Concetti Chiave
- Vercingetorige fu un capo gallico che si oppose all'invasione romana guidata da Giulio Cesare, diventando un simbolo di resistenza.
- Incitò le tribù galliche a ribellarsi contro Roma, ottenendo un iniziale successo a Gergovia contro le legioni di Cesare.
- Nonostante il trionfo iniziale, subì una sconfitta ad Alesia dove i Romani, guidati da Cesare, costruirono fortificazioni che portarono alla resa dei Galli.
- Vercingetorige si arrese con dignità e fu portato a Roma, dove fu imprigionato e successivamente giustiziato.
- È ricordato nella storiografia francese come il primo eroe nazionale, simbolo di resistenza e coraggio.
Indice
L'inizio della ribellione
Vercingetorige fu il capo di una tribù dei Galli che si oppose coraggiosamente all’invasione di Giulio Cesare. Le sue vicende sono narrate nel De Bello Gallico.
La strategia di Cesare
Giulio Cesare, completata la conquista della Gallia nel 55 a.C. ed era rientrato a Roma. Tuttavia nel 52 a.C. deve lasciare in tutta fretta l’Italia per recarsi di nuovo in Gallia perché i popoli sottomessi hanno ricostituito un forte esercito, stanno per attaccare le legioni di guarnigione stanziate al di là delle Alpi. Egli intuisce che la lotta non sarà facile il condottiero dei Galli, Vercingetorige è molto valoroso e disposto a tutto.
La resistenza di Vercingetorige
Dopo la conquista, i Galli, spinti anche dal terrore, si erano ormai rassegnati a rimanere sottomessi a Roma, ma Vercingetorige, un giovane dell’Alvernia (attuale Auvergne) non è dello stesso parere e inizia ad incitare le popolazioni di tutta la Gallia a ribellarsi all’invasore e ad organizzarsi per la liberazione. La celebre frase con cui cercava di convincere gli altri capi-tribù alla rivolta era “Meglio cadere tutti morti sul campo di battaglia, piuttosto che rinunciare alla libertà”.
Ilsuo appello ebbe effetto e molti giovani guerrieri cominciarono a riunirsi in Alvernia per arruolarsi nel nuovo esercito. Ma, nel 52 a.C., Giulio Cesare, con grande rapidità, riuscì a raggiungere la Gallia prima che il capo dei rivoltosi avesse completo ed organizzato il nuovo esercito.
La battaglia di Avàrico
Lo scontro ebbe luogo a Avàrico, l’odierna Bourges dove Vincingetorige non riuscì a sostenere l’impeto della cavalleria romana. Per questo egli decise di spostare la battaglia a Gèorgovia, attuale Clermont-Ferrand. La vittoria arrise a Vercingetorige che inflisse ai romani una dura sconfitta. L’effetto psicologico del successo fu enorme: Giulio Cesare perse la fama di condottiero invincibile. I Romani ottennero la rivincita a Digione e l’esercito dei Galli fu costretto a rifugiarsi nella fortezza di Alésia.
La sconfitta e la resa
La scelta di cercare riparo nella fortezza di Alesia si rivelò per Vercingetorige una trappola. Infatti, con molta astuzia ed abilità, Cesare ordinò di costruire imponenti fortificazioni intorno ad Alésia in modo da impedire ai Galli di potersi rifornire, furono bloccati del tutto i rifornimenti agli assediati e gli aiuti militari delle coalizioni vicine. La difesa di Vercingetorige fu estremamente valorosa e addirittura fu deciso di cacciare fuori dalle mura i vecchi, le donne ed i bambini per liberarsi di coloro che non erano idonei all’uso delle armi.
Le coalizioni galliche giunte in soccorso agli assediati si disposero tutte intorno alle legioni romane che a loro volta erano separati dai Galli di Vercingetorige da apposite fortificazione per evitare che questi ultimo potessero rifornirsi. Tuttavia l’esercito romano riuscì a spezzare l’accerchiamento e lentamente i Galli retrocessero.
Il destino di Vercingetorige
Anche nella sconfitta Vercingitorige seppe mantenere la sua dignità di condottiero. Con estrema coraggio, in sella al suo cavallo bardato in modo lussuoso, uscì dalle mura di Alésia e si consegnò con fierezza al nemico che lo aveva vinto. Nel 46 a.C., Cesare celebrò a Roma il trionfo per la conquista delle Gallie e Vercingetorige, incatenato, era al seguito del trionfatore. Imprigionato nelle carceri Mamertine, fu strangolato poco dopo con l’accusa di aver organizzato una strage di civili in Gallia.
Nella storiografia francese tradizionale, Vercingetorige è considerato il primo eroe nazionale.
Domande da interrogazione
- Chi era Vercingetorige e quale ruolo ha avuto nella storia della Gallia?
- Qual è stata la strategia di Giulio Cesare per sconfiggere Vercingetorige ad Alésia?
- Come si concluse la battaglia di Alésia per Vercingetorige e i suoi uomini?
- Quale fu il destino di Vercingetorige dopo la sua cattura?
- Come viene ricordato Vercingetorige nella storiografia francese?
Vercingetorige era il capo di una tribù dei Galli che si oppose coraggiosamente all'invasione di Giulio Cesare, incitando le popolazioni galliche a ribellarsi e organizzarsi per la liberazione.
Giulio Cesare ordinò di costruire imponenti fortificazioni intorno ad Alésia per impedire ai Galli di rifornirsi, bloccando completamente i rifornimenti e gli aiuti militari delle coalizioni vicine.
La battaglia di Alésia si concluse con la sconfitta dei Galli, che furono costretti a retrocedere. Vercingetorige, mantenendo la sua dignità di condottiero, si consegnò con fierezza al nemico.
Dopo la sua cattura, Vercingetorige fu portato a Roma, dove fu imprigionato nelle carceri Mamertine e strangolato nel 46 a.C. con l'accusa di aver organizzato una strage di civili in Gallia.
Nella storiografia francese tradizionale, Vercingetorige è considerato il primo eroe nazionale, simbolo di resistenza contro l'invasione romana.