Concetti Chiave
- La Cattedrale di Modena, dedicata a San Gemignano, è un esempio significativo dell'arte romanica, progettata da Lanfranco, un architetto lombardo.
- La facciata della cattedrale è caratterizzata da un tetto a due spioventi e loggette trifore che richiamano il ritmo delle arcate interne, creando un tramite tra città e spazio sacro.
- Elementi distintivi della facciata includono un protiro con colonnette su leoni, un grande rosone e la guglia gotica del campanile noto come la "Ghirlandina".
- L'interno è diviso in tre navate, con un falso matroneo a triplice apertura che ha una funzione statica per l'alleggerimento delle pareti.
- Dopo il terremoto del 1117, il duomo di Modena rimase intatto e divenne un modello per altre cattedrali nella Pianura Padana, tra cui quelle di Ferrara, Piacenza e Parma.
Indice
Inizio della costruzione del duomo di Modena
Nel 1099, quando a Milano le maestranze stavano per finire la costruzione di Sant’Ambrogio, a Modena si iniziava a costruire la nuova cattedrale della città, dedicata a San Gemignano. Sappiamo che l’autore è Lanfranco, presumibilmente un lombardo originario della zona di Como, da dove, allora, provenivano molti architetti esperti in arte romanica.
Insieme alla Basilica di Sant’Ambrogio, il Duomo di Modena è uno degli edifici religiosi più significativi dell’arte romanico.
Significato della cattedrale nella città
Occorre, innanzitutto ricordare il significato che l’edificio religioso e soprattutto della cattedrale nel contesto della città. L’esterno non doveva costituire un diaframma fra la città e l’ambiente sacro, ma piuttosto un tramite fra i due spazi. Per questo motivo, la facciata di una chiesa doveva indicare con chiarezza le forme e le strutture interne.
Caratteristiche architettoniche della facciata
Pertanto, la facciata della cattedrale di Modena è costituita da un tetto a due spioventi con un rialzo centrale ed essa segue l’altezza delle diverse navate delle quali indica anche la larghezza poiché è divisa in due settori da due semi pilastri molto poderosi e ben evidenti.
Elementi aggiuntivi e porte laterali
La facciata presenta anche delle loggette trifore, la cui origine è da ritrovare nell’arte tardo-romana o negli edifici di Ravenna; qui, però, esse richiamano il ritmo delle arcate interne e del falso matroneo a triplice apertura che le sovrasta. Al tempo stesso, esse movimentano la superficie della facciata.
La facciata presenta anche un protiro, cioè la doppia loggia antistante il portale che sostituisce il portico, costituito da colonnette che poggiano su due leoni. Due aggiunte posteriori sono il grande rosone e l’alta guglia gotica del campanile chiamata la “Ghirlandina”. Lungo il fianco si aprono la Porta regia e la Porta dei principi.
Struttura interna e funzione del matroneo
L’interno è diviso in tre navate separate da arcate con doppia ghiera. A questa serie di arcate inferiore se ne sovrappone un’altra. In ogni arcata superiore si aprono tre aperture. Si tratta, in sostanza di un falso matroneo perché è privo di pavimentazione. Esso non ha alcuna funzione pratica, ma una funzione statica perché scarica i pesi delle pareti che così risultano essere costituite da un’alternanza do zone piene e vuote. Questo motivo troverà un’applicazione nelle cattedrali gotiche francesi e inglesi.
Influenza del duomo di Modena su altre cattedrali
La cattedrale di Modena servì da esempio per la costruzione di molte altre cattedrali, soprattutto dopo il terremoto del 1117 che danneggiò molti edifici religiosi della Pianura Padana, ma per fortuna lasciò intatto il duomo di Modena. Ne hanno tratto ispirazione gli architetti delle cattedrali di Ferrara, di Piacenza, di Parma e l’abbazia di Nonantola.
Domande da interrogazione
- Chi è l'autore della Cattedrale di San Gemignano a Modena?
- Qual è il significato della facciata della cattedrale nel contesto urbano?
- Quali elementi architettonici caratterizzano la facciata della cattedrale di Modena?
- Qual è stata l'influenza della cattedrale di Modena su altre costruzioni?
L'autore della Cattedrale di San Gemignano è Lanfranco, presumibilmente un lombardo originario della zona di Como.
La facciata della cattedrale non doveva costituire un diaframma fra la città e l'ambiente sacro, ma piuttosto un tramite fra i due spazi, indicando con chiarezza le forme e le strutture interne.
La facciata è caratterizzata da un tetto a due spioventi con un rialzo centrale, loggette trifore, un protiro con colonnette su leoni, un grande rosone e l'alta guglia gotica del campanile chiamata la "Ghirlandina".
La cattedrale di Modena servì da esempio per la costruzione di molte altre cattedrali, specialmente dopo il terremoto del 1117, ispirando gli architetti delle cattedrali di Ferrara, Piacenza, Parma e l'abbazia di Nonantola.