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Concetti Chiave

  • Il praetor peregrinus fu istituito nel 242 a.C. per gestire i conflitti tra cittadini romani e abitanti delle provincie, portando la legge romana nelle zone conquistate.
  • I governatori provinciali pubblicavano un edictum praetorium, diventando veicoli della legislazione romana e incaricati di riscuotere le tasse con l'aiuto dei quaestores.
  • La riscossione delle imposte fu affidata ai pubblicani, che divennero odiati dai provinciali per le loro pratiche spesso disoneste.
  • Le provincie erano governate da ex magistrati che acquisivano fama e ricchezza, mentre l'esercito romano schierato manteneva l'ordine e sopprimeva le sommosse.
  • La gestione provinciale dopo la Seconda Guerra Punica portò a un approccio più violento nella conquista, trattando gli abitanti come sudditi anziché cittadini o alleati.

Indice

  1. La gestione delle province
  2. Il ruolo del governatore
  3. Problemi delle province

La gestione delle province

Alla medesima violenza e determinazione nella conquista, senza reali motivi (non può essere giustificata dalla paura), si assiste in quella Grecia che Quinzio Flaminino aveva liberato dal giogo macedone, a Corinto: A Roma viene ora inventato (nel 242 a.C.) il praetor peregrinus per amministrare i casi di conflitto tra abitanti delle provincie e i cittadini romani; dopo che si è reso conto di qual è la situazione in provincia, il governatore pubblica un edictum praetorium affinché la legge di Roma sia in vigore tra suoi provinciali: egli è veicolo di legislazione romana in ambito provinciale.

Il ruolo del governatore

Un altro primario compito del governatore è quello di riscuotere le tasse, aiutato dai quaestores, coloro che affiancano il governatore e controllano che tutto venga fatto legalmente; tuttavia, Roma non ha un apparato per la riscossione delle imposte e dunque la affida ai pubblicani (nuovi individui, affaristi delegati da Roma a riscuotere le tasse nelle provinciae), che diverranno odiatissimi dai provinciali perché cercano in tutti i modi di fregare sia il governo che i sudditi.

Problemi delle province

Le provinciae restano aree che creano problemi politici, morali e sociali a Roma: infatti esse sono gestite da magistrati usciti di carica che, rispetto agli altri magistrati (che non hanno compiti in provincia), acquistano più fama e ricchezze; lontani dall’Italia, i governatori hanno a disposizione un altro anno di consolato o di pretorato e la possibilità di allargare la provincia (come farà Cesare in Gallia). Nelle provinciae, oltre alla presenza fissa di un esercito, guidato ogni anno da un governatore diverso, si è soliti schierare legioni, domare sommosse, fare nuove campagne e, in generale, trattare le persone che abitano in provincia come sudditi, non cives (la cittadinanza dà all’individuo un senso della propria identità: essere civis significa essere un uomo libero, che decide, eleggendo nelle assemblee, cosa e chi votare) o membri di un paese alleato con Roma (cittadini di altre città che, pur seguendo certe regole, possono sempre ribellarsi); con l’estensione del governo provinciale, mentre Roma conquista vastissime aree, soprattutto dopo la Seconda Guerra Punica, la giovane classe dirigente romana si trova ad elaborare un modo di procedere nei confronti della conquista molto diverso da com’erano abituati a fare i loro patres, un modo violento, perché vengono amministrati dei sudditi, inevitabilmente qualificati in negativo: infatti essi, oltre ad essere sottomessi (attraverso la presenza dell’esercito), devono pagare un tributo diversamente dai cives romani o latini (ciò che producono non è totalmente loro, in quanto viene portato via, tutto o in parte, dal dominus romano).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del praetor peregrinus nella gestione delle provincie romane?
  2. Il praetor peregrinus è stato creato per amministrare i conflitti tra abitanti delle provincie e cittadini romani, pubblicando un edictum praetorium per applicare la legge romana nelle provincie.

  3. Come avviene la riscossione delle tasse nelle provincie romane?
  4. La riscossione delle tasse è affidata ai pubblicani, affaristi delegati da Roma, poiché Roma non ha un apparato per la riscossione diretta, causando malcontento tra i provinciali.

  5. Quali sono le conseguenze della gestione delle provincie da parte dei governatori romani?
  6. I governatori, spesso ex-magistrati, acquisiscono fama e ricchezze, e gestiscono le provincie con un approccio violento, trattando gli abitanti come sudditi e non come cives, ampliando le provincie e mantenendo un esercito fisso.

  7. In che modo la conquista delle provincie ha influenzato la classe dirigente romana?
  8. La giovane classe dirigente romana ha dovuto adattarsi a un nuovo modo di procedere, più violento, rispetto ai loro predecessori, gestendo sudditi sottomessi e imponendo tributi, diversamente dai cives romani o latini.

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