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Concetti Chiave

  • I Romani consideravano l'architettura una delle arti più utili per il governo del territorio, realizzando opere come le strade, molte delle quali sono ancora in buono stato grazie a tecniche avanzate.
  • Le domus erano le residenze lussuose dei patrizi, caratterizzate da ampie metrature, decorazioni elaborate e giardini interni chiamati peristili, con un'architettura progettata per isolare dai rumori urbani.
  • Le insulae erano edifici multi-familiari per i meno abbienti, costruiti principalmente in legno, spesso precari e soggetti a incendi, con alloggi scomodi e privi di servizi igienici.
  • Le insulae potevano raggiungere quattro o cinque piani di altezza, con botteghe artigiane al piano terra e stanze sovraffollate ai piani superiori.
  • La struttura delle domus e delle insulae rifletteva le differenze sociali dell'antica Roma, evidenziando un netto contrasto tra il lusso dei patrizi e le difficili condizioni abitative dei poveri.

Indice

  1. Le opere di pubblica utilità
  2. La casa patrizia: la domus
  3. Le insulae: il condominio dei poveri

Le opere di pubblica utilità

La mentalità dei Romani era soprattutto pratica. Questo li portava a considerare l’architettura la più utile tra le arti, la più adatta a risolvere i problemi che poneva il governo del territorio.
I Romani hanno lasciato in eredità, in Italia e in tutte le province dell’impero, una fitta rete di strade , molte delle quali si conservano tuttora in ottimo stato, grazie alle tecniche di costruzione del manto stradale, altamente perfezionato.

La casa patrizia: la domus

Le domus erano le lussuose residenze dove abitava la classe patrizia. La domus poteva essere più o meno ampia (dai 500 ai 3000 mq) e riccamente decorata con affreschi e mosaici. L’edificio aveva poche aperture verso l’esterno in modo che la confusione della città non vi potesse penetrare. La porta d’ingresso dalla strada immetteva nell’atrio, cuore della casa, sul quale si affacciavano le stanze principali. Un’apertura sul tetto permetteva all’acqua piovana di raccogliersi in una vasca scavata nel pavimento. Sul retro della casa un giardino interno, detto «peristilio», metteva in comunicazione tra loro i vari ambienti.

Le insulae: il condominio dei poveri

Le insulae erano caseggiati con più alloggi, bui e scomodi, senza acqua né servizi igienici. Costruite in modo improvvisato, erano in gran parte di legno, e quindi soggette a crolli e incendi. Calde d’estate e fredde d’inverno, potevano raggiungere l’altezza di quattro o cinque piani. Al piano terra erano collocate le botteghe artigiane e i negozi; ai piani superiori si aprivano le stanze dove si ammassavano per dormire decine di famiglie

Domande e risposte