Concetti Chiave
- La Nike di Samotracia fu creata durante l'epoca ellenistica a Rodi, per celebrare una vittoria della lega Delio-Attica e originariamente situata nel Tempio dei Grandi dei Cabiri.
- La statua, acefala e senza braccia, rappresenta la dea alata della vittoria e si caratterizza per il virtuosismo del panneggio e il dinamismo della figura.
- Realizzata in marmo, l'opera presenta uno schema chiastico ed è influenzata dagli stili di Prassitele e Lisippo, con parti mancanti conservate in vari musei.
- La Nike ha avuto un impatto culturale significativo, ispirando artisti come Marinetti, Boccioni e Dalì, e influenzando il famoso logo della marca di abbigliamento Nike.
- Acquistata dallo Stato francese nel 1863, la statua è esposta al Museo del Louvre dopo numerosi restauri, l'ultimo dei quali completato nel 2014.
Origini e attribuzione della Nike
La Nike di Samotracia fu realizzata a Rodi in epoca ellenistica, a commemorazione della vittoria della lega Delio-Attica nella battaglia sul fiume Eurimedonte. La collocazione originale della statua era quella del Tempio dei Grandi dei Cabiri, realizzato su più livelli, alla cui sommità si trovava la Nike. Non si ha la certezza sulla paternità dell’opera, ma si presume possa essere stata realizzata da Pitocrito, il cui nome è stato rinvenuto su un frammento ritrovato in prossimità dell’opera.
Successivamente al ritrovamento del 1863, la dea, mancante di alcune parti andate perdute, fu acquistata dallo Stato francese, che la collocò alla sommità della scalinata Daru, nel Museo del Louvre. Fu sottoposta a numerosi restauri, l’ultimo dei quali, conclusosi nel 2014 vide il rifacimento di tre piume dell’ala sinistra.Descrizione della statua
La statua, rivenuta senza testa, perciò detta acefala, e senza braccia, raffigura la Nike, dea della vittoria alata. La dea, che indossa uno splendido chitone, è rappresentata nell’atto di posarsi sulla prua di una trireme, che costituisce il basamento dell’opera, realizzato con marmo grigio proveniente dalle cave di Larthos, sull’isola di Rodi. La figura, protesa in avanti, sembra essere travolta da un impetuoso alito di vento, che la travolge e muove il panneggio, donando slancio alla scultura e mettendo il risalto il virtuosismo con cui la statua è stata realizzata. Il panneggio costituisce il principale virtuosismo della Nike ed è caratterizzato da un vibrante effetto di trasparenza e leggerezza, tipici delo stile prassitelico e la tridimensionalià che contraddistingue le sculture di Lisippo. E’ realizzata in marmo, riporta una sorta di schema chiastico, che vede il braccio destro, andato perduto, ma che probabilmente era proteso n avanti, opporsi alla gamba sinistra, che rimane arretrata rispetto alla destra, mentre il braccio sinistro, che sembra spinto indietro dal vento, si contrappone alla gamba destra, più avanzata. Le mani e le braccia sono andate perdute, ma alcuni frammenti sono stati ritrovati negli anni cinquanta del ‘900 e sono oggi conservate al Kunsthistoriches Museum di Vienna. Le ali, che grazie alle piume incrementano il senso del dinamismo, sembrano frenare l’impeto del volo, mentre il petto è proteso in avanti.Nell’opera l’autore ha cercato di esasperare il senso del movimento e del dinamismo.
Influenza culturale della Nike
Elevata è stata l’influenza culturale esercitata dalla Nike sul mondo contemporaneo, in particolar modo all’inizio del XX secolo, periodo in cui ha conosciuto notevole popolarità. La sua immagine venne assunta da Tommaso Marinetti, che nel manifesto futurista, di cui è fondatore, sostiene che:” Un’automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia. Con questa affermazione egli ritiene superiore il senso della velocità alla bellezza ellenistica dell’opera forse attribuibile a Pitocrito. Significativo fu anche lo spunto che lo stesso Umberto Boccioni trasse dalla Nike , a cui si ispirò per la realizzazione della scultura “Forme Uniche della Continuità nello Spazio”, che è raffigurata sul retro della moneta da venti centesimi e di cui sono state realizzate diverse repliche, presso il Museo del Novecento di Milano, la Kunsthalle di Manheim, la Tate Modern di Londra, il MOMA di Manhattan, il Metropolitan Museum di Londra, il Museo Kroller-Muller di Otterlo, nei paesi Bassi e la Galleria Nazionale di Cosenza.
Salvador Dalì, pittore spagnolo, vi ispirò l’opera “Les Deux Nike,” e “la Double Victoire de Samotrace. Il riferimento più chiaro alla Nike però è quello adottato dalla casa di abbigliamento Nike, che mutua dalla statua il profilo dell’ala, che viene stilizzato nel celebre “baffo” e adottato come simbolo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine storica della Nike di Samotracia?
- Come è descritta la statua della Nike di Samotracia?
- Quali influenze artistiche ha avuto la Nike di Samotracia?
- Chi è considerato il possibile autore della Nike di Samotracia?
- Quali restauri ha subito la Nike di Samotracia?
La Nike di Samotracia fu realizzata a Rodi in epoca ellenistica per commemorare la vittoria della lega Delio-Attica nella battaglia sul fiume Eurimedonte. Originariamente collocata nel Tempio dei Grandi dei Cabiri, fu successivamente acquistata dallo Stato francese e collocata al Museo del Louvre.
La statua è acefala e senza braccia, raffigurante la dea alata della vittoria, Nike, nell'atto di posarsi sulla prua di una trireme. È realizzata in marmo e caratterizzata da un panneggio che esprime trasparenza e leggerezza, tipico dello stile prassitelico.
La Nike di Samotracia ha esercitato una notevole influenza culturale, specialmente all'inizio del XX secolo. Ha ispirato artisti come Umberto Boccioni e Salvador Dalì, e il suo profilo alare è stato adottato come simbolo dalla casa di abbigliamento Nike.
Non si ha certezza sulla paternità dell'opera, ma si presume possa essere stata realizzata da Pitocrito, il cui nome è stato rinvenuto su un frammento vicino all'opera.
La statua è stata sottoposta a numerosi restauri, l'ultimo dei quali si è concluso nel 2014 con il rifacimento di tre piume dell'ala sinistra.