Concetti Chiave
- La tecnica medioevale della fabbricazione delle vetrate è documentata dall'opera del monaco Teofilo, essenziale per comprendere questo processo artistico.
- Le vetrate policrome erano composte da lastre di vetro colorato unite da righelli di piombo, e caratterizzavano l'architettura gotica con ampie aperture verticali o a forma di rosone.
- Il processo di realizzazione coinvolgeva il disegno su una tavola di legno, pittura con la tecnica della grisaille, e l'assemblaggio nell'armatura di piombo.
- In Francia, il pittore spesso partecipava direttamente al taglio del vetro, mentre in Italia i ruoli di pittore e maestro vetraio erano più distinti.
- Le vetrate servivano anche a scopo educativo, illustrando storie bibliche a chi non sapeva leggere, come visibile nelle cattedrali gotiche di Chartres e Sainte-Chapelle, e in Italia, ad Assisi e Siena.
Indice
L'importanza dell'opera di Teofilo
L’opera del monaco tedesco Teofilo, Schedula diversarum artium, è molto utile per capire la tecnica medioevale della fabbricazione delle vetrate. Il vetro trasparente è sempre stato utilizzato per chiudere le finestre o altre aperture (ne parlano Seneca e Plinio il Vecchio); nonostante questo, la tecnica impiegata in epoca medioevale era molto particolare e senza l’opera di Teofilo essa sarebbe rimasta sconosciuta.
La tecnica della vetrata policroma
La vetrata policroma è costituita da diverse lastre di vario colore, unite da una sottile rete di righelli di piombo e tenuta insieme da una intelaiatura metallica. La vetrata caratterizza l’ architettura gotica che riduce lo spessore dei muri perimetrali, dando la possibilità di prevedere ampi aperture, di solito in senso verticale o a forma di rosone.
La tecnica era la seguente:
il modello dell’opera da realizzare veniva disegnato su di una tavola di legno, spalmata di gesso che più tardi verrà sostituita dalla carta o dalla pergamena. Poi si montavano i pezzi e si procedeva alla pittura dei singoli pezzi di vetro con la tecnica della grisaille. Quindi i pezzi venivano incastrati nell’armatura di piombo che aveva anche lo scopo di evidenziare i contorni delle immagini e metterle quindi in risalto.
Ruoli e differenze regionali
Due erano le persone coinvolte nella fabbricazione di una vetrata: il pittore, che si occupava del disegno, e il maestro vetraio che tagliava i vetri e si occupava della pittura monocroma o grisaille. Nelle cattedrali gotiche francesi (Chartres, Sainte-Chapelle di Parigi), il pittore si occupava personalmente del taglio oppure seguiva molto da vicino l’opera del maestro vetraio. In Italia, la vetrata non raggiunse mai la perfezione di quelle francesi e la separazione dei due ruoli era molto più netta. Importanti vetrate possono essere ammirate nella basilica superiore di Assisi e nel Duomo di Siena. Le prime sono attribuite in ordine cronologico a maestranze tedesche, francesi e italiane, mentre le seconde sono opere di Duccio di Buoninsegna e di Cimabue.
Il ruolo didattico delle vetrate
In ogni caso, le vetrate avevano un evidente ruolo didattico: esse servivano a ricordare i fatti descritti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento alle persone umili che non erano in grado di leggere.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo delle vetrate nelle cattedrali gotiche?
- Quali erano i passaggi principali nella fabbricazione delle vetrate medioevali?
- Quali differenze esistevano tra la produzione di vetrate in Francia e in Italia?
Le vetrate avevano un ruolo didattico, servendo a ricordare i fatti del Vecchio e del Nuovo Testamento alle persone che non sapevano leggere.
La fabbricazione includeva il disegno su una tavola di legno, il montaggio e la pittura dei pezzi di vetro, e l'incastro nell'armatura di piombo per evidenziare i contorni delle immagini.
In Francia, il pittore spesso si occupava anche del taglio del vetro o seguiva da vicino il maestro vetraio, mentre in Italia i ruoli erano più nettamente separati.