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Concetti Chiave

  • Ammiano Marcellino è un importante storico del mondo antico, noto per la sua opera che copre eventi cruciali tra il 353 e il 378, tra cui la battaglia di Adrianopoli.
  • La sua esperienza come funzionario militare e civile lo rende un osservatore attento e competente delle dinamiche dell'Impero Romano.
  • Nel suo XXXI libro, Ammiano descrive dettagliatamente gli Unni come nomadi e barbari, suscitando orrore con le loro pratiche e il loro aspetto fisico.
  • Gli Unni vengono paragonati agli Sciti descritti da Erodoto, evidenziando la loro mancanza di leggi, religione e istituzioni.
  • Ammiano critica la decadenza morale dei Romani, attribuendo la loro sconfitta non ai nemici, ma alla perdita della semplicità e della forza d'animo.

Indice

  1. Ammiano Marcellino e la sua opera
  2. La battaglia di Adrianopoli
  3. Descrizione degli unni
  4. Confronto con gli sciti

Ammiano Marcellino e la sua opera

Ammiano Marcellino (335-400) è l’autore di una delle ultime grandi opere di storiografia del mondo antico. Dei 31 libri da lui scritti ne restano solo 18, che si riferiscono al periodo cruciale 353-378, chiuso nella disastrosa battaglia di Adrianopoli. Prima di scrivere la sua storia Ammiano aveva svolto una lunga carriera di funzionario militare e civile, che lo aveva portato ad essere un osservatore attento e competente.

La battaglia di Adrianopoli

Buona parte del XXXI libro è dedicata alle vicende dei Visigoti dopo il 375 e alle conseguenze della battaglia di Adrianopoli. Ammiano confronta questa invasione con oggettività con i più antichi episodi di scontro tra romani e germani e nota l’apatia con cui i romani, diversamente che in altre occasioni, avevano contrastato i nemici. I Romani erano stati sconfitti quindi non dai visigoti ma dal fatto che mollezza, lusso e brama di denaro si erano sostituite all’antica semplicità dei costumi. Giudizio certo moralistico ma che rivela un problema reale: l’incapacità e una mancanza di volontà in tutte le classi dell’Impero.

Descrizione degli unni

I primi capitoli del XXXI libro costituiscono una delle descrizioni più complete degli unni al momento della irruzione nel territorio dei goti. Ammiano descrive la steppa transcaucasica come un mare d’erba, nel quale vivono popoli di allevatori di cavalli. Anch’essi sono nomadi e barbari, non hanno case, non praticano agricoltura, si spostano su carri a due ruote, si nutrono di carne e latte. Suscitano orrore al solo vederli, hanno visi deturpati dai tagli che si fanno sulle guance per non farsi crescere la barba. Vagano eternamente senza meta e senza leggi. Assomigliano ad animali che non conoscono differenza tra il bene e il male. Si cibano di carne fatta frollare al calore delle loro gambe o sul dorso dei cavalli, racconta con orrore Ammiano, perché non conoscono nemmeno il fuoco. Emettono urla feroci e combattono correndo in disordine. Sopportano freddo e fame, senza religione e senza istituzioni.

Confronto con gli sciti

Quanto scrive Ammiano in queste pagine somiglia a quanto otto secoli prima lo storico greco Erodoto scriveva degli sciti, il più antico popolo nomade occidentale. Gli sciti, successivamente si erano civilizzati, assorbendo tratti della civiltà persiana ed ellenistica. Gli sciti bevevano il sangue dei nemici uccisi in guerra e usavano la loro pelle per farne faretre. Ammiano Marcellino si trova ancora a descrivere usi simili presso i longobardi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il giudizio di Ammiano Marcellino sulla sconfitta dei Romani nella battaglia di Adrianopoli?
  2. Ammiano attribuisce la sconfitta non tanto ai Visigoti quanto alla decadenza morale dei Romani, che avevano sostituito l'antica semplicità con mollezza, lusso e brama di denaro.

  3. Come descrive Ammiano Marcellino gli Unni nel suo XXXI libro?
  4. Ammiano descrive gli Unni come nomadi e barbari, senza case né leggi, che vivono di carne e latte, con visi deturpati e abitudini che suscitano orrore, simili agli antichi Sciti.

  5. Quali somiglianze Ammiano nota tra gli Unni e gli Sciti descritti da Erodoto?
  6. Ammiano nota che, come gli Sciti, gli Unni sono nomadi senza religione e istituzioni, e praticano usanze cruente come cibarsi di carne cruda, simili a quelle descritte da Erodoto sugli Sciti.

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