Concetti Chiave
- L'Ara Pacis è un altare monumentale dedicato alla celebrazione della gloria dell'imperatore Augusto e della sua dinastia, non per cerimonie religiose.
- Inaugurata nel 13 a.C. per celebrare il ritorno di Augusto dalla Spagna e dalla Gallia, è influenzata dalla scultura greca ellenistica.
- Il monumento, ritrovato in frammenti nel Cinquecento, è stato ricomposto in epoca fascista e dal 2006 è conservato in una moderna struttura museale.
- L'Ara Pacis esalta la pace e la figura di Augusto, rappresentandolo come il garante di un nuovo periodo di stabilità e prosperità per Roma.
- La narrazione visiva si sviluppa dal racconto delle origini di Roma all'apoteosi della famiglia imperiale, sottolineando il messaggio propagandistico dell'opera.
L'Ara Pacis e la sua importanza
L’Ara Pacis (l’Altare della pace) costituisce un’opera fondamentale per lo studio dell’arte romana. Su questo altare monumentale non si celebravano messe, ma la gloria dell’imperatore Augusto e di tutta la sua dinastia. Si trattava di un recinto quasi quadrato, elevato su un podio. Nei lati più corti si aprivano due porte a cui si accedeva da una rampa di gradini.
All’interno sorgeva l’altare vero e proprio. Fu ritrovato in frammenti nel tardo Cinquecento e rimontato in epoca fascista; solo dal 2006 è stato collocato in una moderna struttura museale.Descrizione e significato dell'opera
L’opera fu decretata dal senato, il 4 luglio del 13 a.C., per celebrare il ritorno di Augusto dalle province di Spagna e Gallia. Resta ignoto il suo autore, che dimostra però di conoscere bene i modelli della scultura greca del periodo ellenistico: i corpi hanno risalto e proporzioni perfette e sono ben distribuiti nello spazio. Queste figure esprimono il vero valore propagandistico dell’opera, capace di esaltare sia la pace (raffigurata come una dea), sia la figura di Augusto che, dopo un lungo periodo di disordini, aveva saputo imporla con le armi. Il racconto si snoda dall’interno del recinto dov’è rappresentata la Roma delle origini, semplice e devota agli dèi, e si conclude all’esterno, dove viene mitizzato il ruolo di Augusto e della sua famiglia, ritratti in posa solenne come in una fotografia di gruppo. Augusto è la figura dominante e tutta la composizione è studiata in funzione del messaggio celebrativo che doveva trasmettere ai Romani: grazie a lui Roma si era salvata dalla rovina e poteva conoscere un nuovo periodo di pace e benessere.