Concetti Chiave
- Le Corbusier, noto architetto svizzero, fu un pioniere del calcestruzzo armato e dell'urbanistica moderna, combinando utilità e bellezza nelle sue opere.
- Il metodo di Le Corbusier si basa su cinque pilastri fondamentali: pilotis, toit terrasse, fenêtre en longueur, plan libre e façade libre, per una nuova visione architettonica.
- Villa Savoye, costruita tra il 1928 e il 1931, rappresenta un capolavoro del razionalismo architettonico, caratterizzata da un design minimalista e un tetto-giardino verde.
- Unité d'habitation a Marsiglia, progettata per la ricostruzione post-bellica, è un esempio di architettura funzionale che integra abitazioni e servizi essenziali in un unico edificio.
- Le Corbusier sognava una Ville Radieuse, un progetto urbanistico che prevedeva l'uso efficiente del suolo e la separazione funzionale degli spazi attraverso grattacieli e zone verdi.

Le Corbusier: vita
Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris, è stato un architetto svizzero, dei più importanti di ogni epoca. Inizialmente venne scelto questo nome per firmarsi velocemente negli articoli che scriveva su l'Esprit Nouveau, successivamente venne utilizzato solo il simbolo stilizzato del corvo, perché in francese corbeau significa corvo.
Pioniere del calcestruzzo armato per la costruzione delle architetture, fu il padre dell'urbanistica contemporanea, perché fuse i bisogni delle persone (quindi l'utilità) con la bellezza delle sue costruzioni.
Nel 2017 le sue opere furono aggiunte al patrimonio dell'umanità UNESCO, grazie alla loro rottura con il passato, e dunque innovazione.
Nato nel 1887, Charles ebbe un'infanzia piuttosto felice, trascorsa tra le passeggiate in montagna con il padre, che furono soggetto principale delle sue future opere. Il padre era un orologiaio e il figlio venne infatti indirizzato alla Scuola d'Arte di La Chaux-de-Fonds, istituita per formare orologiai validi in tutto il mondo.
Le Corbusier si distinse subito per la sua precisione e abilità nella materia, ma non ebbe mai la stessa passione che poi invece portò nell'architettura. Il maestro era Charles L'Eplattenier, importantissimo per la formazione artistica del giovane Charles. Egli, infatti, credeva che di lì a breve l'industrializzazione avrebbe fatto capitolare l'orologeria e dunque volle istruire i suoi allievi ad un'arte che comprendesse più sfere, così da renderli pronti ad ogni evenienza. Le Corbusier era piuttosto felice di questi insegnamenti e fu così che si avvicinò all'Art Nouveau, allontanandosi però dall'idea di diventare pittore e avvicinandosi a quella di diventare costruttore: "Uno dei miei maestri [un maestro straordinario] mi strappò con dolcezza a un destino mediocre. Volle che fossi architetto. L'architettura e gli architetti mi facevano orrore ... Avevo sedici anni, accettai il verdetto e obbedii: mi detti all'architettura".
La prima composizione che venne creata dal giovane durante quegli anni fu La villa Fallet, costruita con tratti tipici dell'Art Nouveau e che lo portò alla sua prima inarrestabile urgenza artistica.
Per questo, presi i guadagni di questo lavoro, scelse di andare in Italia, per allargare le conoscenze e le proprie capacità. Qui, Le Corbusier, ebbe una serie di esperienze indimenticabili per la vista di meravigliose creazioni come la certosa di Ema, a Firenze, la cupola di Brunelleschi e le opere di Palladio.
Dopo sei mesi in Italia, la volontà dell'architetto fu quella di andare a Parigi, dove avrebbe sicuramente trovato pane per i suoi denti. A Parigi fece conoscenza di Grasset, Matisse, Cezanne, Jourdain e soprattutto dei fratelli Auguste, Gustave e Claude Perret, pionieri dell'uso del calcestruzzo. Da loro iniziò il suo apprendistato, diventandone quasi il braccio destro: "Ci sono solo due architetti in Francia: l'altro è Le Corbusier" disse Perret.
Finito questo periodo di ricerca a Parigi, Le Corbusier decise di intraprendere il viaggio in Oriente insieme a Auguste Klipstein, suo nuovo amico che doveva svolgere una tesi di laurea riguardo al pittore di Budapest, El Greco; dunque insieme passarono da Praga verso Istanbul fino ad Atene. Un viaggio durato sette mesi, che fece rimanere l'artista estasiato dai colori della Turchia, dall'architettura rurale della Romania e ovviamente dall'acropoli ateniese, limpida, pulita e rigorosa, per non parlare del Partenone: "pura creazione dello spirito e macchina che commuove".
Finita questa avventura, l'architetto tornò a casa sua, nella sua città natale, ma per poco tempo in quanto appesantito dal provincialismo e dalla ristrettezza mentale degli abitanti.
Così proseguì una lunghissima vita di costruzioni e scoperte, in giro per il mondo, fino a che ormai anziano si stabilì nella sua abitazione il Cabanon a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzurra, dove morì per una crisi cardiaca nel 1965.
Il metodo di Le Corbusier
Secondo Le Corbusier, l'arte del costruire poteva modificare positivamente anche la realizzazione di una società di persone, giusta e democratica. A tal proposito, Le Corbusier divise in 5, come le dita di una mano, i pilastri che un buon architetto doveva seguire:
- i pilotis: ridurre al minimo l'impatto ambientale è possibile tramite l'eliminazione del pian terreno (e dunque di buio e umidità) sostituendolo con i pilastri per ergere verso l'alto l'edificio;
- il toit terrasse: ovvero il tetto a terrazza, senza spioventi si può avere un edificio anche verde ("green") tramite l'utilizzo dello spazio in alto;
- la fenêtre en longueur: cioè la finestra a nastro, la sostituzione della parete stessa con il vetro e non più un buco nella parete;
- il plan libre: le piante dei vari edifici, ognuna con tutte le funzioni necessarie;
- la façade libre: la facciata esterna libera.
Villa Savoye - opera
Tra il 1928 e il 1931, Le Corbusier realizzò uno dei capisaldi del razionalismo architettonico europeo: la Villa Savoye, una residenza in campagna per un ricco finanziere amico di Le Corbusier, appunto Savoye.
L’edificio era rialzato: al piano terra c'erano le scale e il garage, mentre al primo piano c'era l’appartamento, con un giardino pensile. Sul tetto un meraviglioso solario.
L’edificio non si integrava nella natura, bensì si rialzava da essa e la riproduceva sul tetto, tramite una terrazza ben fornita di verde. Le finestre si aprivano su di essa, donando paesaggi illuminanti.
Gli arredi e le architetture erano minimi, anche in questo caso per amalgamarsi alla natura.
Attualmente è un museo che abbatte le barriere e produce un'insieme di colori tipici delle quattro stagioni.
Unité d'habitation: opera
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Francia era in fase di ricostruzione. Le Corbusier venne quindi chiamato per realizzare l’Unité d’habitation a Marsiglia.
Il sogno di Le Corbusier venne definito utopico (oggi molto più realista di altri progetti): sognò un palazzo dove le persone potevano vivere e disporre di tutti i servizi di cui avevano bisogno.
Non si trattava solo di appartamenti: all’interno c’era l’asilo nido, la palestra ecc. Gli spazi erano sfruttati al meglio.
Così nacque la Ville Radieuse: un progetto utile a contenere un milione e mezzo di abitanti.
I principi che precedettero la costruzione furono due: lo zoning, ovvero la separazione (con uno spazio a doppia altezza) degli spazi in base alle funzionalità, e i grattacieli, edifici utili per liberare il suolo perché occupavano semplicemente il 12% della superficie totale, così da avere maggiore spazio per il verde.
L'ispirazione per l'Unité d'habitation avvenne dallo studio del corpo umano: nella testa gli edifici governativi (e piscine) che dovevano avere una visione d'insieme, nelle viscere la produzione (negozi), lungo le membrane le abitazioni (monolocali o costruzioni per famiglie). In tutto contava di 1600 persone in 17 piani per più di 300 appartamenti. Oggi è ancora visitabile.
Per ulteriori approfondimenti su Le Corbusier vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Chi era Le Corbusier e quale fu il suo contributo all'architettura?
- Quali sono i cinque pilastri del metodo di Le Corbusier?
- Quali sono le caratteristiche principali della Villa Savoye?
- Cosa rappresenta l'Unité d'habitation e quali erano i suoi principi fondamentali?
- Quali influenze artistiche e culturali hanno formato Le Corbusier?
Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris, era un architetto svizzero noto per essere un pioniere del calcestruzzo armato e padre dell'urbanistica contemporanea, integrando utilità e bellezza nelle sue costruzioni. Le sue opere sono state riconosciute come patrimonio dell'umanità UNESCO nel 2017.
I cinque pilastri del metodo di Le Corbusier sono: i pilotis (pilastri per ridurre l'impatto ambientale), il toit terrasse (tetto a terrazza), la fenêtre en longueur (finestra a nastro), il plan libre (piante funzionali degli edifici) e la façade libre (facciata esterna libera).
La Villa Savoye, costruita tra il 1928 e il 1931, è un esempio di razionalismo architettonico, con un piano terra rialzato, un giardino pensile e un solario sul tetto. L'edificio si eleva dalla natura e la riproduce sul tetto, con arredi minimi per integrarsi con l'ambiente.
L'Unité d'habitation, costruita a Marsiglia dopo la Seconda Guerra Mondiale, rappresenta un progetto utopico di Le Corbusier per un palazzo che offrisse tutti i servizi necessari ai residenti. I principi fondamentali erano lo zoning (separazione degli spazi per funzionalità) e l'uso di grattacieli per liberare spazio per il verde.
Le Corbusier fu influenzato dall'Art Nouveau e dalle esperienze in Italia, dove ammirò opere come la cupola di Brunelleschi e le creazioni di Palladio. A Parigi, lavorò con pionieri del calcestruzzo come i fratelli Perret e fu ispirato dai colori e dall'architettura di paesi come la Turchia e la Grecia durante i suoi viaggi.