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Concetti Chiave

  • L'arte gotica fu definita barbara e selvaggia nel Rinascimento, contrastando con le regole classiche dell'arte.
  • Il gotico si sviluppò in un contesto di grandi monarchie e crisi della Chiesa, influenzando l'arte ad adattarsi alle esigenze di monarchia e borghesia.
  • L'architettura gotica si caratterizza per archi a sesto acuto, volte ad ogiva e l'uso di archi rampanti per sostenere la struttura.
  • In Italia, il gotico fu più moderato, combinandosi con lo stile classico per creare strutture più equilibrate come la Basilica di Santa Croce.
  • Giotto, influenzato dal pensiero francescano, promosse una rappresentazione più umana e realistica di figure religiose, segnando una transizione verso il naturalismo.

Indice

  1. Il gotico e il rinascimento
  2. L'architettura gotica
  3. Luce e simbolismo
  4. Architettura francese e italiana
  5. La Basilica di Santa Croce
  6. Chiesa inferiore e superiore
  7. Giotto e la narrazione
  8. Cimabue e il naturalismo
  9. Giotto e il pensiero francescano
  10. La Cappella degli Scrovegni

Il gotico e il rinascimento

Il termine gotico è stato dato nel periodo rinascimentale, dove è tornata l’arte classica e il gotico era disprezzato. Giorgio Vasari definisce il periodo Gotico (1100-1300) come un periodo barbare e selvaggio che ha distrutto le regole classiche.

Il gotico corrisponde al periodo delle grandi monarchie, dove si perde il concetto del comune e delle piccole realtà, la Chiesa si trova in profonda crisi e tenta di rinnovarsi tramite nuovi ordini (Francescani, Domenicani).

Cambia la competenza: l’arte adesso deve rispondere le esigenze della monarchia e della borghesia. Il Gotico si distingue nell’architettura, arte più rappresentativa attraverso la quale la borghesia dimostra il proprio potere e ricchezza.

L'architettura gotica

L’architettura gotica non stabilisce delle proporzioni o delle forme modello, questo perché tutto viene sentito in costante cambiamento, evoluzione, e tutto si può perfezionare nella continuità del tempo, realizzando progetti sempre diversi e sempre migliori. Il progetto viene strutturato e disegnato dall’artista stesso che mette in pratica le sue conoscenze. Un po’ alla volta si arriverà a recuperare la prospettiva (che tenta di imitare la realtà) e anche ricostruire la storia, che l’uomo ha bisogno di riprendere per recuperare la realtà stessa, mettendo in ordine gli eventi.

L’arco a tutto sesto viene sostituito dall’arco a sesto acuto o ad ogiva. (intersezione di due archi di uguale raggio ma centri diversi)

La volta ad ogiva sostituisce la volta a crociera.

Il pilastro romanico viene ridotto a un fascio di nervature, che servono a scaricare le forze.

Le vele sono parti di “tamponamento” senza funzione strutturale.

All’esterno gli archi rampanti neutralizzano le forze interne e sostengono la navata centrale più alta.

Architettura a scheletro: i muri vengono abbattuti e perdono la loro funzione portante, in essi ora si aprono vetrate e rosoni

Luce e simbolismo

Gli spazi sono illuminati; la luce ha un significato divino che esprime la verità e mette in comunione Dio con i fedeli. (come per i colori, che sono di fatto riflessi della luce)

Le cornici in piombo sostengono i vetri con sezione a U.

Nell’architettura gotica il contrasto tra spinte e contropunte rende il tutto più dinamico, e l’equilibrio delle forse è presente nel punto più alto, al vertice dell’angolo acuto.

Lo spazio è illuminato e indefinito, non a misura d’uomo, ma a misura del potere civile e religioso che vuole rappresentare

L’uomo si sente a disagio ma allo stesso tempo riconosce la potenza del divino.

Mentre l’arte classica doveva arrivare alla perfezione, ad una sintesi, con l’arte gotica tutto è in continua progressione e trasformazione.

Architettura francese e italiana

L’architettura francese è più slanciata rispetto a quella italiana

La cattedrale di Notre-Dame presenta cinque navate e un gran coro (perché le chiese sono legate ai monasteri, e i monaci assistono alla messa dalla parte del coro)

Architetture opposte.

Architettura cluniacense: il protagonista è Super de Saint-Denis che si occupò della costruzione del coro di Saint-Denis.

Quest’architettura è legata alla corona e si colloca al potere del re.

La luce, il riflesso degli ori e delle gemme non sono un mezzo per arrivare a Dio, sono Dio stesso.

Architettura cistercense: il protagonista è Bernard di Chiaravalle. Niente ricchezze, ornamenti, la struttura è spoglia e razionale. La presenza del divino si esprime con la geometria: si lavora con il modulo e semplici proporzioni.

Il Gotico in Italia è più moderato rispetto a quello francese e si combina con lo stile classico, regalando più equilibrio alle costruzioni.

La Basilica di Santa Croce

Lo spazio nella Basilica di Santa Croce è unitario (a differenza del Gotico francese).

La pianta è a croce commossa ed è presente un’abside poligonale, tipica degli ordini francescani.

La copertura povera a capriate lignee blocca lo sviluppo verticale della struttura.

Si avverte lo spessore delle pareti e delle masse plastiche, si pensa sia dovuto allo “zampino” di Arnolfo di Cambio.

È presente un arco ad ogiva, le navate sono coperte da volte a crociera. Il rigore della geometria si percepisce dalle campate rettangolari.

Questa chiesa fa parte dell’ordine dei Francescani, costruita in onore di San Francesco, che ha rinunciato a tutti i suoi beni materiali.

All’interno si raccontano tutte le azioni compiute da San Francesco, e l’immagine svolge un ruolo educativo.

Lo spazio è ridotto, per questo di realizzano due chiese. Inferiore e superiore.

Chiesa inferiore e superiore

Chiesa inferiore: una navata absidata, volte ripassate, transetto. Nella chiesa inferiore sono contenute le reliquie del santo, e lo spazio è molto grande proprio per accogliere le folle di visitatori.

Chiesa superiore: si nota l’influenza gotica per gli archi ad ogiva, la struttura a scheletro, le nervature, e la luminosità. Sono presenti dei contrafforti robusti. La chiesa superiore ha la funzione di contenere le storie affrescate sulle pareti, che raccontano le storie del santo.

La facciata è a capanna con un rosone, un portale binato, archi trilobati (influenza gotica) e una modesta strombatura.

Giotto e la narrazione

Giotto è il protagonista, assieme alla sua scuola, degli affreschi nella chiesa.

Le opere sono 28 e si trovano nella parte inferiore, rappresentate su una cornice sporgente.

Presenza di colonnine/cornici, che suggerisce l’idea di Giotto di sfondare la parete e riservare ad ogni episodio un suo spazio.

Le opere sono estremamente semplici perché l’artista punta soprattutto sulle azioni.

Il santo è un uomo, una persona reale (influenza classica dove l’uomo è protagonista), le sue buone azioni sono dei fatti storici piuttosto che dei miracoli.

Gli episodi sono narrati in ordine di importanza e non cronologico perché ciò che è importante è l’insegnamento attraverso le immagini.

L’unità tra gli episodi è garantita da alcuni elementi in comune nel paesaggio. (case, alberi, rocce, azzurro come colore di sfondo)

Lo spazio è reale e quasi teatrale, perché sembra che ciò che inserisca l’artista serva ad ambientare gli episodi e a dare profondità.

I sentimenti esasperati tipici del gotico, dove si accentua la drammaticità, vengono mediati dall’intelletto umano (classico).

Le storie che racconta servono a rivivere gli episodi.

L’aureola, che mette in evidenza il santo, si trova tra l’intersezione degli assi, mettendo in evidenza il paesaggio.

Gli sguardi creano un relazione tra i vari personaggi e costituiscono una linea di forza.

Anche l’asino mette in evidenza il santo, infatti la figura (vedi muso) è orientata verso il santo.

Le aperture (monastero, porta della città) sembrano degli occhi che guardano in direzione del santo.

C’è una netta separazione tra i due gruppi, e l’edificio mette in evidenza la borghesia.

San Francesco si spoglia di tutti i suoi beni per dargli al padre, che appare indignato.

Si nota come dettaglio la mano di Dio che benedice il Santo e “approva” l’azione.

In questo affresco osserviamo i tentativi di Giotto nel rappresentare una spazio più reale possibile, per ambientare i suoi quadri, utilizzando la tecnica della prospettiva.

L’iconostasi divide l’altare dalla navata.

Molti elementi suggeriscono profondità oltre la parete.

Nella pittura del Trecento si riprende e si prosegue il percorso iniziato nel periodo romanico: l’uomo è al centro. Cimabue e Giotto precedono il periodo rinascimentale dove l’uomo è protagonista e tutto è subordinato al divino.

Cimabue e il naturalismo

Possiamo definire Cimabue come il maestro di Giotto. Cimabue è un pittore fiorentino che lavorò a Roma e a Pisa, due centri di cultura classica. L’esperienza in queste città farà avvicinare l’artista ad un naturalismo romano.

Nelle croci romaniche possiamo osservare una rigidità, bidimensionalità, fissità dei corpi, mancanza di sentimenti. Il volto del Cristo nel romanico non ha espressione.

Cimabue è ancora legato al linguaggio bizantino. Lo vediamo:

nei suoi affreschi della Maestà, caratterizzati dallo sfondo dorato e dalla sproporzione delle dimensioni (la Madonna è più grande degli angeli perché più importante di loro)

dai particolari minuti e preziosi del trono e della croce di Arezzo, dalle forme schematiche e ripetute.

Esistono aspetti legati al linguaggio gotico come la forma degli occhi.

La rappresentazione perde rigidità compositiva per narrare in modo naturale

Il volume è reso attraverso il chiaroscuro.

Esedra prospettica che suggerisce una ricerca della prospettiva.

La forma curva del trono che sembra girare attorno alla vergine suggerisce uno spazio tridimensionale e continuo.

La narrazione e i volumi sono più reali e naturali.

Con Cimabue affiorano i sentimenti, che sono controllati e contenuti ma che possiamo leggere dai gesti e dalle espressioni estremamente umane.

Resa della profondità e dello spazio.

Giotto e il pensiero francescano

Giotto conosce Cimabue, e a Roma conobbe degli artisti che lo portarono verso il naturalismo romano, si verifica quindi un abbandono linguaggio bizantino.

Nel 1295 lavorò insieme a Cimabue nella basilica superiore di San Francesco (zona transetto e abside) e fondò una sua scuola.

Ad Assisi incontrò il pensiero francescano che dà estrema importanza all’uomo. Il pensiero francescano sostiene che Dio si fosse incarnato nell’uomo quando scese in Terra, motivo per cui l’uomo viene associato al divino.

San Francesco è rappresentato come una persona reale, che mostra la sua umanità più che divinità, più che di miracoli si narra di azioni, azioni che tutti possono imitare. Al Santo viene regalata una figura reale e umana.

Giotto a Padova si avvicinerà al pensiero aristotelico, un pensiero aperto ad una realtà varia e molteplice.

lavorerà poi a Firenze e a Milano.

Giotto si muove, viaggia, aprendo cantieri in tutta Italia, come un mercante. La figura del mercante è estremamente intraprendente e autonoma, aspetto che riscontriamo in questo artista.

Con Giotto si privilegia l’ideazione, il pensiero, il progetto, piuttosto che l’esecuzione tecnica, motivo per cui affida ai suoi allievi il completamento delle opere occupandosi solo degli aspetti più importanti. Egli firma comunque le opere perché avendo ideato lui il progetto, l’opera appartiene a lui.

Il suo lavoro è ben retribuito e riconosciuto.

La Cappella degli Scrovegni

Enrico Scrovegni acquistò tutta l’area dell’arena di Padova nel 300 e vi farà costruire la Cappella degli Scrovegni (assieme al suo palazzo, poi demolito)

Unica sala, volte a botte, 3 registri sulle pareti che narrano le storie della Vergine e del Cristo

Gli episodi della Vergine sono legati strettamente a quelli di Cristo

Gioacchino: Gli episodi cominciano con Giacchino che viene allontanato dalla Chiesa perché non ha avuto figli con la moglie (=non è un buon cristiano). Si recò così a pregare dai pastori, facendo delle offerte che un giorno saranno gradite a Dio (si vede dalla mano nell’affresco, segno di accettazione). Un Angelo poi sveglia Gioacchino per dirgli di recarsi dalla moglie perché avrà un figlio, nel registro seguente nascerà la Vergine. La costruzione del paesaggio allude ad uno spazio concreto, colori variati, emergono i sentimenti, il volume è dato dal chiaroscuro

Annuncio ad Anna: viene realizzata una specie di scatola (definita dai quadrati sul soffitto che suggeriscono profondità). A questa scatola viene tolta una parete per far vedere l’interno, è rappresentata una scena quotidiana.

Incontro tra Gioacchino e Anna alla Porta Aurea: i sentimenti sono evidenti tra tutte le figure, dove si evince partecipazione

Maria che incontra Santa Elisabetta: relazione estremamente profonda tra le due donne, volumi sintetici e forti.

Nascita di Cristo: sguardi intensi, partecipazione di tutte le figure, anche gli animali

Bacio di Giuda: scena complessa e dinamico, lo spazio è rappresentato dalle torce oblique, che fanno capire che intorno c’è spazio.

Morte di Cristo: scena estremamente drammatica, sentimenti messi in evidenza (es. la vergine che abbraccia il Cristo tolto dalla Croce). La Maddalena gli accarezza i piedi, l’apostolo Giovanni ha una figura molto particolare con le braccia aperte. Ci sono due figure di spalle monumentali e massicce che separano la scena ma allo stesso tempo suggeriscono una personificazione (potremmo anche essere noi a partecipare). Anche gli Angeli provano dolore e disperazione come gli umani.

Giudizio Universale: Schiere di angeli, Cristo in Maestà, i Dannati. Notiamo Enrico Scrovegni che offre la cappella a Cristo, che per aiutare il padre ad arrivare in paradiso offre questa cappella al Dio Padre.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine del termine "gotico" e come veniva percepito durante il Rinascimento?
  2. Il termine "gotico" è stato coniato nel periodo rinascimentale, quando l'arte classica era tornata in auge e il gotico era disprezzato. Giorgio Vasari definiva il periodo gotico come barbaro e selvaggio, in quanto distruggeva le regole classiche.

  3. Quali sono le caratteristiche principali dell'architettura gotica?
  4. L'architettura gotica è caratterizzata dall'uso dell'arco a sesto acuto o ad ogiva, volte ad ogiva, e un'architettura a scheletro che permette l'apertura di vetrate e rosoni. Gli spazi sono illuminati, esprimendo un significato divino, e l'equilibrio delle forze è presente al vertice dell'angolo acuto.

  5. Come si differenzia l'architettura gotica francese da quella italiana?
  6. L'architettura gotica francese è più slanciata rispetto a quella italiana. La cattedrale di Notre-Dame, ad esempio, presenta cinque navate e un gran coro, mentre il gotico italiano, come nella Basilica di Santa Croce, è più moderato e combina elementi classici per un maggiore equilibrio.

  7. Qual è il ruolo di Giotto nell'evoluzione dell'arte gotica?
  8. Giotto è stato fondamentale nell'evoluzione dell'arte gotica, abbandonando il linguaggio bizantino e avvicinandosi al naturalismo romano. Ha fondato una scuola e lavorato in tutta Italia, privilegiando l'ideazione e il progetto rispetto all'esecuzione tecnica, influenzando profondamente l'arte del suo tempo.

  9. Quali sono le differenze tra le croci romaniche e le opere di Cimabue?
  10. Le croci romaniche sono caratterizzate da rigidità, bidimensionalità e mancanza di espressione. Cimabue, pur legato al linguaggio bizantino, introduce elementi gotici come la forma degli occhi e un maggiore naturalismo, con sentimenti più controllati e una resa più reale e naturale dei volumi e dello spazio.

Domande e risposte