Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La Lupa Capitolina è una scultura in bronzo di origine etrusca, simbolo delle origini leggendarie di Roma.
  • La statua originale, conservata nel Museo dei Conservatori a Roma, fu colpita da un fulmine nel 65 a.C. secondo Cicerone.
  • I gemelli sotto la lupa furono aggiunti nel XV secolo da Antonio Pollaiolo per convalidare il mito romano.
  • La rappresentazione della lupa è idealizzata, con pochi dettagli realistici, per enfatizzare la forza e crudeltà dell'animale.
  • Dettagli come la vena gonfia sul muso e il pelo irsuto esprimono tensione e aggressività, caratteristiche distintive dell'opera.

Indice

  1. Declino dell'espansione etrusca
  2. Dettagli artistici della Lupa

Declino dell'espansione etrusca

Nel 474, lo scontro navale fra la flotta etrusca e quella siracusana, pose fine all’espansione etrusca nell’Italia, i contatti con il mondo greco cominciarono a rallentare e al tempo stesso diminuì da produzione artistica dal punto di vista quantitativo. Tra la fine del VI e l’inizio del V secolo, una delle opere di più alto valore la Lupa capitolina, una scultura di bronzo.

Di una lupa, simbolo delle origini leggendarie della città, a Roma esistevano due esemplari, uno dei quali secondo la testimonianza di Cicerone, fu colpito e danneggiato da un fulmine nel 65 a.C. Si tratterebbe della statua conservata nel Museo dei Conservatori a Roma. I gemelli posti sotto le mammelle, per convalidare il mito, furono aggiunti da Antonio Pollaiolo nel XV secolo. Essa è nota fin dal Medioevo e nel 1471 fu spostata dal Laterano al Campidoglio.

Dettagli artistici della Lupa

L’animale è rappresentato ringhiante; solidamente appoggiato sulle quattro zampe, ha la testa rivolta verso lo spettatore. Più che in altre opere, in questo caso, l’artista etrusco, secondo le modalità del tempo, ha trasfigurato la realtà oggettiva per interpretarne il significato. Infatti, le somiglianze con una lupa vera sono pochissime, sia per quanto riguarda le forme anatomiche che per l’assenza quasi totale del manto peloso. Quest’ultimo particolare sottolinea la forza dell’animale e soprattutto il suo istinto bestiale fatto di primitiva crudeltà.

Un’ampia parte del corpo è lasciata scoperta e queste mette in risalto la possente struttura ossea dell’animale; il ventre è magro e questa sta a significare che la lupa è affamata e quindi più aggressiva. Sul muso è messa in risalto una vena gonfia, sintomo della tensione, della rabbia e della volontà di attacco. Il pelo che si limita ad una semplice striscia che percorre tutto il dorso per scendere dal garrese fin sotto il petto, non è morbido, bensì duro, resistente, irsuto. L’insieme emana un senso di asprezza, evidenziato da molti dettagli: le orecchie drizzate per percepire il minimo rumore, le grosse costole, le unghie, le mammelle appuntite. Fuori dubbio, l’opera è etrusca e probabilmente la lavorazione è avvenuta a Roma. Tuttavia, è anche vero che soprattutto dopo la conquista di Veio e di Volsini, l’odierna Orvieto, molte opere, forse più di 2000, furono trasportate nella capitale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza storica della Lupa Capitolina nell'arte etrusca?
  2. La Lupa Capitolina è una delle opere di più alto valore dell'arte etrusca, rappresentando un simbolo delle origini leggendarie di Roma. È nota fin dal Medioevo e fu spostata al Campidoglio nel 1471.

  3. Quali sono le caratteristiche distintive della scultura della Lupa Capitolina?
  4. La scultura rappresenta una lupa ringhiante, con una struttura ossea possente e un ventre magro, simbolo di aggressività. Il pelo è duro e irsuto, e l'opera emana un senso di asprezza, evidenziato da dettagli come le orecchie drizzate e le mammelle appuntite.

  5. Come è stata modificata la Lupa Capitolina nel corso del tempo?
  6. I gemelli sotto le mammelle, per convalidare il mito di Romolo e Remo, furono aggiunti da Antonio Pollaiolo nel XV secolo, mentre la scultura originale è stata attribuita all'arte etrusca.

Domande e risposte