Concetti Chiave
- Il Tempio di Venere e Roma, costruito dall'imperatore Adriano, è il più grande tempio romano dedicato a due divinità.
- Il tempio offre una vista mozzafiato sul Colosseo e fa parte del percorso turistico del Foro Romano.
- La struttura includeva due celle opposte per le divinità Venere e Roma, uniche nel loro genere.
- Il tempio era circondato da un colonnato periptero con 144 colonne nel progetto originale di Adriano.
- I resti del tempio sono visibili dal 2011, con la cella di Roma meglio conservata grazie alla sua integrazione in un convento.
Indice
Costruzione e significato del tempio
Fu fatto costruire dall’imperatore Adriano dal 121 d.C. in poi e si affaccia sulla vallata del Colosseo. Esso è il tempio più grande dell’impero dedicato alle due divinità. Dal punto di vista turistico, esso rientra nel percorso di visita del Foro Romano e del palatino e permette un affaccio mozzafiato sul Colosseo, sull’Arco di Costantino, sull’Arco di Tito.
L’edificio fu concepito come un omaggio dell’imperatore alla città eterna, dedicato alla madre di Enea da cui, secondo la tradizione, erano discesi i fondatori di Roma. Per questa duplice intitolazione, il tempio aveva una caratteristica unica: due celle, una per ciascuna divinità, orientate in senso opposto e precedute da un vestibolo. La statua di Venere era rivolta verso il Colosseo, mentre quella della dea Roma era rivolta verso il Foro. I resti del tempio sono visibili dal 2011 dopo circa w26 anni di lavori.Caratteristiche architettoniche
Il tempio era di tipo periptero, cioè interamente circondato da un portico di colonne che, nel progetto di Adriano erano 144. Nel prato verde che oggi circondano i resti del tempio si notano 84 84 quadrati di tufo peperino che ci rimandano alle basi delle colonne. Quando nel 141, l’edificio sacro fu terminato, era alto 32 metri ed emergeva da una foresta di colonne alte 32. I tetti avevano le tegole di bronzo dorato che, nel VIII secolo furono prelevate per decorare l’antica basilica costantiniana di San Pietro. I frammenti delle colonne che ci sono pervenuti ci fanno capire che le colonne avevano un diametro di 1,80 circa. Pertanto, il tempio aveva un aspetto grandioso.
Conservazione e restauro
Il pezzo più impressionante è un blocco di marmo a cassettoni che era sorretto dalle colonne della peristasi, cioè dal colonnato che circondava la cella e che ci fa capire che parte del tempio era stata costruita con pezzi rifiniti all’esterno e poi assemblati, cioè prefabbricati, come si direbbe oggi. Delle due celle, si è conservata meglio quella della dea Roma perché questa parte del tempo fu inglobata nel convento e nella chiesa che ora fanno parte del complesso di Santa Francesca Romana e quindi messa in salvo dalle spoliazioni a cui, invece, fu sottoposta la cella di Venere. Invece, lo spazio della cella di Venere fu usato, nel tempo, per gli orti del convento, poi per un giardino all’italiana ed infine per un giardinetto qualunque. Le colonne e le colonnine, poste a lato delle nicchie sono di porfido, il marmo riservato all’imperatore. Sulle piattaforma della statua della dea Roma resta un frammento, forse una parte del panneggio. Sui frammenti degli stucchi del catino dell’abside sono state ritrovate delle tracce di foglie d’oro. Il tempo fu totalmente distrutto da un terremoto nel IX secolo ed i primi restauri iniziarono sono intorno agli anni Trenta del XX secolo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza storica del Tempio di Venere e Roma?
- Quali sono le caratteristiche architettoniche uniche del tempio?
- Come è stato preservato il tempio nel tempo?
- Quali sono stati i principali eventi che hanno influenzato la struttura del tempio?
Il Tempio di Venere e Roma, costruito dall'imperatore Adriano, è il più grande tempio dell'impero dedicato a due divinità, rappresentando un omaggio alla città eterna e alla madre di Enea, da cui discendono i fondatori di Roma.
Il tempio aveva due celle orientate in senso opposto, una per ciascuna divinità, ed era circondato da un portico di 144 colonne. Le colonne avevano un diametro di circa 1,80 metri e il tempio era alto 32 metri.
La cella della dea Roma è stata meglio conservata perché inglobata nel complesso di Santa Francesca Romana, mentre la cella di Venere è stata soggetta a spoliazioni e utilizzata per vari scopi nel tempo.
Il tempio fu distrutto da un terremoto nel IX secolo e i primi restauri iniziarono solo negli anni Trenta del XX secolo. Le tegole di bronzo dorato furono prelevate nel VIII secolo per decorare la basilica di San Pietro.