Concetti Chiave
- La pittura greca comprende affreschi e mosaici, ma poche opere originali sono sopravvissute; conosciamo alcune di esse grazie a copie o tradizioni indirette.
- I greci furono pionieri nella scoperta della prospettiva, con Agatarco nel V secolo a.C. che dipinse scene prospettiche e scrisse un trattato sull'argomento.
- Il mosaico pompeiano che rappresenta la Battaglia di Gaugamela è attribuito ad Apelle e mostra una scena complessa con Alessandro e Dario III.
- L'autore del mosaico utilizza elementi come lance e ombre per dare profondità alla scena, illustrando il dinamismo del combattimento tra Macedoni e Persiani.
- Conosciuto anche come "Mosaico di Isso", è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il termine "mosaico" deriva dalla parola Musa, legata alla decorazione di spazi dedicati alle muse.
Il piano pittorico e la prospettiva
●Rientra nel piano pittorico tutto ciò che viene raffigurato su un piano orizzontale(affreschi, mosaici etc…). Purtroppo, quasi nessuna delle creazioni originali dei pittori greci ci è pervenuta, tuttavia di alcune opere si è a conoscenza per tradizione indiretta o copie tarde.
La scoperta della prospettiva
●Si crede siano stati i greci i primi a scoprire la prospettiva, infatti, Agatarco già nel V secolo a.C. aveva dipinto scene prospettiche e scritto un trattato sulla prospettiva, un metodo grafico che riesce a dare una terza dimensione, la profondità, su un piano avente due dimensioni, lunghezza e altezza. Le regole della prospettiva vera e propria furono però scoperte nel XV secolo a.C.
Il mosaico di Gaugamela
●Da un originale dipinto su tavola tra fine IV ed inizio III secolo a.C., collochiamo il mosaico pavimentale pompeiano in opus vermiculatum attribuito ad Apelle, rappresentante la Battaglia di Gaugamela del 331 a.C. tra Macedoni e Persiani. I personaggi principali sono Dario III, re di Persia, e Alessandro, figlio di Filippo II di Macedonia. Vengono utilizzate tutte e tre le dimensioni dall’autore tramite quattro elementi: le lance che i combattenti tengono in alto, le armi abbandonate, il tronco d’albero e le ombre sul terreno. Alessandro viene ritratto nell’atto di trafiggere un nemico appena atterrato che si aggrappa all’arma che lo uccide in un ultimo disperato tentativo di salvezza, mentre Dario, provando pietà dinanzi alla violentissima scena, combatte trasportato dal suo auriga che, non curante, guida il carro travolgendo il guerriero caduto. Viene inoltre raffigurato un cavallo ferito(dietro Dario) che contribuisce a definire la distanza tra chi osserva e il primo piano della scena. Viene anche detto “Mosaico di Isso” ed è attualmente conservato al M.A.N., a Napoli. La parola “mosaico”, inoltre, deriva da Musa(tecnica musiva) poiché i primi mosaici venivano realizzati con elementi naturali per decorare le grotte dedicate alle muse.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della prospettiva nella pittura greca?
- Cosa rappresenta il mosaico pavimentale pompeiano attribuito ad Apelle?
- Dove si trova attualmente il "Mosaico di Isso" e qual è la sua origine?
I greci furono tra i primi a scoprire la prospettiva, con Agatarco che nel V secolo a.C. dipinse scene prospettiche e scrisse un trattato su di essa, permettendo di aggiungere profondità a un piano bidimensionale.
Il mosaico rappresenta la Battaglia di Gaugamela del 331 a.C. tra Macedoni e Persiani, con Alessandro e Dario III come protagonisti principali, utilizzando elementi per dare profondità alla scena.
Il "Mosaico di Isso" è attualmente conservato al M.A.N. di Napoli e deriva da un originale dipinto su tavola del IV-III secolo a.C., attribuito ad Apelle.