Concetti Chiave
- Giotto affresca 28 scene della vita di San Francesco nella basilica di Assisi, basandosi sulla Legenda Maior di Bonaventura di Bagnoregio.
- Le scene sono disposte lungo il registro inferiore della chiesa superiore, con una sequenza cronologica da sinistra a destra.
- Introduce l'umanizzazione delle figure, con un focus sul realismo e i dettagli facciali, sebbene i volti non siano ancora completamente realistici.
- Giotto utilizza una fonte di luce esterna immaginaria per conferire omogeneità alle sue opere.
- Per la prima volta, contestualizza le scene ponendo i personaggi in un ambiente che chiarisce la narrazione e crea spazialità.
Giotto e la basilica di San Francesco
Giotto, artista della scuola fiorentina, affresca con 28 scene della vita di San Francesco il registro inferiore della chiesa superiore della basilica di San Francesco. Si ispira alla Legenda Maior di Bonaventura di Bagnoregio, opera di carattere liturgico scritta in latino contenente la biografia di San Francesco. Per ogni campata (spazio che si trova tra due o più eslementi portanti di una struttura) della chiesa, Giotto dispone 3 scene, tranne per una campata dove ne inserirà 4. Le scene, per poterle leggere in ordine cronologico, bisogna guardarle da sinistra verso destra.
Tecniche innovative di Giotto
Per le sue opere trova un'ipotetica fonte di luce esterna che utilizza per tutte le scene. Per la prima volta con Giotto troviamo l'umanizzazione delle figure dei personaggi: utilizza il realismo per rappresentarli e si concentra molto sui dttagli facciali. Nonostante questo, Giotto non sa ancora che cosa significhi ritrarre in quanto i volti non sono ancora così fedeli al vero come lo saranno qualche decennio più tardi. Per la prima volta nella storia dell'arte contestualiazza la scena: pone i personaggi in un contesto che aiuta a comprendere la scena crando anche spazialità: pone i soggetti sempre in primo piano (tendendo a scentrarli dalla scena) e lo sfono in secondo piano. Lo sfondo è funzionale alla scena in sè.