Concetti Chiave
- La pittura romana è caratterizzata da uno stile delicato e fragile, sviluppatosi tra Repubblica e Impero.
- Il primo stile, o stile ad incrostazione, utilizza semplici forme geometriche e marmo per imitare il lusso.
- Il secondo stile introduce l'illusione prospettica per dare profondità alle pareti.
- Il terzo stile, o della parete reale, elimina visivamente le pareti con scene naturalistiche.
- Il quarto stile perfeziona l'illusione prospettica, combinando pittura e stucco per un effetto tridimensionale.
Evoluzione degli stili pittorici romani
Stile che non è durato molto tempo perché i materiali erano molto delicati e fragili, tra Repubblica e Impero, si seguono in particolare diversi ordini definiti poi da Vitruvio:
1. Primo stile o stile ad incrostazione, più semplice ed essenziale, le pareti erano dipinte con forme geometriche semplici cambiando forma e colore circondando lastre di marmo perché le cose più nobili avevano del vero marmo sulle pareti e i più poveri copiavano la pittura;
2. Secondo stile, più complicato, si decora la parete che fingono di aprire la parete verso altri spazi con un’illusione prospettica;
3. Terzo stile o della parete reale, si finge che la parete non ci sia, con ambientazioni esterni e naturalistici, così la stanza appare più grande e contatto più diretto con la natura;
4. Quarto stile o dell’illusione prospettica, riprende il secondo perfezionandolo creando sotto ambienti con colonne fregi che saturano lo spazio con finte gallerie e volte, lo stucco viene abbinato alla pittura per aumentare il fattore illusorio.
Tecniche artistiche romane
Le tecniche principali erano quelle dell’affresco copiata dal mondo greco, “ad encausto” con l’abbinamento tra pigmento e cera, e infine anche il mosaico che creava immagini bidimensionali.