Concetti Chiave
- L'affresco, risalente a epoche antiche, ha visto una rinascita nel XIII secolo in Italia, superando il mosaico medievale.
- La tecnica prevede la pittura su intonaco fresco con pigmenti minerali sciolti in acqua, richiedendo abilità e rapidità per evitare ritocchi post-essiccazione.
- Materiali come il carbonato di calcio sono usati per il bianco, mentre il prezioso azzurro deriva dal lapislazzulo, essenziale per cieli e manti sacri.
- La struttura architettonica italiana favorì l'affresco, con ampie superfici murali negli edifici religiosi, a differenza dell'Europa del nord.
- Cimabue e Giotto perfezionarono le tecniche dell'affresco, apportando realismo e profondità, influenzati da tradizioni romane e islamiche.
Indice
Evoluzione della tecnica dell'affresco
Nel Duecento, il primato del mosaico tipico del Medioevo viene superato e rinnovato dalla tecnica dell’affresco. L’affresco ha origini antichissime; infatti, era già conosciuto dagli egiziani, dai greci e dai romani, ma è nel XIII secolo che esso ha una grande rinascita, soprattutto in Italia.
Caratteristiche e materiali dell'affresco
Esso è caratterizzato da una pittura eseguito sull’intonaco della parte ancora fresco, utilizzando dei pigmenti colorati sciolti, nell’acqua senza aggiungere la tempera. Questo comporta una difficoltà: dopo che l’intonaco è essiccato, non è più possibile procedere ad eventuali ritocchi. Per questo motivo, il pittore deve avere una mano molto abile, ferma e rapida; essere in grado di eseguire il lavoro in tempi molto brevi e prevedere anche il mutamento dei colori una volta che essi hanno subito l’essiccamento. I materiali impiegati sono tutti di origine minerale; per esempio, il bianco si ottiene utilizzando il carbonato di calcio e non la biacca che, essiccando diventerebbe nera. Il colore più pregiato e ricercato era l’azzurro che veniva ricavato dal lapislazzulo; tale colore è presente soprattutto nei cieli e nei manti della Madonna. Importante era anche il fatto che la parete da dipingere fosse in mattoni o in pietra e soprattutto senza infiltrazioni di umidità. In questo modo, all’affresco veniva garantita una lunga durata.
Fasi di elaborazione dell'affresco
Le fasi dell’elaborazione dell’affresco erano le seguenti:
• stesura sulla parete dell’“arricciato”, realizzato con sabbia, calce spenta e acqua
• essiccazione dell’arricciato
• disegno preliminare, chiamato anche “sinopia”. In origine il termine “sinopia” era il nome di un pigmento rosso, probabilmente proveniente dalla regione di Sinope, in Turchia, sulle rive del Mar Nero. Nel Medioevo esso era confuso con il minio o con il cinabro. Successivamente è passato ad indicare uno schizzo di affresco, realizzato con tale pigmento rosso.
• applicazione su questa prima preparazione ruvida di un secondo intonaco, detto “tonachino”
• stesura dei colori per accostamento, e non per sovrapposizione, iniziando dalle ombre e finendo con i toni più accesi e le mezze tinte
Innovazioni di Cimabue e Giotto
Il Duecento è il secolo della sperimentazione dell’affresco, grazie soprattutto all’opera di Cimabue e di Giotto. Essi mettono a punto le varie fasi di preparazione e di esecuzione del dipinto chiamato “a buon fresco”. Tale procedura verrà poi descritta da Cennino Cennini nel Trecento, nell’opera Il libro dell’arte, in cui il lavoro di affrescatura viene diviso in giornate. La Basilica di Assisi con i suoi cicli pittorici di Cimabue e di Giotto, mettono in evidenza con chiarezza il passaggio dalla tecnica tradizionale a quella innovativa del Duecento, in cui la pittura è più realistica e le figure acquistano maggiore concretezza e profondità.
Influenze e diffusione dell'affresco
La fortuna dell’affresco in Italia è dovuta soprattutto alla struttura architettonica degli edifici religiosi che, a differenza di quelle dell’Europa del nord, riservavano un ampio spazio alla decorazione delle pareti. Papa Gregorio Magno, nel VI secolo, vide nella pittura murale un mezzo per insegnare agli analfabeti e con questo non fece altro che rimettere in atto un concetto già proprio della tradizione romana. D’altra parte, i pittori romanici hanno affondato le loro radici artistiche sia nelle arti antiche, gallo-romanze o bizantine, che in quelle più recenti. Dal X al XIV secolo, anche lo stile islamico, molto diffuso, influenzò la creatività degli artisti occidentali.
Domande da interrogazione
- Qual è la tecnica pittorica che ha superato il mosaico nel Duecento?
- Quali sono le caratteristiche principali della tecnica dell'affresco?
- Quali materiali venivano utilizzati per i colori nell'affresco?
- Quali artisti sono stati fondamentali per la sperimentazione dell'affresco nel Duecento?
- Perché l'affresco ha avuto fortuna in Italia rispetto ad altre regioni?
Nel Duecento, la tecnica dell'affresco ha superato e rinnovato il primato del mosaico tipico del Medioevo, soprattutto in Italia.
L'affresco è caratterizzato da una pittura eseguita sull'intonaco ancora fresco, utilizzando pigmenti colorati sciolti in acqua, senza tempera, richiedendo abilità e rapidità nel lavoro.
I materiali impiegati erano di origine minerale, come il carbonato di calcio per il bianco e il lapislazzulo per l'azzurro, usato nei cieli e nei manti della Madonna.
Cimabue e Giotto sono stati fondamentali per la sperimentazione dell'affresco nel Duecento, perfezionando le fasi di preparazione e esecuzione del dipinto "a buon fresco".
L'affresco ha avuto fortuna in Italia grazie alla struttura architettonica degli edifici religiosi che riservavano ampio spazio alla decorazione delle pareti, a differenza dell'Europa del nord.