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Concetti Chiave

  • I Bronzi di Riace, scoperti nel 1972 nel mar Ionio, sono due statue in bronzo di origine greca del V secolo a.C., oggi custodite al Museo nazionale di Reggio Calabria.
  • La scoperta avvenne grazie al sub Stefano Mariottini, e le statue furono soggette a un lungo processo di pulitura e analisi radiografiche per determinarne la composizione e lo stato.
  • Ipotesi attribuiscono le statue a celebri scultori greci come Fidia e Policleto, ma le identità dei soggetti rappresentati rimangono sconosciute, sebbene si pensi possano essere figure mitologiche.
  • Le statue mostrano un elevato livello di dettaglio e tecnica, utilizzando materiali diversi come argento e rame per accentuare tratti specifici come denti e labbra.
  • La creazione delle statue in bronzo coinvolge un processo complesso di fusione e modellamento, evidenziato dalla precisione nei dettagli anatomici e stilistici delle opere.
In questo appunto di Storia dell'Arte si tratta del ritrovamento dei Bronzi di Riace, della loro storia, delle ipotesi sul loro scultore e sulla loro origine, con approfondimento sulla composizione di questi.
Descrizione dettagliata dei Bronzi di Riace articolo

Indice

  1. Bronzi di Riace
  2. Alla ricerca dello scultore e delle identità
  3. Alcune informazioni sui Bronzi di Riace
  4. Il bronzo: materiale complesso

Bronzi di Riace

Nel 1972 nel mar Ionio presso Riace, in Calabria, furono rinvenute due statue in bronzo dall'origine incerta: probabilmente erano state predate in Grecia da una grande città o da un santuario e trasportate via mare verso Roma.

Stiamo parlando del V secolo a.C. Non esistono ancora dati abbastanza certi riguardo l'autore di queste opere. Oggi si trovano al Museo nazionale di Reggio Calabria, diventate uno dei simboli della città.
Il recupero del 1972 avvenne grazie a un giovane sub chiamato Stefano Mariottini, quando durante una delle sue immersioni scorse un braccio di uno dei due bronzi, l'unico elemento che emergeva dalla sabbia. La pulitura dei ritrovamenti durò anni, fino al 1975 quando furono considerate pronte per essere mostrate, prima a Firenze, poi a Roma, infine a Reggio. Questa lentezza era causata sicuramente dalla scarsità di strumenti adeguati ma soprattutto dalla loro dimensione, 180 cm, e dalla necessità di eseguire anche delle analisi radiografiche, utili per scoprire lo spessore interno delle statue. Infatti si scoprì che il braccio destro del bronzo B era, ed è tuttora, di un altro materiale rispetto al resto del corpo e all'altro bronzo, ciò dovuto sicuramente alla realizzazione del braccio in un'epoca successiva rispetto alle altre parti della statua. Il resto del materiale utilizzato era: argento per i denti della statua A e per entrambe le ciglia, rame per le labbra e i capezzoli di entrambi ma soprattutto argilla per le gambe e i toraci, utile insieme ai peli di animali, per rendere il materiale morbido e adatto alla manipolazione della massa.

Alla ricerca dello scultore e delle identità

Siamo quasi certi, oggi, che si tratti, come esposto prima, di statue appartenenti alla Grecia classica antica del V secolo a.C. ma chi è stato lo scultore? Alcune ipotesi vedono due diversi autori delle due opere: per la statua A si pensa a Fidia che la realizzò nel 460 a.C., per la statua B si pensa a Policleto nel 430 a.C.
Un altro nome che emerse fu Pitagora di Reggio, scultore più che conosciuto i Grecia per la sua capacità di rappresentare in maniera perfetta capelli e particolari come le vene.
Oltre allo scultore, ad essere sconosciuti sono anche le identità degli stessi Bronzi. Sicuramente si trattava di personaggi celebri o Dei, comunque l'obiettivo era sicuramente quello di celebrarne la grandezza, ma oggi non sappiamo chi davvero volessero rappresentare. Si pensa a Eteocle e Polinice, i due fratelli che si scontrarono per Tebe, insieme ai loro rispettivi 6 compagni.
Infine il luogo in cui vennero rinvenute fa pensare che esse furono buttate in acqua durante un naufragio o comunque per alleggerire la nave su cui si trovavano. Si pensa, per questo, che furono oggetto di traffico antiquario tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
In ogni caso, spostandoci dalle ipotesi, i Bronzi di Riace oggi rappresentano uno dei maggiori ritrovamenti, specie perché di bronzo e originali, nessuna copia infatti era stata prevista e sono rare testimonianze di questo genere, sia per lo stile sia per il livello tecnico raggiunto.

Alcune informazioni sui Bronzi di Riace

Le due statue rappresentano il famoso chiasmo, per la posizione in cui sono esposte e per il fatto che una sembri più calma e distesa, l'altra più nervosa e tesa. Entrambi sono pronti per la battaglia, avevano infatti scudo ed elmo e, grazie all'anatomia perfetta, rimandano alla sensazione di forza, vitalità e coraggio.
A tal proposito, il bronzo A, ha la testa più piccola e intorno ad essa una fascia di lana utile a proteggerla nel momento in cui sarebbe stato posto l'elmo metallico corinzio, che avrebbe, senza di essa, potuto sfregiare e rovinare il capo del guerriero.
Nel bronzo B invece notiamo una tecnica differente per non far rovinare la testa della statua, per questo si pensa a due autori/scultori differenti. Infatti la testa del bronzo B presenza una forma strana, allungata, utile per incastrarsi perfettamente con, non l'elmo, bensì un caschetto in cuoio, strumento utilizzato più che dai guerrieri dagli sportivi, in particolare dai pugili.
In ogni caso entrambi gli elmi ed entrambi gli scudi sono andati persi. Si sa però che anche gli scudi erano presenti in quanto entrambe le mani hanno le maniglie che rendevano più stretta la presa dello scudo e
La statua A presenta un'altezza di 1,98 m, il corpo nudo è leggermente ruotato e la gamba sinistra è appoggiata, insieme a tutto il corpo, alla gamba destra che funge da perno. Allo stesso modo le spalle sono in diagonale, una più in su dell'altra per essere coerente con la posizione del resto del corpo. La testa è leggermente piegata verso destra e ha i capelli leggermente ricci, stretti dalla fascia presentata prima. Gli occhi sono creati con argento (per le ciglia), avorio e pasta vitrea per l'interno dell'occhio. Le labbra sono semi aperte, lasciando intravedere i denti in argento anch'essi e la fronte è corrucciata.
Le vene, di entrambi, sono evidenti così come tutta la muscolatura è tesa e coerente con i personaggi rappresentati.
Nella statua B notiamo, invece, un'altezza leggermente inferiore, il busto più flesso ma la posizione (gamba destra che fa da perno) è identica. I capelli, nel bronzo B, non sono stati disegnati in quanto avrebbe dovuto indossare l'elmo, non ritrovato, come citato prima. I denti non si notano perché la bocca non è socchiusa, mentre il resto (occhi e viso) sono identici. La barba, come nella statua A, presenta dei riccioli. Lancia e scudo anche in questo caso sarebbero stati presenti, se si fossero ritrovati, lo dimostrano i buchi nelle mani e la posizione delle braccia.
Descrizione dettagliata dei Bronzi di Riace articolo

Il bronzo: materiale complesso

L'utilizzo del bronzo per la creazione di sculture presenta una lavorazione piuttosto complessa. Questo perché oltre al rame, che garantisce elasticità, è presente lo stagno, che indurisce la lavorazione.
Allo stesso tempo il bronzo permette un modellamento più portato ai dettagli, e ne sono la dimostrazione i capelli, gli occhi, la bocca e le vene di questi bronzi di Riace.
Ma come è avvenuta la creazione?
Vediamone i dettagli:

  • Prima di tutto lo scultore utilizza la cera che permette di correggere eventuali errori;
  • La cera viene avvolta dall'argilla;
  • Il calco creato si svuota;
  • Il bronzo è pronto per riempire il calco;
  • Il tutto viene fatto raffreddare e poi rotto, facendo emergere le statue all'interno.
Per ulteriori approfondimenti sui Bronzi di Riace vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la storia del ritrovamento dei Bronzi di Riace?
  2. I Bronzi di Riace furono scoperti nel 1972 nel mar Ionio, vicino a Riace, Calabria, da un subacqueo di nome Stefano Mariottini. Le statue furono trovate parzialmente sepolte nella sabbia e il loro recupero e restauro durarono fino al 1975.

  3. Chi sono i possibili scultori dei Bronzi di Riace?
  4. Si ipotizza che le statue siano opera di due diversi scultori greci del V secolo a.C.: Fidia per la statua A e Policleto per la statua B. Un altro possibile autore è Pitagora di Reggio, noto per la sua abilità nel rappresentare dettagli come capelli e vene.

  5. Quali sono le caratteristiche distintive delle due statue?
  6. Le statue rappresentano il chiasmo, con una posizione che suggerisce calma e tensione. La statua A ha una testa più piccola con una fascia di lana, mentre la statua B ha una testa allungata per un caschetto in cuoio. Entrambe le statue mostrano dettagli anatomici precisi e muscolatura tesa.

  7. Quali materiali sono stati utilizzati per i Bronzi di Riace?
  8. Le statue sono principalmente in bronzo, con dettagli in argento per i denti e le ciglia, rame per le labbra e i capezzoli, e argilla per le gambe e i toraci. Il braccio destro del bronzo B è di un materiale diverso, suggerendo una realizzazione successiva.

  9. Come avveniva la creazione delle statue in bronzo?
  10. La creazione delle statue in bronzo coinvolgeva l'uso della cera per modellare, avvolta poi in argilla per creare un calco. Il calco veniva svuotato e riempito di bronzo fuso, che una volta raffreddato, veniva liberato rompendo il calco, rivelando la statua.

Domande e risposte