Concetti Chiave
- Il papiro, datato tra il 1350 e il 1250 a.C., proviene dal Libro dei Morti ed è conservato al Louvre.
- La superficie del papiro, setosa e ruvida, esalta i colori e le figure delle scene dipinte.
- I geroglifici, ricchi di valore figurativo, accompagnano le immagini, mostrando la fusione tra scrittura e pittura.
- Il dipinto illustra Neb-Qes che adora Osiris, con una ieraticità tipica dell'arte egiziana, influenzata dalla casta sacerdotale.
- La tecnica pittorica alterna tinte lucide e opache per enfatizzare i dettagli psicologici e il chiaroscuro degli oggetti.
La pittura egizia e il papiro
La pittura, che si colloca fra il 1350 e il 1250 a.C. è tratta dal Libro dei Morti ed è custodita al Louvre. Il papiro è un arbusto, sul cui midollo, opportunamente preparato, gli antichi Egizi erano soliti scrivere, un uso risalente ad un’età molto antica. Spesso i papiri, oltre alle iscrizioni, riportavano anche delle scene dipinte. La superficie setosa, un po’ ruvida in grado di trattenere bene le tinte, e il colore naturale tendente al paglierino, contribuiscono a mettere in evidenza i segni e le figure.
Geroglifici e simbolismo
Dai geroglifici risulta che il nome del defunto è Neb-Qes e la figura all’interno del tempio è il dio Osiris; egli porta lo staffile, come simbolo del potere. Sullo sfondo sono dipinti dei geroglifici, all’interno di colonne poiché l’egiziano antico si leggeva dall’alto in basso e le righe nere servivano per non confondere una colonna con l’altra. Già in se stessi, i geroglifici egiziani avevano un grande valore figurativo, come gli ideogrammi cinesi, ma molto più pittorici e realistici. Poiché per l’artista non esiste alcuna differenza fra scrittura e pittura, questo spiega perché la prima si trovi inserita nella seconda. Il dipinto è caratterizzato da una forte ieraticità dei personaggi, un carattere presente, del resto, in tutta l’arte egiziana; tale aspetto si ricollega alla rigida casta sacerdotale che insieme al potere dispotico del faraone ha modificato profondamente la mentalità egiziana.
Tecniche pittoriche e simbolismo
Nel dipinto, il pittore alterna costantemente le tinte intense e lucide con altre più opache, ottenute con vernice diluita. Questa tecnica mette in risalto le parti psicologicamente più interessanti dei personaggi come il volto, gli occhi, i capelli e le mani. In altre zone, come nell’ammasso di doni offerti al dio in onore del defunto, cioè canestri ricolmi, una coscia e una testa di bue, un’anatra ed altro, il pittore ottiene un efficace movimento di chiaro scuri, anche se gli oggetti presentano un contorno ben definito. In questa raffigurazione, si nota un altro aspetto frequente nell’arte egizia: il contrasto abituale fra la stilizzazione delle figure umane e vegetali con l’aspetto più sciolto e più naturale delle figure animali.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del papiro egiziano descritto nel testo?
- Quali tecniche pittoriche sono utilizzate nel dipinto del papiro?
- Come si caratterizza l'arte egiziana secondo il testo?
Il papiro rappresenta una scena tratta dal Libro dei Morti, in cui il defunto Neb-Qes adora il dio Osiris, simbolo di potere, e include geroglifici che hanno un valore figurativo e pittorico.
Il pittore alterna tinte intense e lucide con altre più opache, ottenute con vernice diluita, per mettere in risalto le parti psicologicamente più interessanti dei personaggi e creare un movimento di chiaro scuri.
L'arte egiziana è caratterizzata da una forte ieraticità dei personaggi, influenzata dalla rigida casta sacerdotale e dal potere dispotico del faraone, e presenta un contrasto tra la stilizzazione delle figure umane e vegetali e l'aspetto più naturale delle figure animali.