Concetti Chiave
- Nel Duecento, l'affresco divenne la tecnica pittorica predominante, sostituendo il mosaico e venendo riscoperto dopo essere stato abbandonato nel passato.
- L'affresco richiede l'applicazione di pigmenti su intonaco fresco; una volta asciutto, il disegno non può essere ritoccato, richiedendo precisione e rapidità da parte dell'artista.
- La lavorazione prevede varie fasi, iniziando con l'applicazione dell'arricciato, seguita dal disegno preliminare e un secondo strato di intonaco, il "tonachino".
- Nel XIII secolo, artisti come Cimabue e Giotto ottimizzarono la tecnica dell'affresco, introducendo una maggiore complessità e materiali innovativi per un risultato più realistico.
- Nel Quattrocento, le innovazioni come l'uso dei cartoni permisero anche agli apprendisti di partecipare alla creazione degli affreschi, espandendo le possibilità creative.
Indice
L'evoluzione dell'affresco nel Duecento
Nel Duecento, il mosaico perse progressivamente importanza è tutta l’attenzione fu rivolta verso la tecnica pittorica dell’affresco. L’affresco è un’arte molto antica, già bel conosciuta dagli Egizi, dei Greci e dei Romani. In seguito fu abbandonata per riacquistare interesse vitalità in Italia, nel XIII secolo.
Tecnica e materiali dell'affresco
La pittura viene eseguita sull’intonaco della parete ancora fresco, utilizzando pigmenti colorati, sciolti in acqua. Una volta che l’intonaco è asciutto, il disegno non può essere più ritoccato. Per questo motivo, l’artista deve avere una mano ferma, veloce e competente perché il disegno deve essere eseguito in un tempo molto breve senza doverlo ritoccare in un secondo momento perché ciò non è possibile. Deve anche mettere in conto che i colori, una volta asciugati, cambiano di sfumatura.
Il ruolo del colore nell'affresco
I materiali impiegati sono di origine minerale; per esempio, per ottenere il bianco si usa il carbonato di calcio, chiamato anche ”bianco Sangiovanni”, e non la biacca che, una volta asciutta, annerirebbe. Nel XIII secolo, il colore predominante nell’affresco era l’azzurro, un colore riservato ad affrescare la volta celeste e, per tradizione, il manto della Vergine Maria. Esso veniva ricavato dal lapislazzulo. Un particolare importante è che il muro da affrescare sia stato costruito in pietra o con mattoni e che non presenti alcuna traccia di umidità, per evitare che esso si danneggi in poco tempo.
Processo di creazione dell'affresco
Le varie fasi della lavorazione prevedono, in prima battuta, la stesura sulla parete dell’arricciato, una sorta di intonaco, fatto con sabbia, calce spenta e acqua. Una volta che l’arricciato è asciutto, su di esso si esegue il disegno preliminare o sinopia: questo termine è derivato dalla terra rossa di Sinope che veniva adoperata solitamente. In disegno di base non costituisce soltanto una guida per la decorazione, ma permette al pittore di operare con sicurezza e velocità. Su questa prima preparazione ruvida viene applicato un secondo intonaco, chiamato “tonachino”, mentre la successiva stesura dei colori non avviene per sovrapposizione, ma per accostamento, iniziando dalle ombre e finendo con i toni più accesi e con le mezze tinte.
Maestri dell'affresco e innovazioni
Il XIII secolo è il grande periodo dell’affresco in cui distinguono prima Cimabue, poi Giotto. I due artisti mettono a punto le varie fase di preparazione e realizzazione del dipinto che poi, nel XIV secolo, Cennino Cennini descriverà nella sua opera Il libro dell’arte. Si tratta della divisione del lavoro in giornate, basata su sottili e delicati raccordi. La Basilica di assisi, con i cicli pittorici di Cimabue e di Giotto, è un esempio molto significativo del passaggio dalla tecnica tradizionale dell’affresco a quella innovativa del Duecento, caratterizzata da una maggiore complessità e dall’uso di nuovi materiali. Il risultato è una resa più realistica della pittura, in cui le figure dipinte sono più concrete e profonde.
L'importanza delle chiese italiane
Se l’affresco ebbe tanto successo lo si deve anche alla struttura delle chiese italiane che lasciavano ampi spazi da riempire con delle decorazioni, particolare non presenti nelle chiese dell’Europa del Nord. Inizialmente il maestro di bottega era sempre presente in ogni fase della lavorazione. Nel Quattrocento, l’innovazione dei cartoni permette anche ai semplici componenti della bottega di eseguire parti dell’affresco più elaborate. La tecnica del cartone era questa: i contorni dei disegni preparatori, eseguiti su carta o su tela, venivano perforati e riportati quindi sul muro tramite la tecnica dello spolvero che consisteva nel passare sul cartone perforato un sacchetto di tela a fibre larghe, riempito di carbone o di sinopia.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine storica della tecnica dell'affresco?
- Quali sono i materiali utilizzati nella tecnica dell'affresco?
- Quali sono le fasi principali della lavorazione di un affresco?
- Come si è evoluta la tecnica dell'affresco nel Quattrocento?
- Qual è l'importanza della Basilica di Assisi nella storia dell'affresco?
L'affresco è un'arte antica conosciuta dagli Egizi, Greci e Romani, che ha riacquistato interesse in Italia nel XIII secolo.
I materiali sono di origine minerale, come il carbonato di calcio per il bianco, e il lapislazzulo per l'azzurro, usato per affrescare la volta celeste e il manto della Vergine Maria.
Le fasi includono la stesura dell'arricciato, il disegno preliminare o sinopia, l'applicazione del tonachino, e la stesura dei colori per accostamento.
Nel Quattrocento, l'uso dei cartoni ha permesso anche ai componenti della bottega di eseguire parti elaborate dell'affresco, grazie alla tecnica dello spolvero.
La Basilica di Assisi è un esempio significativo del passaggio dalla tecnica tradizionale dell'affresco a quella innovativa del Duecento, con una resa più realistica e figure più concrete.