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Concetti Chiave

  • Cimabue fu un pioniere nel tentativo di staccarsi dalla tradizione bizantina, introducendo innovazioni come la prospettiva e l'introspezione psicologica nei volti.
  • Nonostante le scarse informazioni sulla sua vita, è noto che Cimabue fu un grande maestro che influenzò il rinnovamento pittorico del Trecento italiano.
  • Cimabue è riconosciuto come il maestro di Giotto, avendo scoperto il suo talento e influenzato le sue prime opere in luoghi come Assisi e Firenze.
  • Le opere di Cimabue, come il Crocifisso di Arezzo, riflettono un'innovativa rappresentazione del Cristo sofferente, accentuando il realismo e la sofferenza piuttosto che il trionfo.
  • Le opere di Cimabue, conservate principalmente in Toscana, mostrano un'evoluzione verso un maggiore naturalismo e un uso avanzato del chiaroscuro, influenzando artisti futuri.
In questo appunto di Storia dell'Arte si tratta della vita, delle esperienze e di alcune opere del grande pittore italiano Ciambue.
Cimabue: il precursore del rinnovamento artistico del Trecento italiano articolo

Indice

  1. Cimabue tra bizantini e innovatori
  2. La vita di Cimabue
  3. L'incontro con Giotto
  4. Le opere di Cimabue

Cimabue tra bizantini e innovatori

Siamo alla fine del '200, gli uomini di cultura hanno bisogno di cambiare arte. Alla fine del '200 fino a Giotto, troviamo una serie di pittori che vogliono cambiare la pittura, tentano, ma non ci riescono perché sarà Giotto il primo a cambiarla.
Questi artisti iniziano, tentano di cambiare l'arte, perché vogliono staccarsi dall'arte bizantineggiante ed operano nell'area toscana (Firenze, Pisa, Siena ecc.).
Ecco che quindi comparve Cimabue, Cenni di Pepo, il suo vero nome.

Era un uomo di cultura, non si sa molto di lui, ma conosceva l'arte bizantina e l'arte classica, era uno specialista nella maestà cioè la rappresentazione della Madonna seduta sul trono con il bambino in braccio circondata da angeli e santi. Le maestà sono di grandi dimensioni e di solito sono tempera su tavola.
Un esempio è la Maestà degli Uffizi: qui troviamo un forte influsso bizantineggiante (occhi a mandorla, mani affusolate, il fondo color oro), ma le novità sono:

  • -La prospettiva, data dal trono;
  • -i volti dei personaggi hanno una certa introspezione psicologica cioè che l'artista fa trasparire i sentimenti dai lineamenti del volto.

In ogni caso, sappiamo alcune cose grazie a Dante, che lo citò come generazione precedente a quella di Giotto (il suo allievo, fu Cimabue a scoprirlo), il primo pittore che torna ai latini e non più ai greci e che porta determinate novità, quali:

  • la rappresentazione del movimento
  • la profondità
  • il Cristo sofferente
  • il realismo
  • il chiaroscurale
  • i colori (meno grigio)
  • l'organizzazione dei personaggi nello spazio.

La vita di Cimabue

Le notizie certe sulla vita di Cimabue sono davvero poche. La data di nascita è approssimativa, 1240 perché si sa che nel 1272, quando ricevette l'incarico di realizzare un atto pubblico a Roma di notevole importanza, aveva trent'anni. Mentre si sa che morì a Pisa nel 1202, subito prima del termine dell'ultima opera: l'abside del Duomo a Pisa.
Il percorso di Cimabue aprirà la strada al rinnovamento del 300. Primo grande maestro della pittura italiana, Cimabue ebbe una famiglia alle spalle piuttosto conservatrice che lo mandò presto a studiare al convento di Santa Maria Novella.

L'incontro con Giotto

Si narra che Cimabue fu il maestro e "lo scopritore" delle abilità di Giotto, suo allievo. I due si incontrarono quando Cimabue vide, in lontananza, un giovane che disegnava su una pietra ciò che aveva di fronte: pascoli, prati, pecore. Successivamente alle lezioni di Cimabue, le prime opere di Giotto avverranno negli stessi luoghi prediletti dal suo maestro: Assisi, Firenze, il mosaico della navicella degli apostoli a Roma, nella Basilica di San Pietro.
Cimabue: il precursore del rinnovamento artistico del Trecento italiano articolo

Le opere di Cimabue

La sua opera più importante è Il Crocifisso per la Chiesa di San Domenico ad Arezzo, in cui compare il corpo di Gesù scomposto in tre pezzi distinti, alla maniera bizantina, ma nell'incarnato c'è un'innovazione: pennellate parallele che conferiscono naturalità e vigore all'opera. Le figure piangenti, sempre presenti, sono Maria Vergine e San Giovanni che invitano lo spettatore ma anche il critico d'arte a soffrire, patire ed empatizzare insieme all'opera.
Da sottolineare è il fatto che proprio in quest'epoca e anche grazie a Cimabue, le opere che vedevano come soggetto il Cristo in croce vittorioso e trionfante non appaiono più significative, bensì portatrici di valori ormai lontani. Al contrario, c'è un'esposizione della sofferenza e della sconfitta di Cristo, non avvertendosi più il bisogno di rappresentare un uomo vincitore ma un uomo vicino agli altri, veritiero, con il capo reclinato e gli occhi chiusi dalla sofferenza.
L'altra grande croce è a Firenze, rispetto a quella di Arezzo, il corpo ha maggiore tensione e maggiore naturalismo, non ci sono più linee o figure nette, né tripartite come nella precedente. La ricerca chiaroscurale farà di Cimabue il portatore di un'insieme di studi nuovi e d'esempio per gli anni e i secoli successivi. Purtroppo l'opera fu quasi del tutto distrutta dall'alluvione a Firenze del 1966.
Arrivato ad Assisi, Cimabue diverrà il pittore prediletto dei francescani, avviando il progetto della decorazione della Basilica d'Assisi: l'opera oggi è deteriorata, ma la linea espressiva qui giunge a maturazione, con Cristo che, gigantesco e spossato si erge in alto. Le donne, in basso, gridano, insieme a Maddalena che ha le braccia protratte verso il soggetto. In tutto ciò compare San Francesco, protettore e mediatore, che prega insieme alle piangenti, sui piedi del protettore.
Le sue figure e i suoi soggetti si fecero, con il passare del tempo, sempre più lineari, naturali e realistici, uscendo dai bordi, così come i paesaggi, sempre più sfumati.
Come citato sopra, Cimabue fu lo specialista della maestrà e si aggiudicò il primato proprio in quest'opera: La Maestrà del Louvre. In questo periodo, 1280, Cimabue raffigurò la Madonna sul trono con in braccio suo figlio. L'opera arrivò al Louvre durante spoliazioni napoleoniche e venne esposta fino al 1814. L'opera presenta una prospettiva inversa tipica delle icone che non guardano all'osservatore per attirarlo dentro, bensì come per "comunicare" soltanto. Gli angeli sono molto piccoli, non rispettano precisamente la prospettiva o la profondità sperata. Ma le sue figure, in generale, appaiono sempre più che realistiche grazie alla sua capacità chiaroscurale.
Altra Maestà di notevole importanza rimane quella delle imprese pittoriche ad Assisi: la Maestà di San Francesco.
Oggi, le sue grandi opere pervenutaci, sono tutte conservate in Toscana:

  • Nella Basilica di San Domenico ad Arezzo, un Crocifisso ligneo, tra le sue prime opere.
  • Alla Galleria degli Uffizi di Firenze, la splendida Madonna in Maestà, realizzata per Chiesa di Santa Trinita prima della sua morte.
  • All'interno dell'Opera di Santa Croce nella Chiesa di Santa Croce, il famoso Crocifisso ligneo che fu distrutto dall'alluvione.
  • Nel Duomo di Pisa il mosaico del San Giovanni Battista, realizzato prima della morte nel 1302.
  • Nel piccolo Museo di Arte Sacra di Santa Veridiana di Castelfiorentino, nel cuore del Chianti, una Madonna col Bambino attribuita a Cimabue.
  • Altre opere di Cimabue sono conservate al Louvre di Parigi, a New York e in altri musei nel mondo.
Per ulteriori approfondimenti su Cimabue vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico in cui Cimabue ha operato?
  2. Cimabue ha operato alla fine del '200, un periodo in cui gli artisti cercavano di staccarsi dall'arte bizantina e innovare la pittura, un cambiamento che sarà pienamente realizzato da Giotto.

  3. Quali sono le caratteristiche distintive delle opere di Cimabue?
  4. Le opere di Cimabue si distinguono per l'influsso bizantino, l'introduzione della prospettiva, l'introspezione psicologica nei volti, e l'uso del chiaroscuro e del realismo.

  5. Qual è il legame tra Cimabue e Giotto?
  6. Cimabue è stato il maestro e scopritore di Giotto, riconoscendo il suo talento e influenzando le sue prime opere, che furono realizzate in luoghi cari a Cimabue.

  7. Quali sono alcune delle opere più importanti di Cimabue?
  8. Tra le opere più importanti di Cimabue ci sono il Crocifisso per la Chiesa di San Domenico ad Arezzo, la Maestà degli Uffizi, e il mosaico del San Giovanni Battista nel Duomo di Pisa.

  9. Dove sono conservate oggi le opere di Cimabue?
  10. Le opere di Cimabue sono conservate principalmente in Toscana, ma anche al Louvre di Parigi, a New York e in altri musei nel mondo.

Domande e risposte