Concetti Chiave
- I templi greci erano progettati con correzioni ottiche per apparire perfetti ed equilibrati all'occhio umano.
- Le linee rette come quelle dello stilobate erano leggermente curve per correggere le distorsioni visive percepite.
- Il fregio sotto il frontone era decorato con metope e triglifi, spesso soggetto a correzioni per evitare errori visivi.
- I Greci utilizzavano il conflitto angolare per mantenere l'uniformità visiva delle metope lungo il fregio.
- Queste tecniche dimostrano l'attenzione dei Greci all'estetica e all'illusione ottica nell'architettura.
Architettura dei templi greci
I templi greci presentavano una scalinata all'entrata di circa tre gradini, uno stilobate, dove vi erano poggiate le colonne, una trabeazione, che si trovava sopra alle colonne, un frontone, che era il "tetto" del tempio, e il timpano, che era la parte interna del frontone.
Per far sì che i tempi fossero perfetti ed equilibrati, i Greci applicavano delle correzioni, dette correzioni ottiche, perché spesso capitava che l'occhio umano vedesse errori che in realtà non vi erano affatto.
Per esempio le linee rette del tempio, come quella dello stilobate, all'occhio umano risultavano curve verso l'alto, o verso l'interno, proprio per questo i Greci le facevano curve verso il basso, o verso l'esterno, in modo che all'occhio umano risultassero perfettamente dritte.
Fregio e conflitto angolare
Un'altra correzione era quella del fregio.
Nei tempi vi era un fregio decorato sotto al frontone, che presentava metope (dei rettangoli) e triglifi (tre linee verticali parallele). Capitava che alla fine del muro del tempio, vi fosse un errore al termine del fregio, per esempio terminava con una metopa tagliata, con dei triglifi mancanti, ecc. Per risolvere questo problema, i Greci applicarono il conflitto angolare, cioè raffiguravano le metope via via più grandi, risultando così tutte uguali all'occhio umano.