Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • I Sanniti posero fine alla presenza etrusca in Campania, contribuendo alla debolezza degli Etruschi nel confronto con Roma.
  • La guerra tra Roma e Veio si inserisce in un contesto di declino etrusco, con l'assenza di supporto federale per Veio.
  • La conquista di Veio da parte di Roma avvenne dopo dieci anni di assedio, rivelando la debole struttura politica etrusca.
  • Le rivalità economiche tra Roma e Veio furono un fattore chiave nello scontro, con Roma desiderosa di espansione.
  • La vittoria romana portò a un'espansione verso nord e un cambiamento nella natura della guerra, da sopravvivenza a conquista.

Indice

  1. La fine della presenza etrusca
  2. Il declino politico degli Etruschi
  3. La conquista di Veio
  4. L'inimicizia tra Roma e Veio
  5. La resa dei Falisci
  6. L'espansione romana post-Veio

La fine della presenza etrusca

Con la loro calata in Campania e l’occupazione di Capua e di Cuma, i Sanniti, praticamente, misero fine alla presenza etrusca in tale regione. Fra l’altro i rapporti degli Etruschi con i Campani erano diventati sempre più tesi da quando le flotte greche avevano iniziato a incrociare con una certa frequenza davanti alle coste toscane, arrivando perfino a occupare l’isola d’Elba.

Inoltre i Romani si erano impadroniti di Fidenae, la città che sorgeva lungo la strada che congiungeva l’Etruria alla Campania.

Il declino politico degli Etruschi

Anche nell’Italia settentrionale il peso politico degli Etruschi stava diminuendo a causa delle continue infiltrazioni dei Galli che nel 390 a.C., dopo aver attraversato l’Etruria, giunsero fino a Roma. La conquista romana di Veio si colloca quindi un contesto di sostanziale debolezza del regno etrusco, con conseguenze importanti sia per gli Etruschi che per i Romani. I primi mostrarono la debolezza del loro sistema federale fra le città poiché non pervenne a favore di Veio nessun aiuto; mentre i secondi ebbero così mano libera per un’attività politica verso il sud.

La conquista di Veio

Veio sorgeva su di uno sperone roccioso, circondato da mura possenti a circa venti chilometri da Roma e viste le scarse possibilità dell’epoca di saper assediare una città, stupisce che essa sia stata espugnata, anche se dopo dieci anni di attacchi.

Qualche storico moderno è poco convinto che la guerra contro Veio sia durata dieci anni, perché assomiglia troppo a quella di Troia. Dell’importanza dell’avvenimento furono ben consapevoli i contemporanei perché l’episodio fu arricchito da racconti leggendari soprattutto in torno al dittatore Marco Furio Camillo, chiamato dux fatalis, cioè investito di una missione divina.

L'inimicizia tra Roma e Veio

Le motivazioni dell'inimicizia secolare fra Roma e Veio erano di tipo economico per cui lo scontro fra le due città era inevitabile dato che la potenza e la ricchezza di una avrebbe significato la decadenza e la povertà dell'altra. Ciò che stupisce gli storici è perché in aiuto di Veio non accorsero le altre città etrusche, pur facendo parte della confederazione che aveva il proprio centro di riferimento a Volsinii. Occorre tuttavia sottolineare che tra le città etrusche non ci fu mai una comune azione politica, se non eccezionalmente. Ogni centro urbano agiva per conto proprio, come se fosse uno Stato a sé, simile ai comuni medioevali. Sappiamo che alla riunione confederale tenutasi nel tempio di Voltumna a Volsinii, fu deciso di abbandonare Veio al suo destino perché continuava a reggersi sul regime monarchico, scomparso, invece, nelle altre città, in cui al lucumone era successa l’aristocrazia. Anche Caere (= Cerveteri), la più interessata per la vicinanza, rimase neutra: molto antichi erano i suoi contrasti con Veio e gli interessi, soprattutto commerciali, che la legavano con Roma. Anche se non fu totalmente rasa al suolo, la città passò sotto il dominio romano: un gran numero di abitanti fu ucciso o ridotto in schiavitù. Il bottino di guerra fu enorme e le fertili campagne intorno furono divise in lotti e distribuite ai coloni. La stessa sorte toccò ai piccoli centri, situati a nord perché avevano prestato soccorso a Veio: Sutri, Capena e Nepet.

La resa dei Falisci

Anche i Falisci, una popolazione che abitava l’odierna Civita Castellana e aveva aiutato Veio, dovettero venire a patto con i Romani dopo che questi ultimi ne avevano cinto di assedio la capitale. È a questo punto s’inserisce il leggendario episodio del maestro di scuola falisco, che dopo aver condotto i propri allievi fuori dalla città, li consegnò a Furio Camillo, perché li trattenesse come ostaggi. Il dittatore romano, non solo rifiutò sdegnato la proposta, ma rimandò il maestro indietro, con le mani legate dietro la schiena, spinto dalle stesse verghe dei suoi allievi. Colpiti da un gesto così nobile, i Falisci decisero di arrendersi al generale romano. Probabilmente questo racconto maschera la difficoltà incontrata nell’assedio.

L'espansione romana post-Veio

A seguito della sconfitta di Veio, i Romani si spinsero a nord, verso i monti Sabatini, penetrando così nel cuore del territorio etrusco. Se da un lato, negli Etruschi era diminuito il loro dinamismo espansivo, dall’altro, nei Romani la guerra si era trasformata da mezzo di sopravvivenza a lotta per l’espansione e la conquista. Le motivazioni dell'inimicizia secolare fra l'Urbe e Veio sono di tipo economico. Che Roma si sia formata da una specie di "federazione" di villaggi posti sui sette colli, o sia sorta come ci riporta la tradizione e il racconto degli storici antichi, lo scontro fra le due città era inevitabile poiché la potenza e la ricchezza di una avrebbe significato la decadenza e la povertà dell'altra.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della guerra tra Roma e Veio?
  2. Le cause principali furono di tipo economico, poiché la potenza e la ricchezza di una città avrebbero significato la decadenza e la povertà dell'altra.

  3. Perché le altre città etrusche non aiutarono Veio durante la guerra contro Roma?
  4. Le altre città etrusche non aiutarono Veio perché non c'era mai stata una comune azione politica tra di loro, e Veio continuava a mantenere un regime monarchico, mentre le altre città erano passate all'aristocrazia.

  5. Qual è il significato del leggendario episodio del maestro di scuola falisco?
  6. L'episodio del maestro di scuola falisco, che consegnò i suoi allievi a Furio Camillo, simboleggia la nobiltà del dittatore romano, che rifiutò di trattenerli come ostaggi, impressionando i Falisci e portandoli alla resa.

  7. Quali furono le conseguenze della conquista romana di Veio?
  8. La conquista portò alla riduzione in schiavitù o uccisione di molti abitanti, alla divisione delle fertili campagne tra i coloni romani, e all'espansione romana verso il nord, nel territorio etrusco.

  9. Come viene interpretata la durata della guerra contro Veio dagli storici moderni?
  10. Alcuni storici moderni dubitano che la guerra sia durata dieci anni, poiché la durata assomiglia troppo a quella della guerra di Troia, suggerendo che potrebbe essere stata arricchita da racconti leggendari.

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