentemente disposte di spalle o di profilo, sedute ad angolo retto, distese orizzontalmente o rigorosamente verticali come colonne. Più che persone reali, appaiono manichini inseriti in uno scenario teatrale, in una disposizione sacrale. Questa sacralità è contradetta da una vena ironica che allude a una società eccessivamente formale: tutti sono imprigionati in abiti rigidi, dissonanti in una scena sul tempo libero.
Tutta la composizione fu meticolosamente pensata e realizzata in studio. Ciò nonostante, una ricca raccolta di disegni, schizzi e tavole ad olio testimonia che ogni parte del dipinto e i singoli gruppi furono studiati con sopralluoghi del vero. Per esempio, sono numerosissimi gli studi riservati alla scimmietta, eseguiti osservandone un esemplare allo zoo. Il fatto che l’artista abbia assemblato le singole parti solamente nella composizione finale spiega le anomalie di prospettiva.
Nella composizione Seraut si è particolarmente preoccupato di curare l’armonia geometrica tra le linee verticali (alberi, persone in piedi), le linee oblique (ombre), le curve create soprattutto dal curioso gioco degli ombrelli e dei cappellini.
Enfatica ed elegante la donna con la scimmietta al guinzaglio è tratta dalle caricature dei giornali satirici. A ribadire quanta parte abbia una costruzione geometrica astratta nella composizione del quadro, il suo centro è occupato uniche due figure in posizione frontale, che procedono verso lo spettatore. Lo sguardo della bambina è appunto l’unico di tutto il quadro che sia rivolto a chi guarda l’opera.

Paul Cézanne

Era figlio di un banchiere autoritario, trascorse buona parte della sua vita in conflitto con il padre, che lo costrinse a iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Importante fu l’amicizia con Émile Zola. Nel 1861 si recò finalmente a Parigi dove, rifiutato dall’école des Beauséant-Arts, frequentò il Libero atelier della Gallerie Suisse. La sua frequentazione dei pittori impressionisti fu breve. Dopo una prima adesione al gruppo parigino. Intraprese un percorso solitario che lo portò lontano dai riflessi di luce di Monet per indagare la struttura delle forme in cui la realtà si manifesta. I suoi quadri vennero sistematicamente rifiutati dai Salons ufficiali. Cézanne cominciò a produrre capolavori solo dopo la sua maturità.
I giocatori di carte: il piccolo dipinto del 1890-1895 è una delle cinque versioni di un soggetto a lungo studiato da Cézanne. L’interesse non è rivolto al mondo rurale o ad altri spetti sociali e simbolici, bensì alla logica del gioco che si riverbera nel rigore della rappresentazione pittorica. Questa versione si concentra sulla lotta cerebrale di una partita a due.
Uno schema geometrizzato conferisce ai due personaggi una dignità classica. Lo spazio è costruito su una grigia di orizzontali (piani del tavolo e linee della finestra) e verticali (gambe del tavolo, bottiglia, sedia del giocatore di sinistra, pieghe della tovaglia a sinistra). In questo schema si inseriscono le diagonali incrociate, costituite dal corto tratto bianco della pipa a sinistra, dalla caduta della tovaglia a destra, dalla lieve inclinazione delle braccia dei giocatori. L’immagine appare lievemente furori centro, che ha la funzione di asse ideale per suddividere gli spazi d’azione dei due individui, risultando spostati verso destra. La finestra in alto a sinistra funge da contrappeso visivo a questo sbilanciamento. Nonostante questa attenzione al realismo, molti aspetti dell’opera parlano di simmetria e specularità costruite in maniera stratta. Il giocatore di sinistra, per il quale sembra abbia posato “père Alexandre” giardiniere della tenuta di campagna dell’artista, appare connotato da cilindri rigidi (cappello, la pipa, la forma del torso, l’avambraccio), mentre quello di destra, Paulin Paulet, un contadino da piramidi flosce (il cappello, la giacca che si allarga verso il basso). Il primo ha la giacca bluastra e pantaloni gialli. All’opposto il secondo ha giacca gialla e pantaloni bluastri. L’unico altro colore presente sulla tela è un bruno che si accende fino all’ocra, con cui Cézanne disegna il tavolo, la tovaglia, l’infisso della finestra e i due volti. Tutto il dipinto appare costruito da variazioni u abbassamenti di tono dai tre colori fondamentali: blu, giallo e rosso. Le pennellate si compongono a tasselli, talvolta si presentano solitarie sintetiche, come la luce che evidenzia la bottiglia. ritroviamo le sue caratteristiche.
Le due figure sono allungate. Ci sono molte geometrie all’interno della composizione come per esempio nei cappelli. Sul tavolo è poggiata una tovaglia che è molto rigida. È un tessuto che sembra quasi essere robusto o di metallo per come si piega in maniera rigida. La forza delle forme è tipica di questo artista. Altra caratteristica importante che indica la strada verso l’architettura moderna e contemporanea è il tavolo. Il tavolo non è perfettamente perpendicolare al pavimento ma è un po’ inclinato. Il tavolino comincia ad avere un effetto di instabilità. Le figure sono speculari e simmetriche ma sono posto in modo tale che quella di destra non rientri esattamente nel dipinto. È un taglio fotografico che serve per spezzare la simmetria. Le pennellate sono lunghe e distese e concorre a dare l’idea di concretezza e potenza alle forme. I colori sono terrosi. Questo artista voleva cercare ciò che era essenziale e quindi anche il colore non è più elemento così importante come lo era precedente.
Una curiosità risiede nei giocatori. Probabilmente era i due dipendenti del padre. La luce colpisce in pieno la figura di destra lasciando maggiormente in ombra sulla di sinistra. Nella parte posteriore si vede che la luce non arriva, arriva invece molto bene sul prolungamento del collo della bottiglia. Non c’è più l’idea dell’immediatezza tipica degli artisti dell’impressionismo.
La natura morta con ciliegie e pesche: la pittura sembra intessuta come gli antichi arazzi, in cui l’intarsio delle aree definite crea una sensazione di “solidificazione” non solo degli oggetti, ma anche dell’atmosfera che li circonda. Il colore è spesso opaco, in modo da impedire una riflessione fluida della luce sulla superficie delle pennellate.
Ciascun soggetto, è prima di tutto pura forma colorata, disposta con precisione quasi maniacale nella composizione di cui diventa tassello indispensabile. Una forma sintetica, depurata da ogni tratto descrittivo e naturale è trasformata in area di colore quasi astratto. È una delle tante natura morte di Cesare. L’interesse per la natura morta è un interesse legato alla ricerca della consistenza degli elementi e in particolare delle figure solide che stanno alla base della costruzione del nostro mondo. Si vede la solidità dei piatti che risultano essere voluminosi e anche lo scappare dalla realistica rappresentazione degli oggetti. Il piatto, ad esempio, è messo in verticale, nella realtà un piatto del genere non esiste. Anche le pieghe della tovaglia sono dense e corpose. C’è ancora la presenza del tavolo e viene disassato. La gamba del tavolo non si vede, c’è il taglio fotografico anche il tessuto delle tende è rappresentato in maniera molto rapida, semplice e sintetica. Con il colore si dà l’idea del colore delle sfumature delle pesche.
Le grandi bagnanti: rappresenta la sintesi più importante tra natura e figura umana. Le grandi bagnanti si collocavano nel solco di una tradizione pittorica attorno al medesimo tema. Cézanne si cimenta in circa duecento studi prima di giungere a tre grandi tele. La versione più grande è quella di Philadelphia, rimasta incompiuta. Via compaiono quattordici figure divise in due gruppi, che identificano due triangoli davanti a tronchi di alberi curvati in una sorta di volta gotica. Il pittore attua una forte riduzione cromatica: ocra azzurro e verde sono i soli colori utilizzati. I corpi nudi delle donne al bagno perdono qualsiasi connotazione erotica, si presentano come natura nella natura , confratelli rispetto ad alberi e fogliame e partecipi dunque di un equilibrio unitario. Ciascun corpo diventa firma pura, struttura architettonica in cui ogni elemento ha un ruolo preciso e insostituibile. L’ambizione principale di Cézanne era quella di dare alla pittura un ruolo autonomo rispetto al mondo reale di liberarla dall’esigenza di “rappresentare” le cose per “presentare il pensiero visivo”. Questa indipendenza dell’arte questo volere ricalcare non le regole della visione, ma piuttosto quelle interne alla mente, è un principio che sarebbe stato alla base di tutta la pittura moderna. opera importanti perché interviene la figura umana, non è solo natura morta. La figura umana è trattata in maniera molto sintetica, raggiunge il massimo della sintesi. Ci sono le piante che si inclinano e disegnano una forma triangolare. Lungo i tronchi degli alberi si dispongono le figure che diventano parte del mondo naturale e diventano quasi oggetti, elementi del paesaggio.
In queste figure non c’è più il rispetto della proporzione e oltre alla sproporzione c’è la riduzione delle forme a figure di tipo geometrico. Le figure accovacciate in primo piano sono piramidali o triangolari.
Sullo sfondo ci sono il fiume, la terra è un villaggio ma tutto è amalgamato nei due colori che ci sono nell’opera: l’ocra e il blu che sono i due colori dominanti. Si cerca sempre di semplificare e sintetizzare le forme. Non è più così importante il soggetto raffigurato ma diventa fondamentale in colore: la pittura che si svincola dalla raffigurazione della realtà, il soggetto è la pittura. Questo sarà molto importante anche per Matisse. Questo a opera rappresenta proprio il passaggio verso la sintesi e la semplificazione. Le pennellate sono macchie di colore veloci. La rappresentazione è sintetica mediante il colore del cielo.
Le linee oblique determinano la forma triangolare centrale, il resto è caratterizzato da una serie di linee orizzontali, ancora una volta gli elementi geometrici la fanno da padrone.
Montagna Sainte-Victoire: tra i paesaggi, la montagna Sainte-Victoire, vera ossessione di Cézanne, fu una musa ispiratrice attorno alla quale sì esercitò la sua tensione espressiva: la dipinse ogni volta da una prospettiva lievemente diversa, con soluzioni tecniche differenti. Nel dipinto del 1892-1895 la montagna domina con il suo profilo la pianura a est della città di Aix-en-Provence. Le case sono dei volumi senza finestre, gli archi dell’acquedotto definiscono una linea orizzontale che divide il dipinto in due metà.
Negli altri, eseguiti dieci anni dopo, i contorni appaiono più sfumati e le macchie di colore accennano solo sommariamente agli oggetti reali: la superficie è quasi astratta, resa attraverso una griglia geometrica che scompone la natura in tanti piccoli cubi. Ciascuna pennellata, costituisce un paesaggio solido, distante dal modello naturale. L’intento di Cézanne non era di rappresentare realisticamente la natura, ma creare una visione autonoma. 1902-1906; 1904-1906. Ultimo decennio dell’Ottocento e il pittore è ancora ancorato alla ripresa del reale.
1892-1895, Le figure sono molto particolari, anche le forme sono assimilate a forme geometriche. Le case sono dei cubi ed anche la montagna è realizzata a partire da parti geometriche massicce. La profondità è per piani paralleli. Ci sono piani con gli edifici, alcuni con la campagna e poi le colline fino ad arrivare alla montagna che spicca grazie al cielo chiaro. C’è il contratto tra il paesaggio e lo sfondo.
1902-1906, La seconda montagna realizzata cambia rispetto alla prima. Non c’è più la presenza volumetrica dei corpi, bensì tutto è frantumato, scomposto in più parti non più geometricamente ben definite. Le pennellate sono veloci e rapide che con il colore rispettano ciò che c’è, ma non c’è più la definizione. L’effetto è quello di un qualcosa di indefinito.
In alcune parti si comincia a far fatica a distinguere il contorno della montagna è il cielo. Il contorno si spezza. Si comincia ad assistere alla compenetrazione dello spazio, ovvero oggetto che si inserisce nello spazio e quindi non c’è più differenza tra sfondo e spazi ma tutto fa parte di un’unica superficie.
Salta anche la profondità oltre alla prospettiva. Non c’è più l’idea della profondità, tutto su uno stesso piano in maniera bidimensionale.
1904-1906, Non c’è soluzione di continuità, tutto si è compenetrato. La pennellata è pluridirezionale. Ci sono anche gli accostamenti di colore. Lo stesso colore del cielo è della montagna diventa lo stesso. Si comincia ad introdurre anche l’idea che non è più la rappresentazione della realtà che interessa ma rappresentare quello che i vedo.
Madame Cézanne: Rappresentata la moglie di Cézanne, Non gli interessa di rappresentare il bello ma le forme geometriche, busto a cono, braccia cilindriche, materiali molto corposi, abito geometrico, ce ne sono diverse di ritratti.

Gauguin

Nasce nel 1848 a Parigi e muore nel 1903 nella Polinesia Francese, tipo originale, ha nel viaggio un’ossessione, legata al suo stato d’animo, non trova quiete interiore e quindi la cercava altrove, Parigi gli stava stretta; perciò, si trasferisce in Bretagna posto che lo affascinava perché è una delle regioni più tradizionaliste della Francia, lì sperava di trovare una vita incontaminata che ha poi trovato nei paesi esotici, sin sposa e ha dei figli ma abbandona tutti per viaggiare.
Famoso è il suo rapporto con van Gogh ma entrambi sono ossessivi e hanno caratteri particolari, i due litigheranno sulla pittura: famosa è infatti la storia di quando Gauguin raggiunge Gogh in Provenza i due litigano il primo se ne va e il secondo per disperazione si taglia l’orecchio. Gauguin tenta anche di uccidersi, ma crea una pittura che da avvio al movimento dell’espressionismo e dei fauves. Vuole superare le regole dell’impressionismo, in particolare introduce la sua volontà di tornare alle origini, una ricerca del primitivo, ritrovare la semplicità e semplificazione di chi non è condizionato, si utilizzano forme non realistiche, non proporzionate, ricordano i disegni infantili, poi vi è un nuovo utilizzo del colore, che non è più quello reale, il colore non è più necessariamente quello che si vede nella realtà= antinaturalismo, viene proiettato lo stato interno del pittore.
Gauguin crea le sue figure chiuse nelle linee di contorno. Gauguin ha una pittura fortemente simbolica, non ci sono più regole che determinano resa dello spazio, colori spesso sono i 3 colori primari, colori più di impatto sullo spettatore. Nel periodo bretone tema legato alle tradizioni e al paesaggio della Bretagna, quando si sposta in Polinesia sarà condizionato dalle abitudini di quei paesi.
Il cristo giallo Gauguin: è ambientato fuori dalla chiesa in aperta campagna. La simmetria della croce, che pure non è descritta esattamente al centro del quadro è contradetta dalle figure femminili in antico costume bretone, disposte in semicerchio, in un movimento rotatorio che sembra dover proseguire in avanti; inoltre la loro posizione pare suggerire lo spazio interno della cappella che l’artista riproduce all’esterno. Non si tratta della scena sacra convenzionale che raffigura lo strazio degli astanti ai piedi della croce, ma è piuttosto una mediazione, quasi un’allusione alle tre Marie fattesi semplici donne bretoni, difficili da collocare entro un’epoca precisa: il costume tradizionale, l’ambientazione campestre sospendono la scena in un tempo indefinibile. Su ogni altro aspetto prevale però il colore del tutto irreale: il Cristo è giallo, come giallo è il terreno su cui poggia la croce e gialla è la campagna retrostante. Su questa si distinguono note di rosso, come contrappunti: sono gli alberi dalle chiome vaporose come fiori. Il corpo è deformato non corrisponde alla realtà non c’è proporzione, le caratteristiche della deformazione e colori saranno elementi ripresi dalla corrente espressionista
Ave Maria Gauguin: Opera realizzata in Polinesia. Maria veste un pareo rosso a grandi racemi bianchi, mentre Gesù Bambino, nudo, è ritratto in una posizione tanto anticonvenzionale a cavalcioni sulle spalle della madre. In processione verso di loro due tahitiane con le mani giunte e infine un angelo dalle grandi ali dorate e la chioma fulgida e nera. Il dipinto è il frutto tra scene dell’occidente, ma la visione è ambientata tra fiori, palmizi e caschi di banane. Inoltre le due donne che avanzano in preghiera sono derivate da figure di danzatrici del tempio buddista di cui l’artista possedeva fotografie: le mani giunte non rappresentano necessariamente una preghiera ma è il gesto di benvenuto tipicamente orientale. Quadro complesso, ma allo stesso tempo particolarmente armonico per i suoi felici accordi cromatici
Due donne tahitiane sulla spiaggia: nel dipinto Gauguin approfondisce la sperimentazione dell’originale accordo tra il rosa e il giallo. Le donne indigene, con i loro corpi dorati e i volti enigmatici dalle narici dilatate e dalla bocca carnosa, suggeriscono all’artista una nuova bellezza: un modello sofisticato, e allo stesso tempo disarmonico di immagine femminile che sarebbe stata colta solo nel ‘900. Le braccia sono sproporzionate e linea contorno molto marcata, una figura è quasi frontale, l’altra è di spalle, l’immagine risulta quasi speculare, la composizione è studiata a partire dalle linee orizzontali del mare a cui si contrappongono linee verticali date dalle braccia.
Da dove veniamo? cosa siamo? dove andiamo? : sembra che Gauguin abbia volto dipingere un’idea, perfino una dissertazione filosofica. L’autore raccoglie tutti gli spunti della sua pittura in Oceania che producono il senso di un montaggio delle figure come in un collage. Gauguin si interroga sulle radici dell’esistenza umana e lo fa con un quadro che ha dimensioni e qualità di un dipinto murale. Un affresco sul ciclo della vita, dalla morte alla nascita e ancora dalla nascita alla morte (la scena è ambientata in un “paradiso immaginario” secondo la definizione dell’artista). L’uccello bianco e la coppia che dialoga sullo sfondo sono simboli dell’inutilità della parola. L’intento del quadro è inoltre ribadito dai protagonisti della scena, sia nel lato destro, dove ciascuno sembra avere un atteggiamento meditativo, di riflessione individuale o comune, sia in quello sinistro, che termina nell’espressione di dolorosa consapevolezza della vecchiaia. Consapevolezza che non tozza la natura incontaminata, né gli animali quieti o giocosi. L’ordine di lettura implica una lettura inusuale da sinistra a destra e termina quindi con la nascita. A sinistra e a destra nei bordi superiori del dipinto, compaiono due lembi d’orati, come se la scena fosse scoperta da un grande sipario. I toni sono freddi, quasi notturni, tra azzurri e verdi, su cui risaltano i corpi nudi a rischiarare la trama dell’intera composizione. vi sono dodici figure umane e numerosi animali. A partire da destra in basso un bambino di pochi anni dorme tranquillo sull'erba. Accanto a lui poi tre giovani donne sedute sorvegliano il suo sonno. Due di loro guardano centralmente verso lo spettatore mentre la terza è seduta di schiena con il volto di profilo. Dietro il gruppo, verso il centro due figure femminili in ombra avanzano lentamente. Indossano lunghe tuniche e sembrano uscire da un antro buio. Quasi al centro un giovane polinesiano in piedi raccoglie dei frutti. Indossa solo un panno intorno ai fianchi e ha le mani alzate verso le fronde in alto. Verso sinistra un adolescente seduto a terra di profilo addenta un frutto. Accanto a lui infine giocano due gatti e una capra attende seduta e tranquilla, In prossimità dell'angolo di sinistra è seduta una giovane con il corpo coperto solo da un panno stretto intorno ai fianchi. È rivolta verso una donna molto anziana seduta e raccolta. Ha le mani strette intorno al volto e gli occhi chiusi. Ai suoi piedi un uccello bianco trattiene una lucertola tra le zampe. Una donna infine è raffigurata in secondo piano in piedi e di profilo. Alla sua sinistra si trova una grande statua di un idolo posta su di una base naturale. Il terreno è disseminato di vegetazione e piccoli animali. Sul fondo si intravede la superficie del mare e a sinistra una grande isola montuosa.

Van Gogh

È stato fortemente influente nel corso del ‘900. Il modo di dipingere ed esprimersi è diventato un punto di riferimento imprescindibile. Vive poco, muori giovane. Muore suicida. Nasce in Olanda, in una famiglia dove il padre faceva il pastore protestante. Il piccolo Vincent subisce molto l’influenza di questa cultura religiosa: idea del peccato e della colpa. Probabilmente, in Vincent, già predisposto ad essere suggestionato il suo ambiente familiare non ha aiutato nella risoluzione dei problemi. La vita di Vincent è segnata dal fatto che prima di lui è nato un fratellino di nome Vincent, che muore. Lui racconta di questo suo dolore quando la madre si disperava sulla tomba dell’altro Vincent. Fin da ragazzo cerca la sua strada e l’influenza familiare è notevole. Lui segue le orme materne e vuole diventare un pastore; perciò, si fa mandare nella zona delle miniere e delle fiandre con altri minatori che vivono una vita pericolosa. Lui era spinto con buone intenzioni, volendo consolare gli altri ma alla fine stava più male lui è torna indietro. Qui cominciano le prime delusioni del giovane. Nel frattempo, comincia a disegnare e dipingere completamente da autodidatta e comincia le prime opere del periodo che dimostrano la sua capacità pittorica legata solo a sé stesso. I colori sono ancora molto scuri e sembra un altro Van Gogh. Di questo periodo fa l’arte il mangiatore di patate del 1885. Poi avviene un cambiamento: vuole seguire il fratello amato Teo, poco più giovane di lui che si era trasferito a Parigi per il lavoro. A Parigi scopre l’arte dei colori dell’impressionismo e del post-impressionismo. Il rapporto con il fratello Theo è un rapporto di grande Legame, che viene descritto anche all’interno di un libro. Lui tutta la vita scrive delle lettere al fratello dove parla della sua pittura. Queste lettere vengono raccolte e oggi si trovano in un libro; quindi, possiamo seguire il percorso della sua carriera pittorica.
Decide poi di spostarsi al sud, in particolare in Provenza come faranno altri artisti. Si vuole spostare ad Arles, dove vivrà e dove riceverà come ospite Gauguin, perché nel suo soggiorno a Parigi lo conosce e il loro rapporto diventa molto forte. Litigavano molto sulla pittura.
In Provenza produce tantissimo soprattutto negli ultimi due/tre anni di vita. Quello che dipinge in particolare era la luce. Si accorge che la luce olandese e quella del mediteranno erano differenti. Poi si ammala e il consumarsi nella pittura non ha aiutato. Lui era stato colpito sicuramente da una malattia mentale, venne anche ricovato a Saint Remi dove si cercava di curarlo. Invece che migliorare è peggiorato. La cura sembra che avesse fatto il suo effetto, a più va avanti e la sua situazione peggiora. Si trasferisce nuovamente ma a Nord, dove conoscerà un medico e anche lì sarà curato ma la malattia mentale non gli dà scampo è un giorno mentre andava a dipingere si è sparato ma non muore subito, muore dopo diverse ore di agonia. Quello che fa impressione è che poco tempo dopo morirà anche il fratello di crepa cuore.
Oggi per noi Van Gogh è un pittore amatissimo, ma all’epoca però non ha venduto niente. Non era considerato e nemmeno apprezzato, lui non sapeva vendere e quindi tutta la sua vita è stata una grande delusione. La moglie del fratello si trovò quindi con una collezione di dipinti enorme.
Le caratteristiche fondamentali della sua pittura sono la deformazione legata all’esenzione e a qualcosa di primitivo. Quello di Gauguin. Lui proietta nelle sue immagini il suo stato d’animo. Come Gauguin utilizza colori innaturali che non corrispondono alla realtà è differente da Gauguin, utilizza pennellate materiche al punto che i tubetti venivano deposti sul dipinto è quando dipingeva non stendeva il colore ma lo muoveva con il pennello per creare dei rilievi. Si vedono i grumi di colore.
La prospettiva non esiste e molto spesso i dipinti quando sono paesaggi, locali o stanze risultano instabili quindi le linee verticali non corrisposto dono alla verticale ma sono inclinate e traballanti.
Come soggetti dipinge l’autoritratto, dai quali emerge in maniera eclatante il suo problema. Cercava di trovare sé stesso. Dipinge il suo volto, che ci dice di una situazione drammatica.

Molti paesaggi

Le nature morte come il basso con i girasoli o altre piante. Le tracce che ha lasciato per il futuro, come Gauguin sono state ispiratrici per il movimento espressionista. Portava avanti un messaggio pessimista.
Autoritratto con l’orecchio bendato: Si taglia l’orecchio e lo spedisce ad una prostituta all’interno di una busta. Si rappresenta con una benda. Miller piaceva molto a Van Gogh, forse perché rappresentava bene la semplicità del modo contadino e infatti riprende il seminatore. Quello che cambia è il modo di dipingere, tutto il resto rimane uguale, viene rivisto con un nuovo stile.
I mangiatori di patate: una famiglia di contadini, cinque in tutto, in una stanza cupa e spoglia è intenta a consumare il pasto serale: patate fumanti e un liquido scuro che cade denso in tazze bianche. Il protagonista dell’intera scena è la sua deformazione, sottolineata da colpi di luce impietosa che evidenzia occhi sgranati, bocche grosse, profili rozzi e irregolari, dita ossute i dinoccolate. Emerge dal dipinto un modo nuovo di raccontare la vita rurale che carica i personaggi di espressioni grottesche, quasi caricaturali. Un racconto che non fu apprezzato al tempo. Tra i tanti spiccano i ritratti di Giordina de Groot con la grande cuffia bianca, la donna che compare a sinistra nel quadro dei mangiatori e che era senz’altro la modella preferita di quel tempo. Van Gogh usa ritrarli la sera, a lume di candela, in ambienti scuri in modo che i contrasto tra luci e ombre siano più volenti ed espressivi. Orientato a far emergere la vita dura e degna della campagna, l’artista riproduce con pennellate grosse, forti, nere, a contrasto con copi di bianco.
la povertà è messa in evidenza. Quello che troviamo tipico di Van Gogh sono i colori. Sono i colori che rappresenta nel primo periodo e che indicano la povertà di questa famiglia. L’elemento che spicca sono i volti, sono deformi come se fossero delle caricature, ma non abbiamo a che fare con una caricatura voluta, ma i volti sono rappresentati così a significare l'abbrutimento di queste figure che dopo anni di lavoro sono indigenti e si sono trasformate a livello di fisionomia e qui vediamo la deformazione, ma non viene tolto realismo alla forma. È una deformazione che serve a caricare il senso di difficoltà e di povertà. Ha fatto tantissime prove per poter fare questo dipinto. L’effetto di povertà è aumentato priori da questo. Il locale è molto buio e sembra che mangino aria. Il colore è denso e si vede la corposità del colore.
Van Gogh parla al fratello e racconta. Van Gogh ci soffre a vedere le condizioni di questa popolazione ma comincia a reagire a questa situazione ma poi ciò lo porterà a stare anche male e soffrire per quello che gli accade intorno.
Camera da letto: sua stanza i Place Lamartine che prima allestisce e poi dipinge come fosse un autoritratto. La camera da letto diviene dunque l riflesso dell’ordine mentale in cui Van Gogh vorrebbe poter viver ad Arles. L’ambiente ci appare malfermo e traballante, nella prospettiva sconnessa del pavimento e del letto che si dilata in modo incongruo verso l’osservatore. Nei mobili disposti in diagonale, nella finestra mal chiusa, quasi come se ogni oggetto fosse dotato di vita propria. L’artista torna usare il consueto contrasto tra i complementari azzurro-giallo che rendo più intensa la visione, unita ad un’unica stesura cromatica densa, carica di colore. risale all’88 e anche qui vediamo chiaramente i problemi che segnano l’artista. I problemi mentali e le difficoltà di relazione. Questa camera è l’ennesimo autoritratto di Van Gogh evidenziando le sue fragilità e instabilità, infatti, anche la stanza è instabile e sembra traballante nei suoi arredamenti. È la proiezione del suo essere.
Caratteristiche: le pareti colorate di azzurro e il pavimento rosso non sono dipinti in modo da suggerire qualcosa di coerente dal punto di vista fisico. Il soffitto è pendente e anche il pavimento è in salita. Anche i quadri appesi alle pareti sembrano cadere in avanti. La finestra è opaca, non si vede una via di uscita da würstel stanza. Non c’è una via di fuga. C’è anche instabilità nell’arredo. Quello che fa più effetto è il tavolino con le gambe una diversa dall’altra e la linea di contorno è traballante proprio come l’artista.
Lo stesso si può dire del letto che è visto con una prospettiva originale. La parte posteriore è ingigantita e il letto appare sporzionato. Gli oggetti e gli altri elementi appesi, ma anche gli stessi cuscini e le lenzuola, sembrano di un materiale rigido e corposo. Azzurro e giallo sono i colori che lui preferisce e assieme al rosso sono i colori di più impatto a seguire c’è poi il colore verde. Sembra di vedere gli elementi che traballano. Van Gogh non si limita a dipingere la stanza ma dipinge anche gli elementi di arredo singoli come le sedie che diventano fondamentali, sembra di vederci lui seduto lì come se a loro volta fossero autoritratti dell’autore.
La notte stellata: trasmette da un lato un senso di inquietudine dall’altro un senso di quiete; quindi, crea nello spettatore una sensazione di disagio e difficoltà a capire bene il messaggio. Lui stesso parla di inquietudine. Si trovava in Provenza ed era in un istituto di cura (uno dei tanti che ha girato). Questo fatto ha portato molti storici dell’arte che il posto rappresentato sia il villaggio di Saint Remy. A sinistra spuntano come fiamme dei cipressi. Sul fondo ci sono una serie di colline e in alto il cielo ricco di stelle, il tutto in movimento. Diciamo che è inquietante perché dietro il villaggio, ricordano da vicino dele onde e sembra che stia scendendo una cascata d’acqua e una serie di onde che stiano per travolgerlo. In primo piano c’è il cipresso nero, che è verde scuro con tracce nere. Il cipresso ricorda dlle fiamme e il colore scuro aumenta l 'inquietudine come una massa scura che incombe sul paese. Quindi sul paese incombe la lingua di fuoco e le onde. Particolare poi è anche il cielo che presenta una serie di stelle che dilatano la loro luce con una serie di pennellate che si allargano dal centro verso l’esterno e sono presenti due elementi: il sole e la luna. Alcuni hanno ipotizzato che l’onda nel cielo dia la rappresentazione della via lattea. Il cielo sembra contorcersi su se stesso e strano è il bagliore nel cielo che in fondo illumina le colline.
Le pennellate sono dense e il villaggio presenta le luci della notte e non sa che sta per arrivare una cascata d’acqua. Anche nel villaggio (es. campanile o case) vediamo la distorsione tipica di Van Gogh. Gli unici colori utilizzati sono il blu e il giallo, dominano il dipinto. Sono due colori riferiti di Van Gogh e li troviamo spesso nelle sue opere.
È un’opera che bisogna vivere e non descrivere perché lascia emozioni. Si senese l’essere disturbato di Van Gogh ma anche la sua potenza e armonia nel saper dipingere qualcosa di bello. Quest’opera è molto significativa dato che rappresenta il cielo e le stelle che alludono all’infinito. La ricerca di qualcosa al di sopra di noi. Opera che affascina è basilare della pittura moderna.
Notte stellata del 1888: nel maggio del 1980 Van Gogh si reca a nord della Francia lasciando la Provenza, per poter essere curato dal medico si chiama ?. Qui morirà, si sparerà. Morirà suicida e qui dipinge la chiesa, dove si vede l'instabilità mentale dell’artista.
Le strade si biforcano, la strada non prosegue e non si vede lo sbocco finale? Nel cielo ci sono pennellate nere, il dramma si trova lì. Il cielo è di un blu intenso ma in lato si carica di pennellate dense e materiche di colore nero. Avvicinandosi alla fine ripesca le tecniche utilizzate ispirandosi all'impressionismo e al puntinismo, infatti le strade sono fatte con trattini di colore. Le pennellate sono rapide e pluridimensionali. C’è la presenza umana, vestita alla maniera bretone che si sta incamminando verso la chiesa. Il tetto della chiesa si deforma. Le pennellate sono concrete. Nel grigio si insinuano tocchi di pennellate. Le pennellate sono incerte, si ha l’idea di instabilità.
Campo di grano con corvi: l’azzurro utilizzato nel cielo, il giallo nei campi di grano. Ci sono anche rosso e verde. Sceglie un taglio stretto e lungo che fa effetto panoramica, creando un orizzonte lungo e largo, poi comincia con il pennello, creando un campo di grano che sembra un mare in burrasca. Il campo diventa nel suo immaginario un mare agitato. Nel campo inserisce tre percorsi, tre strade di cui una vediamo solo un taglio e non capiamo dove va a finire, l’altra non vediamo la fine, in un certo momento si chiude, come se finisse nella burrasca e lo stesso vale per quella di destra. Il cielo è in burrasca, ci sono pennellate pluridirezionali di nero, ci sono due soli e poi i corvi, che non sono molto gradevoli. Il corvo è simbolo della morte, perché mangiano i morti. L'ansietà e l’irrequietezza di Van Gogh emergono dalle pennellate che sono fortemente dense. Nel cielo soprattutto si nota molto. Si vede la pennellata nervosa e pluridirezionale. Pochi giorni dopo aver dipinto questo dipinto si toglie la vita.
Girasoli: è presenta la densità e la corposità della pittura. I girasoli sembrano reali e sono gialli. Qui si vede il tripudio del giallo, li dipinge con corposità. I petali sembrano tentacoli che si muovono nello spazio. Vediamo il giallo sul giallo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali dell'impressionismo?
  2. L'impressionismo si caratterizza per l'uso di colori chiari, pennellate sovrapposte, e la pittura "en plein air" per catturare l'istante e la luce variabile. Gli artisti eliminano il contorno netto e la prospettiva tradizionale, concentrandosi sugli effetti della luce e delle ombre colorate.

  3. Come ha influenzato Manet il movimento impressionista?
  4. Manet, considerato il padre dell'impressionismo, ha introdotto elementi innovativi come la fusione di figure con l'ambiente naturale e l'uso di pennellate rapide. Sebbene non abbia aderito formalmente al gruppo impressionista, le sue opere come "Colazione sull'erba" e "Olympia" hanno anticipato lo stile impressionista.

  5. Qual è il contributo di Claude Monet all'impressionismo?
  6. Claude Monet è il pittore impressionista per eccellenza, noto per la sua ricerca sulla percezione istantanea e la luce riflessa. Ha creato serie di dipinti dello stesso soggetto in diverse condizioni di luce, come la cattedrale di Rouen, e ha utilizzato colori complementari e pennellate rapide.

  7. Quali innovazioni tecniche hanno introdotto gli impressionisti?
  8. Gli impressionisti hanno introdotto l'uso di colori in tubetto, che ha facilitato la pittura all'aperto, e hanno eliminato il chiaroscuro tradizionale, sostituendolo con ombre colorate. Hanno anche adottato un approccio fotografico per catturare l'istante e la luce.

  9. Quali soggetti erano comuni nei dipinti impressionisti?
  10. I soggetti comuni includevano paesaggi naturali, scene di vita moderna e urbana, come le strade e i giardini di Parigi, e la figura umana inserita in contesti quotidiani. L'acqua e i riflessi erano temi ricorrenti, così come la rappresentazione della vita nei locali parigini.

Domande e risposte