Concetti Chiave
- La tirannide di Pisistrato ad Atene si distingue per il confronto obbligato con le istituzioni politiche ateniesi, a differenza di altre tirannidi greche.
- Pisistrato salì al potere tre volte, utilizzando il sistema partitico ateniese e, infine, un esercito per mantenere la sua posizione.
- Il suo governo era formalmente rispettoso delle leggi e si caratterizzava per la costruzione di opere monumentali e una riforma agraria.
- La politica estera di Pisistrato era espansionistica, culminando nella conquista di Salamina.
- Nonostante le alleanze e i matrimoni politici, Pisistrato ragionava in termini di dinastia, influenzando le sue decisioni politiche.
Indice
Il contesto politico di Atene
Il fenomeno della tirannide, diffuso in tutta la Grecia fin dall’età arcaica, ha nella città di Atene delle caratteristiche uniche in tutto il mondo greco.
Infatti, ciò che contraddistingue Pisistrato (primo tiranno di Atene) dai vari Cipselidi e Ortagoridi, a Corinto e Sicione, è il doveroso confronto che quest’ultimo dovette sempre intraprendere con le rigorose istituzioni politiche ateniesi, fortemente radicate nella coscienza civica della città dell’Attica, e la conseguente subordinazione ad esse.
L'ascesa di Pisistrato
Emblematico risulta a questo proposito il modo in cui Pisistrato ottenne effettivamente il potere tirannico: per ben tre volte sfruttò a suo favore il sistema partitico esistente ad Atene e per le prime due volte fu cacciato da alleanze tra gli stessi partiti che in precedenza lo appoggiavano; solo la terza volta, infatti, riuscì effettivamente a conquistare il potere, ricorrendo ad un esercito, e a mantenerlo per il resto della sua vita.
Le fazioni politiche ateniesi
All’epoca di Pisistrato (seconda metà del VI secolo a.C.) esistevano ad Atene tre fazioni politiche a cui corrispondevano altrettanti interessi e, certamente, altrettanti capi; c’era il partito dei diacrii, il cui capo era il futuro tiranno, quello dei pediaci di Licurgo e infine il partito dei paralii, il cui capo era Megacle.
Per la prima volta Pisistrato salì al potere nel 561/560 in quanto utilizzò la guardia del corpo, composta da una truppa di mazzieri, che ottenne fingendosi vittima di un attentato da parte di avversari politici, per sbarazzarsi dell’opposizione, fino alla sua cacciata nel 556/555 avvenuta a causa dell’alleanza tra Licurgo e Megacle.
Il ritorno al potere
Nel 549 circa tuttavia, il capo dei diacrii ritorna al potere per altri sei anni grazie all’appoggio dello stesso Megacle, il quale gli offrì in moglie la sua stessa figlia per suggellare il patto.
La fine del suo secondo governo è data da adempienze matrimoniali verso la figlia del suo alleato, dal momento che Pisistrato ragionava in termini di dinastia, avendo avuto già dei figli dalla sua prima moglie.
Dunque, cacciato nel 544/543, per dieci anni si preparò per ritornare ad occupare la carica di tiranno ad Atene, creando un proprio quartier generale a Tegea, in Tracia, che poi spostò ad Eretria, a pochi chilometri dall’Attica.
Sbarcato in Attica nel 533/532, infatti, riuscì a sconfiggere gli oppositori grazie all’aiuto di forze partigiane provenienti dalla stessa Atene e a conquistare il potere con la forza fino al suo decesso, avvenuto nel 528/527.
Il governo di Pisistrato
Il governo di Pisistrato, che avvenne nel rispetto formale delle leggi, si contraddistinse per la costruzione di opere monumentali, per la riforma agraria volta a soddisfare i bisogni dei piccoli proprietari terrieri, e per la svalutazione della moneta; per quanto riguarda la politica estera, si caratterizza per l’aggressività espansionistica che comportò la conquista di Salamina.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche uniche della tirannide di Pisistrato ad Atene rispetto ad altre città greche?
- Come riuscì Pisistrato a salire al potere ad Atene?
- Quali furono le principali azioni di governo di Pisistrato?
- In che modo Pisistrato mantenne il potere dopo il suo ritorno in Attica?
La tirannide di Pisistrato ad Atene si distingue per il confronto con le istituzioni politiche ateniesi, che erano profondamente radicate nella coscienza civica della città, e la conseguente subordinazione a esse.
Pisistrato salì al potere sfruttando il sistema partitico ateniese, utilizzando una guardia del corpo ottenuta fingendosi vittima di un attentato, e successivamente grazie ad alleanze politiche, fino a conquistare definitivamente il potere con l'aiuto di un esercito.
Il governo di Pisistrato si caratterizzò per la costruzione di opere monumentali, una riforma agraria per i piccoli proprietari terrieri, la svalutazione della moneta e un'aggressiva politica estera che portò alla conquista di Salamina.
Dopo il suo ritorno in Attica, Pisistrato mantenne il potere sconfiggendo gli oppositori con l'aiuto di forze partigiane provenienti da Atene e consolidando il suo controllo fino alla sua morte.