Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La pittura rupestre africana è un'importante testimonianza storica e artistica, diffusa principalmente nella regione sahariana e nell'Africa meridionale.
  • Rispetto all'Europa, la pittura rupestre africana è più recente e si estende dal Neolitico fino ai tempi storici, coinvolgendo antenati come i Boscimani.
  • Vi è un dibattito sull'influenza della civiltà dell'uomo bianco sull'arte rupestre africana, ma i tratti somatici raffigurati spesso non supportano questa teoria.
  • La teoria più accreditata è che l'arte rupestre sia autoctona, con raffigurazioni che indicano un ambiente un tempo ricco di fauna e vegetazione, ora reso arido dal cambiamento climatico.
  • Gli studiosi hanno suddiviso l'evoluzione della pittura rupestre africana in quattro periodi cronologici basati sulla fauna raffigurata: bubaliano, bovidiano, cavallino e camelino.

Indice

  1. Diffusione e valore della pittura rupestre
  2. Regioni e cronologia della pittura
  3. Influenze e attribuzioni artistiche
  4. Origini e contesto ambientale
  5. Fasi della pittura rupestre

Diffusione e valore della pittura rupestre

La pittura rupestre è molto diffusa nel continente africano. Se ne contano a migliaia, tutte con un grande valore estetico e morto utili per conoscere la civiltà dell’uomo primitivo. Esse ornano le pareti delle caverne, i ripari sotto una roccia, un qualsivoglia anfratto oppure le pareti all’aperto.

Regioni e cronologia della pittura

La regione sahariana e l’Africa meridionale sono le zone più ricche: la prima si estende dalla Somalia o Corno d’Africa fino all’Africa Occidentali e l’altra va fino alla Tanzania. Rispetto all’Europa, la pittura rupestre africana è cronologicamente più recente, ma si prolunga maggiormente nel tempo. Da un punto di vista storico, essa risale agli inizi del periodo Neolitico ed ha una durata di diversi millenni., cioè dalla fine del Paleolitico ai tempi protostorici e storici veri e propri; con gli antenati dei moderni Boscimani, la pittura rupestre arriva fin quasi ai giorni nostri.

Influenze e attribuzioni artistiche

Gli studiosi europei sono sempre stati condizionati dal fatto che la pittura rupestre africana sarebbe stata influenzata dalla civiltà dell’uomo bianco soprattutto nei casi in cui essa dimostra un alto valore artistico. A questa corrente di pensiero appartiene anche la teoria secondo cui l’arte parietale nordafricana, diffusasi poi anche ne resto del continente, sarebbe frutto della vene artistica di individui di pelle chiara, appartenenti ad un’unica corrente mediterranea. Tuttavia, questa teoria non trova corrispondenza con i tratti somatici dei personaggi raffigurati, in prevalenza di tipo etiope e negroide. Il problema dell’attribuzione non è stato ancora risolto: l’unica attribuzione riguarda l’ultima parte della produzione rupestre sudafricana perché gli autori, i Boscimani, sono stati attivi fino alla fine del 1800. Chi furono i portatori di questa arte?

Origini e contesto ambientale

La tesi più accreditate e accettata da una larga maggioranza di studiosi è quella che vede l’arte rupestre autoctono ed esistente sin dal Paleolitico. Essa si trova nelle zone ricche di altopiani e dui steppe, di solito su pareti rocciose, a strapiombo su valli fluviali, una situazione facilmente difendibile. Dalle raffigurazioni si può dedurre che le zone, oggi desertiche, in epoca preistorica o agli albori della storia, erano densamente popolate, ricche di fauna e di vegetazione. Sappiamo che il cambiamento climatico ha progressivamente reso arida la regione che si è andata via via spopolando. Questo fatto ha avuto una conseguenza positiva perché ha permesso di mantenere intatte testimonianze di una presenza umana nei luoghi per più di 7000 anni.

Fasi della pittura rupestre

All’interno di questo periodo, gli studiosi hanno individuato quattro fasi, ognuna delle quali dalla presenza di un animale piuttosto che un altro:

1) Periodo bubaliano, nome derivato da un bufalo con le corna arcuate che nel periodo Neolitico non esisteva già più. Si suppone che comprenda il periodo che va dal 6500 al 3000.

2) Periodo bovidiano (dal 3500 al 1200), per la presenza di un bue dalle corna corte e spesse e da un bue dalle corna assai lunghi e divaricate. La raffigurazione di questi due animali ci fa capire che quelle popolazioni avevano cominciato a praticare l’allevamento.

3) Periodo cavallino, in cui si diffonde il cavallo domestico, a partire dall’Egitto. Ormai siamo fra il 1500 a.C. e il 300 d.C., quindi in epoca storica

4) Periodo camelino, caratterizzato dal dromedario, animale arrivato nell’Africa del Nord nel I secolo d.C., quando la regione si stava desertificando

Le ultime due fasi sono chiamate anche libico-berbere perché nelle pitture rupestri gli studiosi hanno individuato delle iscrizioni arcaiche, con caratteri euroasiatici.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della pittura rupestre nel continente africano?
  2. La pittura rupestre è molto diffusa in Africa e ha un grande valore estetico e storico, utile per comprendere la civiltà dell'uomo primitivo.

  3. Quali sono le regioni africane più ricche di pitture rupestri?
  4. Le regioni sahariana e dell'Africa meridionale sono le più ricche di pitture rupestri, estendendosi dalla Somalia fino all'Africa occidentale e fino alla Tanzania.

  5. Qual è la teoria più accreditata riguardo l'origine dell'arte rupestre africana?
  6. La teoria più accreditata è che l'arte rupestre sia autoctona, esistente sin dal Paleolitico, e non influenzata dalla civiltà dell'uomo bianco.

  7. Come si suddivide cronologicamente la pittura rupestre africana?
  8. Gli studiosi hanno individuato quattro fasi cronologiche: il periodo bubaliano, bovidiano, cavallino e camelino, ciascuno caratterizzato dalla presenza di specifici animali.

  9. Quali sono le caratteristiche delle ultime due fasi della pittura rupestre?
  10. Le ultime due fasi, cavallino e camelino, sono chiamate anche libico-berbere e presentano iscrizioni arcaiche con caratteri euroasiatici.

Domande e risposte